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Wednesday, May 18, 2022

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di Alessia Elisa Melis

 

Ecate
Immagine di Ecate

Lei non a bisogno di essere presentata, ma per dagli il giusto onore conosciamo meglio la Dea Ecate.

Secondo una tradizione più tarda sarebbe figlia di Zeus e Hera. ma la greca Ecate era comunque una divinità misteriosa, legata alla luna ed al mondo dei morti, in alcuni casi confusa con Artemide o Selene o Persefone.

Ebbe comunque un culto indipendente, soprattutto in Asia Minore. La Dea possedeva la capacità di passare dal mondo dei vivi a quello dei morti ed era psicopompa, cioè accompagnava uomini ancora in vita nel regno degli Inferi.

Protettrice delle strade, degli incroci e dei passaggi, le sue statue e altari si trovavano davanti alle case o lungo le vie, come protezione per i viandanti.

Il corteo che l’accompagnava era composto da spettri e cani ululanti: per tale ragione si usava mettere agli incroci delle strade offerte di cibo, per renderla benevola, in particolare l’ultimo giorno di ogni mese, a lei dedicato.

In Eschilo e Aristofane la Dea viene indicata come nume tutelare di porte e accessi, con l'epiteto di Propylaia: pare che le fosse consacrato un culto sull'Acropoli di Atene e in particolare al suo ingresso, i Propilei appunto, dov'era collocata a protezione della rocca una statua della Dea.

Ecate rappresentava l’aspetto più misterioso della luna, quello nella fase calante, in relazione con le streghe e i riti magici.

Protettrice dei cani, animali a lei consacrati, insieme alla colomba.

Il centro più importante del culto era ad Egina, dove le venivano sacrificati cani e vittime dal pelo nero, come a tutte le altre divinità degli Inferi, ma era invocata anche per il buon raccolto.

Esiodo, nella sua Teogonia, dedica ad Ecate quest’inno, dove Zeus concede alla Dea gloria e potere supremo sulla terra, sugli inferi e sul cielo concedendole anche i diritti originari come discendente delle divinità primordiali, fra cui quello di accordare o negare ai mortali ciò che desiderano:

che fra tutti Zeus Cronide onorò, e a lei diede illustri doni,

che potere avesse sulla terra e sul mare infecondo;

anche nel cielo stellato ha una sua parte d’onore

e dagli Dei immortali è sommamente onorata.”

In epoca più antica era raffigurata come una giovane donna vestita con chitone e recante fiaccole nelle mani, spesso vicina a Cerbero: così la si ritrova sui vasi a figure rosse e sulle monete.

Nei riti orfici era venerata insieme a Demetra e a Cibele ed è raffigurata trimorfa, con tre corpi diversi, o con tre teste: la giovane, la madre e l'anziana. Il numero tre è il suo numero sacro. Le sue figlie erano chiamate Empuse, esseri mostruosi che potevano assumere diversi aspetti sia animali che umani.

Alcuni autori attribuiscono a Ecate terrestre un volto di leone, altri di serpente, altri di cane. Porfirio la descrive: "Con volto di cane, tre teste, inesorabile, con dardi dorati".

Tutte le maghe, come Medea e Circe, la invocavano nella preparazione di filtri ed incantesimi. A lei era consacrata la Sibilla Cumana, che traeva da Ecate la capacità di dare responsi, provenienti anche dagli spiriti dei morti.

Apollodoro (III sec. d.c.) ci informa che ad Ecate venivano offerti dei banchetti rituali, denominati hekataia, tradizione confermata anche da Plutarco. Nei banchetti avveniva il sacrificio rituale del pesce, sacro alla Dea. A volte il solo simbolo del pesce diventava simbolo della Dea. Simbolo che poi passerà ai cristiani.

Ringrazio l aiuto nel web che a fatto in modo che io potessi raccogliere una descrizione abbastanza completa, ovviamente ci sarebbe molto altro da aggiungere, quasi da farci più di un libro

Lascio a voi, se di vostro interesse, l approfondimento in magia.