Di Il Raduno delle Streghe
Nell'immaginario esoterico moderno, la figura della Strega ha conquistato un posto di rilievo come simbolo di rinascita, femminilità sacra, ribellione e conoscenza intuitiva. Ma accanto a lei, quasi dimenticata o sbiadita dal tempo, si erge la figura dello Stregone: non un antagonista, non un doppio oscuro, ma il suo compagno spirituale e cosmico, incarnazione di una sapienza altrettanto antica e potente.
LO STREGONE NELLA STORIA E NELLA TRADIZIONE ESOTERICA
Lo stregone – o saggio, uomo di medicina, magus, bruxo, a seconda delle culture – era l’uomo che conosceva i misteri della Terra e del Cielo, capace di parlare con gli spiriti, evocare forze, curare, trasformare, viaggiare nei mondi invisibili.
Non era solo un operatore magico, ma un custode di antichi equilibri, spesso al servizio della comunità, della Natura e delle leggi sottili dell’Universo. Non dominava le forze invisibili, ma si poneva come ponte tra il visibile e l’invisibile.
In culture sciamaniche, come quelle siberiane, amazzoniche e africane, lo stregone era anche guaritore, veggente, consigliere. Nelle tradizioni europee, la sua figura sopravvive nelle leggende di druidi, taumaturghi, eremiti, e persino nei grimori rinascimentali come il Picatrix o il Liber Juratus.
Non il “maschio della strega” – ma l’altro volto del mistero.
L’errore moderno è pensare lo stregone come “la versione maschile della strega”. Nulla di più limitante. Lo stregone e la strega sono archetipi distinti, ma complementari. Se la strega incarna il grembo della trasformazione e la ciclicità lunare, lo stregone rappresenta la via del fuoco interiore, della coscienza solare e della volontà spirituale.
Entrambi operano in sintonia con le forze della Natura, ma con sfumature differenti: la strega tende a “ricevere” e “trasformare”, lo stregone a “canalizzare” e “dirigere”. Ma in molte tradizioni iniziatiche, entrambi percorrono un cammino simile: morte simbolica, visione, conoscenza, potere.
SEGNI DISTINTIVI DELLO STREGONE INIZIATO
1. Legame profondo con gli elementi, in particolare il fuoco sacro e l'aria (soffio, parola magica, oracolo).
2. Sapienza alchemica: trasmutazione interiore, conoscenza dei metalli, dell’anima e del corpo sottile.
3. Uso rituale della parola e del silenzio, strumenti del potere creativo.
4. Ritiro e solitudine, spesso periodi di isolamento spirituale per raffinare la visione.
5. Maestria nei sogni e nei viaggi astrali, come forma di oracolo e guarigione.
FONTI DI STUDIO E ALTA STREGONERIA.
Alcuni testi di riferimento per comprendere l’antica via dello stregone includono:
Eliphas Lévi – “Dogma e Rituale dell’Alta Magia”: il fondamento della magia cerimoniale moderna, ricco di simboli, rituali e meditazioni cabalistiche.
Agrippa – “Filosofia Occulta”: uno dei testi più completi mai scritti sulla magia naturale, celeste e cerimoniale.
Carlos Castaneda – “Gli insegnamenti di Don Juan”: anche se controverso, è una porta d’accesso alla via dello stregone sciamanico tolteco.
Il Corpus Hermeticum: preziosi scritti di sapienza egizia-greca che riflettono la visione cosmica del mago/stregone.
La Chiave di Salomone e il Grimorium Verum: testi di evocazione e alta magia, da studiare con rispetto e preparazione.
Elip
UNA RINASCITA DELL'EQUILIBRIO
Oggi più che mai c’è bisogno di riconoscere entrambi gli archetipi – la strega e lo stregone – come guide spirituali che incarnano i principi della natura vivente e della coscienza in evoluzione. Né patriarcato, né matriarcato: magia sacra, alleanza tra polarità, danza dell’ombra e della luce.
Lo stregone non è un predicatore, né un manipolatore. È colui che ricorda, che guida e che trasforma, con la forza della parola, del simbolo, del silenzio e della presenza.