Di Tragicomico
La vera magia esiste e non è un’arte occulta come molti credono, infatti una volta spogliata di tutte le sue mistificazioni e deviazioni, rimane per quello che è: una somma sapienza in grado di piegare la realtà alla propria volontà.
Dovete sapere che un “atto magico” è sempre alla nostra portata, lo è ogni giorno, tant’è vero che spesso compiamo degli atti magici senza saperlo e, allo stesso modo, in diverse occasioni ci tiriamo la zappa sui piedi, in quanto svolgiamo un atto magico al contrario. Tutto ciò accade per “ignoranza”, perché vengono ignorate le “Leggi” che governano e regolano il tutto, quelle in grado di generare “prodigi”.
La magia viene vista, ancora oggi, come una pratica riservata a pochi iniziati. Un’arte fatta di alambicchi, candele, pendoli, formule, simboli, stregoni, invocazioni e via dicendo. Tutto vero, ma non è magia, è ritualistica. Essere un ritualista, un “cerimonialista”, non fa di te un mago. Rivolgersi a un ritualista, operare a stretto contatto con le entità sottili, non significa fare o praticare della magia. Non quella autentica perlomeno.
Le arti magiche non sono le attività da fattucchiere e non lo è nemmeno scrutare una sfera di cristallo, come non lo è effettuare un “legamento d’amore”.
La ritualistica potremmo definirla come la parte occulta della magia, ma la vera magia non è occulta, è nobile, è Alta, è visibile, è una via di crescita e trasformazione interiore che la ritualistica ha trasformato in un’escursione di pochi giorni.
Tutti, o quasi, possono diventare ritualisti: basta studiare, essere iniziati, praticare e avere un bel po’ di pelo sullo stomaco. Ma entrare nel sentiero della Magia, quella autentica, è ben altra cosa. Ed è incredibile come alla gente sfugga il fatto che le più potenti Leggi, quelle in grado di generare prodigi soprannaturali, sono sempre lì, davanti ai nostri occhi. Anche in questo momento. La vera magia consiste nel conoscerle queste Leggi, avere occhi per vederle e il coraggio di toccarle con mano, sperimentarne gli effetti e comprenderne il funzionamento, in modo da indirizzare quella che è la propria realtà tangibile.
L’interesse verso l’occulto nasce proprio da questo presupposto, ma con un fine differente, meno nobile e meno sacro. Ciò che spinge le persone verso la ritualistica è la loro brama di potere, per acquisire vantaggi personali di dominio, di vendetta, ma per una Legge di analogia, queste stesse persone rimarranno schiave dei propri bassi istinti e, in alcuni casi, vittime di un colpo di ritorno. Non c’è nulla di magico in tutto questo rischioso sperpero energetico, non c’è alcuna evoluzione o risveglio di coscienza e, pertanto, nessun risultato costruttivo nella propria vita.
“Per raggiungere il Sanctum Regnum, vale a dire la sapienza e il potere dei maghi, vi sono quattro condizioni indispensabili: un’intelligenza illuminata dallo studio, un coraggio che nulla può far vacillare, una volontà che nulla può spezzare, e una discrezione che nulla può inquinare o corrompere: SAPERE, OSARE, VOLERE, TACERE. Queste sono le quattro parole del mago.”
(Eliphas Lévi – “Il Dogma e il Rituale dell’Alta Magia”)
SAPERE, OSARE, VOLERE, TACERE. Non serve altro.
Sono quattro condizioni fondamentali per chiunque voglia creare qualcosa, qualcosa di magico, ovvero qualcosa che prima di vederlo apparire sul piano materiale, viene visualizzato in quello sottile. Ma prima di tutto bisogna SAPERE, e spingersi oltre il conosciuto, una volta che sai, devi OSARE, avendo il coraggio di desiderare, e poi VOLERE quello che desideri, con disciplina, costanza e umiltà. E infine bisogna TACERE, in modo da difendere la propria creazione, in attesa di una completa maturazione.
Si tratta di una pratica realizzabile soltanto da una persona centrata, ovvero un individuo che ha già svolto un lavoro di centratura su di sé, una persona che sa esattamente quello che vuole e come ottenerlo.
In altre parole, per vedere della “magia” nella propria esistenza bisogna prima diventare padroni della propria vita e per farlo, dobbiamo riuscire a interrompere consapevolmente il flusso meccanico presente in noi: nei nostri pensieri, nel corpo e nelle nostre emozioni.
Ecco la differenza fondamentale fra il ritualista e l’autentico mago: il primo impara un’arte, il secondo fa di quell’arte una filosofia di vita.
L’ultimo capitolo presente in uno dei libri più interessanti di psicologia esoterica, ossia “Il destino come scelta” di Thorwald Dethlefsen, possiede un titolo che trovo a dir poco illuminante: La vita quotidiana come rituale.
Vedere la propria vita quotidiana come un gigantesco rituale è ciò che rappresenta l’Alta magia, ed è ciò che porta alla Pietra Filosofale degli alchimisti. Nessun trucco, nessuna scorciatoia, nessun inganno. Bisogna sporcarsi le mani per trasformare il piombo in oro, il veleno in farmaco, l’odio in perdono, l’oscurità in luce. Perché solo colui che si è fatto luce può irradiare luce. Solo colui che si è trasformato può trasformare.
La vera magia inizia dall’interno, non dall’esterno, essa conduce alla libertà, non alla dipendenza, irradia non riflette.
Avete presente quei momenti quando la vita è lì, col fiato sul collo e ci capita un po’ di tutto, dalle ingiustizie agli imprevisti, dalle delusioni ai contraccolpi psicologici? Ecco, una persona centrata in quel momento sa (SAPERE) quello che sta succedendo, perché consapevole delle Leggi, quindi osa (OSARE) e decide di non reagire, di non opporre una resistenza esteriore, perché sa quello che vuole (VOLERE), ossia resistere internamente alla “legge dell’identificazione”, non identificandosi con quello che prova, ma rimanendo in silenzio (TACERE) in attesa che il vento cambi. Ecco, è proprio quando queste quattro condizioni sono presenti che qualcosa di “prodigioso” accade. Non si tratta di accettare passivamente, ma di non opporre più resistenza, perché, come diceva Jung: “quello a cui opponi resistenza persiste”.
Quando qualcuno insulta o aggredisce verbalmente una persona, quest’ultima di norma reagisce per rendere pan per focaccia. Ecco la meccanicità, la re-azione che denota assenza di centratura, un’azione di magia al contrario perché succube alla legge dell’identificazione.
Ma se quella stessa persona facesse uno sforzo per rimanere lucida e centrata in quel momento, facendo un bel respiro e ponendosi in ascolto di se stessa, anziché partire al contrattacco, si accorgerebbe di quanta energia sta risparmiando e conservando al proprio interno. Energia conservata più una dose di energia figlia dell’attrito fra la volontà meccanica e quella consapevole. Un bel quantitativo energetico da utilizzare per un atto magico.
Quella semplice interruzione volontaria e consapevole della propria meccanicità di stampo ipnotico, ha prodotto in quella persona un’energia potente per raccogliere un risultato insperato. Un miracolo direbbe qualcuno, ma trattasi di vera magia. Alta magia. Ed ecco il prodigio di quell’atto: tutto d’un tratto lo sguardo si fa più affilato, la schiena diventa dritta, la mente smette di fare rumore, le emozioni sono domate. Lavorando al proprio interno è riuscito a placare il proprio esterno. Se non lo avesse fatto, si sarebbe lasciato “divorare” come accade di solito, portando tutta la negatività al proprio interno. Eccola, la zappa sui piedi di cui parlavo all’inizio.
Ovviamente sono pochi esempi di vita quotidiana, ma questi atti magici, se riprodotti con costanza, possono produrre una densa mole di energia che potrà essere utilizzata per modificare la nostra realtà circostante. Lo stesso accadrebbe se l’umanità fosse consapevole della propria energia mentale, sessuale e del grande spreco energetico che è in atto da secoli.
Tutto d’un tratto le nostre esistenze si trasformerebbero, accadrebbero prodigi su prodigi e ne saremmo beneficiati non solo noi, ma tutti coloro che ci circondano. Inizieremmo così, per risonanza, ad attrarre ciò che ci serve, ciò che è utile. Perché per ricevere qualcosa, basta essere centrati e averne veramente bisogno. Il senso di questo articolo è proprio quello di sottolineare la possibilità che si cela quotidianamente per ciascuno di noi dietro alle piccole vicende di quotidianità, dove si nasconde del magico e del miracoloso. Basta saperlo cogliere.
Non servono strani rituali o sacrifici discutibili, tutto ciò che serve è allungare la mano, avere voglia di andare “oltre”, di sperimentare, di vedere cosa succede quando cambiano le nostre abitudini, il nostro modo di pensare, di essere e di agire. È lì che si gioca la partita, nell’essere centrati indipendentemente da quello che accade attorno, la sacralizzazione della vita che passa attraverso la presenza e la conoscenza, perché in verità sappiamo già tutto e possiamo fare tutto, basta riscoprirlo.
Il potere si manifesta all’esterno, ma la potenza è all’interno. Usatela.
La vera magia non è occulta, è in ciascuno di noi e la metamorfosi di Pinocchio è l’emblema dell’autentica magia: una continua trasformazione capace di reinventare la vita.
L’osservazione non avviene in modo passivo ma attivo, perché l’indirizzo o sorgente della volontà non è più l’io ma qualcosa che sta al di là di quanto creduto. Se interrompere è necessario inizialmente, si può scoprire successivamente che non è bloccando ma lasciandosi scorrere addosso ciò che è superfluo, strutturato, storico che si scioglierà come neve al sole alla luce di una migliore conoscenza di sé e questo è davvero un atto magico, naturale e meraviglioso.
Dal sapere, osare, volere e tacere, passo dopo passo, possiamo arrivare all’ascoltare, conoscere, condividere, trascendere o, più semplicemente, lasciare andare. Ci sarebbe da dire moltissimo per ogni parola ed è per questo che anche noi abbiamo lasciato in eredità una collana come la tua, fatta di tanti argomenti, tutti importanti e spero un giorno riusciremo a tradurre in inglese. Nulla è scontato e semplice all’inizio ma più si scende nelle profondità di sé e più diventa chiaro quale importanza abbia avuto quel primo sforzo, passo, scelta per … sapere, osare, volere e tacere.
Un passo per me importante è non cadere nell’inganno di misurare le persone, un po’ perché è un pregiudizio e un’abitudine della mente a farlo e un po’ perché non aiuta alla condivisione, è come mettersi dei limiti e impedire la nostra trasformazione. I più tordi o furbi tendono a mettere le persone che hanno scoperto qualcosa di speciale su un piedistallo, mettendo così una distanza e un valore falso, sviando lo sguardo dal messaggio. In realtà stanno perdendo l’occasione di scoprire qualcosa di sé e lo fanno perché sanno quale responsabilità c’è dietro una tale scoperta e scelta.
Quando facciamo tali scoperte scopriamo la potenza, la forza che anima la realtà, lo spirito che anela ogni cosa, buona o cattiva, visibile e invisibile e agisce sempre al di là della stessa volontà. Quando viene posta una volontà che va contro o per favore di solo uno o più oppure è strutturata razionalmente allora diventa potere e quando è potere, si manifesta come ombra e azione. Per questo rituali, tecniche, simbolismi sono strumenti esterni che forniscono la possibilità di agire, di avere, di credere che si abbia in mano la realtà ma in realtà non si ha in mano nulla, perché solo nell’essere noi siamo in armonia e collegati al tutto.
Eh, vi sono cose che vanno dette e cose che vanno sperimentate, alcune direttamente, attraverso un dialogo con le persone. Per questo motivo essere aperti a chiunque è importante, restando comunque attenti alle sfumature. Perché non sappiamo mai da dove la verità può arrivare.
Buon percorso a tutti.