FUCK OFF!

The Runic Wand : ๐ˆ๐ฅ ๐…๐š๐ง๐ญ๐š๐ฌ๐ฆ๐š ๐๐ข ๐๐ข๐š๐ณ๐ณ๐š ๐‘๐จ๐ฌ๐š๐ซ๐ข๐จ Psychedelic Pointer 5

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Saturday, September 27, 2025

๐ˆ๐ฅ ๐…๐š๐ง๐ญ๐š๐ฌ๐ฆ๐š ๐๐ข ๐๐ข๐š๐ณ๐ณ๐š ๐‘๐จ๐ฌ๐š๐ซ๐ข๐จ

Di Tenรจbras

Avete mai visto qualcuno camminare oltre la morte? Io sรฌ. O almeno credo di averne visto l’eco.

Era l’estate del 1857, a Sassari. Il cielo era pesante, l’aria carica dell’odore della pietra arroventata dal sole. In Piazza Rosario sorgeva la casa dei Quesada, grande, cupa, un palazzo di pietra scura. Lรฌ viveva Minnรฌa, giovane e bellissima, e don Michele Delitala, uomo impetuoso, con la passione che bruciava negli occhi.
I genitori di Minnรฌa non vollero mai accettare quell’amore. Il divieto era tagliente come la lama di una sciabola. Don Michele, disperato, un giorno si presentรฒ al portone armato. L’odio e la follia si mescolarono come vino amaro. Una pistola, un grido, una madre che cade: Minnรฌa si gettรฒ per proteggerla, e il proiettile la trafisse. Il suo urlo rimase intrappolato nella pietra e nei cuori di chi lo udรฌ.
Don Michele non si calmรฒ. In preda all’orrore, brandรฌ la sciabola contro chiunque si muovesse, fino a consumare ogni residuo di ragione. Poi, quando la furia si spense, fu il rimorso a travolgerlo. Cercรฒ la morte con un pugnale spagnolo, ma fallรฌ. Fu preso, processato e infine impiccato. Il suo corpo se ne andรฒ, ma non la sua colpa.
Col passare degli anni, la casa divenne nota come “la casa dei fantasmi”. Si dice che Minnรฌa, spirito innocente, appaia ancora ogni sera sulla soglia, con gli abiti bagnati di lacrime e lo sguardo perso nella notte. Ma l’ombra piรน inquieta resta quella di don Michele, il fantasma dell’uomo ossessionato dal rimorso, incapace di chiedere perdono, incapace di lasciare il mondo dei vivi.
Molti giurano di averlo visto passeggiare nella piazza deserta, quando la luna รจ alta e i lampioni sembrano fiaccole sul selciato. Altri lo sentono inginocchiarsi, piangere a mani tese, e poi svanire come fumo nel vento.
Un inverno fui chiamato a Casa Quesada per accompagnare una salma.. Una donna anziana del vicinato, morta serenamente. Mentre attraversavo il corridoio, udii un singhiozzo soffocato, un rantolo che non apparteneva a nessuno dei vivi. Pensai a un’illusione. Poi lo vidi: un’ombra alta, curva, dietro una finestra. Due occhi lucidi, un cappotto lungo come un mantello. Lo riconobbi subito…

Don Michele.
La finestra tremรฒ. E la candela accesa accanto al letto della morta si spense di colpo.
Uscendo, sentii il vento accarezzarmi la nuca, come una mano gelida. Mi voltai un’ultima volta verso la casa, nella finestra non c’era piรน ombra, ma solo il tremolio lieve di una tenda che si muoveva da sola.
Da quella notte, quando passo in Piazza Rosario al calare del sole, non sento piรน solo silenzio. รˆ come se un respiro mi seguisse, come se qualcuno camminasse accanto a me, invisibile.
E allora capisco che il passato non รจ mai davvero passato… resta tra le pietre, in attesa di chi avrร  il coraggio di ascoltarlo.

๐“๐ž๐งรจ๐›๐ซ๐š๐ฌ

๐’๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐ž ๐๐ข ๐ญ๐ž๐ง๐ž๐›๐ซ๐ž ๐ž ๐š๐ง๐ข๐ฆ๐ž ๐ฉ๐ž๐ซ๐๐ฎ๐ญ๐ž