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Friday, April 8, 2022

CHI E' GIOVANNI COLAZZA... LA PERSONA PIU' ELEVATA DOPO RUDOLF STEINER

di autore anonimo

« Secondo la testimonianza di Olga de Griinewald, Giovanni Colazza non solo era il discepolo più caro a Rudolf Steiner, ma la figura più elevata dopo di lui » J.

Giovanni Romano Colazza nacque a Roma, in una famiglia del­l'alta borghesia romana, il 9 agosto 1877. Proveniente da studi classi­ci, si laureò in Medicina e Chinirgia nel 1902

presso l'Università « La Sapienza » di Roma. Uomo di scienza, fin da giovane si applicò con rigore alle discipline esoteriche, tanto orientali che occidentali.

Durante uno dei suoi numerosi viaggi in Europa conobbe Marie Von Sivers (1867-1948), divenuta in séguito Signora Steiner, con la quale rimase in stretto rapporto di amicizia per tutta la vita. Fu pro­prio Marie Von Sivers a presentare Giovanni Colazza a Rudolf Stei­ner, il quale, secondo la citata testimonianza della baronessa de Griinewald, sarebbe tornato in Italia nel 1911 — dopo le precedenti visite del 1909 e 1910 2 — espressamente «a conoscere il dottar Colazza, perché "gli era stato indicato dal Mondo Spirituale" » 3.

Rapidamente Colazza divenne discepolo del dottar Steiner, che lo po­se alla direzione del Movimento Antroposofico in Italia, dopo la fon­dazione del Gruppo Novalis nel 1913. Il Gruppo Novalis di Roma fu, per altro, il primo gruppo antroposofico in Italia.

Nel 1916-17, in qualità di ufficiale medico di campo, combattè in trincea la prima guerra mondiale. Tornato a Roma, ben presto il prestìgio e la notorietà della sua professionalità medica si accrebbero tanto da diventare Egli il medico di quasi tutte le Ambasciate e Lega­zioni straniere, pur rimanendo il medico a disposizione di tutti, senza distinzione di censo e cultura. L'arte medica trovò in Lui felice espres­sione, arricchendosi ulteriormente nel contatto con l'ispirazione più viva della Scienza dello Spirito.

Dopo la fine del primo conflitto mondiale, almeno una volta l'an­no, G. Colazza si recava a Dornach per visitare il dottar Steiner, cui riferiva di se stesso e del lavoro spirituale presso il Gruppo Novalis da Lui presieduto, e frequentato, fra le numerose e notevoli persona­lità, da Emmelina de Renzis, Colonna di Cesare, Arturo Onofri, ecc. Nel 1922, Colazza tenne in Roma una serie di incontri riservati in­tomo ai « Quaderni Esoterici » di R. Steiner.

In séguito alla scomparsa dello Steiner, nel marzo del 1925, si intensificò il collegamento « di intcriore operosità » con la Signora Stei­ner. « I signori Calvari, padre Trincherò, la baronessa de Renzis e Grii-newald, il poeta Onofri, il conte Colonna di Cesare e Calabrini, il dott. Colazza, l'ingegner Gentilli, Spaini, Federici ed altri, compose­ro intomo alla sua persona [della Signora Steiner] un serto di vario­pinte colorazioni umane, sul cui intreccio per lunghi anni, fu vivificata una successione di interessi e di comunione continua, intomo al lavo­ro che si svolgeva in Italia » 4.

Tra il 1927 ed il 1930, G. Colazza aderì al « Gruppo di UR » — partecipando all'omonima Rivista diretta da J. Evola — che rac­coglieva i più prestigiosi esoterìsti d'Italia uniti, pur provenendo da orientamenti diversi, da nobili finalità comuni ^.

La sua attività di conferenziere e di Guida fu instancabile. Dal 1943-44 fino alla sua scomparsa, raccolse intomo a sé coloro che sa­rebbero stati i più vivi cultori di Scienza dello Spirito in Italia, prepa­randoli ed esortandoli con l'esempio della sua alta statura morale, oltre che con le sue lezioni sulle opere fondamentali dello Steiner. Tra que­sti ricordiamo Mimma e Romolo Benvenuti, i giovanissimi Marianna ed Amieto Scabellone, Fiorenza Berta, Pio Filippani-Ronconi. Da una lettera di Giuseppe Federici indirizzata a Massimo Scaligero (1906-1980), in data: Napoli, 27.2.1948, apprendiamo che la Signo­ra Steiner, visitata dal Federici, così ebbe ad esprimersi circa questo gruppo: « II nostro amico Giovanni Colazza mi ha fatto pervenire da Roma messaggi di speranza per l'Italia. So che in questi anni [durante la guerra e l'immediato dopo-guerra] non ha mai interrotto il suo la­voro di riunioni, incontri, visite: mi dice che ci sono giovani e giova­nissimi che ricercano, che sono decisi e ciò corrisponde proprio a quanto il Dottore, a suo tempo, ebbe già a prevedere » 6.

Essendosi sempre rifiutato di scrivere, il suo magistero si espresse attraverso un'arte inimitabile della parola e del silenzio. Soprattutto il suo silenzio, causa per taluni di qualche disagio, evocava l'immagi­ne austera di un « maestro zen », o altre ineffabili risonanze 7. « La sua massima riservatezza, il suo rigido autocontrollo, parve ad alcuni severità, tale da incutere non soltanto un "timore reverenzia­le", bensì un disagio vero e proprio. A smentire questa fallace impres­sione basterà rievocare la gioiosa fiducia avuta in lui dai bambini — o curati o a lungo ospitati — che, nella loro spontanea, schietta, cal­da espansività, non si sentirono mai ostacolati dalla sua serietà, pre­gna di comprensione e pronta soccorrevo lezza » 8.

Nel 1951 concordò con Massimo Scaligero, personalità di spicco tra i suoi amici, di svolgere per la prima volta in Italia la « prima clas­se della Scuola Esoterica » istituita da R. Steiner. Tale impegno, mi­rabilmente assolto, deve considerarsi l'opera finale e conclusiva di Giovanni Colazza.

Morì il 16 febbraio 1953, stroncato da ictus cardiaco, nell'eser­cizio della sua professione medica. Centinaia di persone, di ogni estra­zione sociale, testimoniarono alle sue esequie l'amore e la stima che Egli aveva suscitato durante tutta la sua operosa vita.

Così come il dottar Colazza, tre giorni dopo la morte di Marie Steiner (27 dicembre 1948), « raccolse nel suo studio, al Corso d'Ita­lia, tutti gli amici e celebrò l'elogio supremo, che risuonò come un inno dì gratitudine, di elevazione a Colei che gli era stata amica dilet­ta, inferiore orientatrice per molti anni della sua vita [...] » 9, nel mo­mento del dolore e del disorientamento sopraggiunto alla sua scomparsa, toccò a Massimo Scaligero il compito di rianimare gli amici e di con­fermare la continuità di un'opera che non poteva essere interrotta. In tale compito, interamente assolto con fedeltà assoluta, Massimo Sca­ligero fu assistito fino alla fine (26 gennaio 1980) da quella ignota personalità cui egli stesso allude alle pp. 72 e 87 del suo Dallo Yoga alla Rosacroce, ed alla quale noi stessi siamo debitori di queste essen­ziali notizie biografiche, ma soprattutto della memoria indicibile di quell'Impulso che, tra passato e futuro, illumina la nostra tradizione.

In merito alla partecipazione alla rivista UR, M. Scaligero ci pre­cisò, in un colloquio personale, che il dottar Colazza non era in real­tà l'estensore degli articoli firmati con Usuo pseudonimo: Egli infatti sì limitava ad illustrare gli argomenti al direttore della Rivista, il qua­le provvedeva poi a redigerli per iscritto 10. Tale circostanza, estrema­mente indicativa di quella temperie spirituale, dell'alto senso di responsabilità ed impersonalità di quei ricercatori, ci ha confortato nella difficile decisione di redigere il ciclo di quattordici conferenze che G. Colazza tenne in Roma, con cadenza settimanale, dal 4 gen­naio al 12 aprile 1945, a commento del libro di Rudolf Steiner L'Ini­ziazione 31. La stesura che ne è derivata si discosta sensibilmente, nella forma, dal testo dattiloscritto in nostro possesso, al quale ci si è co­munque riferiti curando di rispettarne il più possibile lo « stile » ed il lessico. Tale testo, mai rivisto dall'autore, tratto per altro da uno stenogramma comprensibilmente lacunoso ed approssimativo, ci è stato gentilmente fornito dal Gruppo Novalis di Roma, al quale rivolgia­mo un sentito ringraziamento.

Sulla rivista Graal, 1-18, 1983-1987, avevamo già pubblicato, a puntate, le singole conferenze, che ora ripresentiamo, in una ulteriore edizione riveduta e corretta, nella forma di un libro organizzato in sette capitoli — ossia due conferenze per capitolo — cui abbiamo noi dato i titoli, secondo il criterio della immagine-sintesi degli argo­menti. Abbiamo visto così, non senza meraviglia, nascere un'opera dotata di vita propria: di dimensioni contenute, ma di poderoso respi­ro intcriore. Nulla abbiamo aggiunto che già non vi fosse: abbiamo soltanto composto la parola parlata secondo le esigenze della pagina scrìtta.

Nell'imminenza del quarantesimo anniversario della morte di Gio­vanni Colazza, crediamo non vi sia celebrazione più opportuna della pubblicazione di questo libro: con esso non si intende violare il magi­co silenzio del quale Egli rivestì il suo magistero, ma attestarne l'in-temporale continuità. Devotamente.

NOTE

1 M. Scaligero, Dallo Yoga alla Rosacroce, Roma 1972, p. 85. Scaligero

ritiene « fondamentale » questa testimonianza, perché la de Griinewald era par­ticolarmente vicina sia al dottor Steiner che alla Signora Steiner, sua amica d'in­fanzia.

2 Memorabili, in quelle occasioni, le conferenze tenute a Roma, ospite del­la principessa Elika del Drago, ed a Palermo. Vedi R. Steiner,Sulla via di Dama­

sco, Roma 1990, pp. 131, 168, nn. 1-2.

3 Scaligero, op. cit., pp. 86-87. Vedi anche E. Pappacene,

Di alcuni cul­tori della Scienza dello Spirito, Bari 1971, p. 188; anche Nicómachus, « Ricordo di Giovanni Colazza », Graal, 4, 1983, pp. 168 ss.

4 Orao, « Marie Steiner. L'Anima della Fedeltà », Graal, 25-26, 1989,

5 Sulla consistenza e l'importanza del contributo alla rivista UR-KRUR cfr. la ristampa fotostatica da noi edita, 3 voli., Teramo-Roma 1980-82) dei ri­cercatori orientati secondo l'indirizzo scientifico-spirituale, vedi Scaligero, op.

cit., pp. 81-82.

6 La bellissima lettera del Federici è leggibile per intero in Orao, op. cit., pp. 35-36. 7 Nicómachus, op. cit., p. 171.

8 Pappacena, op. cit., p. 189.

9 Orao, op. cit., p. 17.

10 Cfr. J. Evola, II cammino del cinabro, Milano 1963, p. 90: « Se fra i col­laboratori [di UR] si trovava qualche personalità nota, che accettò parimenti la regola dell'anonimia, vi erano però anche persone che in precedenza non aveva­no mai scritto e di cui io stesso avevo annotato alcuni insegnamenti dandovi una forma adeguata, salvo la loro approvazione definitiva del testo ». Sulla conside­ razione dell'Evola per G. Colazza, ibid., p. 29: « [...] ebbi anche occasione di

conoscere alcune personalità aventi effettivo valore, separabile dalle teorie a cui si appoggiavano. Ricorderò Decio Calvari, presidente della Lega Teosofica Indi­

pendente di Roma, Giovanni Colazza, che egualmente a Roma dirigeva un cen­tro antroposofico, cioè steineriano, il poeta Arturo Onofri che [...] aveva aderito allo stesso indirizzo ».

11 Vedi nota a p. 15.





LA TUA DATA DI NASCITA E IL TUO DONO

di Flora Azevedo



Non importa se credi nella magia. Nemmeno se sai qual è il numero che corrisponde alla tua nascita.

Il tuo regalo magico è qui, che tu lo sappia o no. Tuttavia, se lo scopri, hai più opportunità di ′′ coltivarlo ′′ e diventare un maestro del suo potere. In realtà, può rivelare il tuo dono magico che non sospetti nemmeno di possedere

Per conoscere il tuo segreto devi fare un calcolo.

Ad esempio se è nato il 1 settembre 1995 devi calcolare 1+ 9 + 9 + 5 = 24

24+1+9= 34

3+4 = 7

L ‘ importanza del tuo numero a una sola cifra è inestimabile. Conoscendo il tuo numero di nascita, ti troverai più vicino allo scopo della sua vita.

Numero 1 : Il mago

Il primo numero è il numero della Creazione. Si ritiene che questi che nascono sotto la loro influenza siano grandi streghe, poiché hanno il potere di far valere la loro volontà in questo regno. E voi avete una forte volontà. Tuttavia, non devi cercare di manipolare e controllare chi ti circonda.

La tua professione magica: manifestazione e coraggio

Numero 2 : L’ Empath.

Sei molto sensibile alle energie che ti circondano. Quindi, man mano che sei cresciuto, hai imparato a sentire e sentire quello che fanno gli altri e per questo sei diventato così compassionevole. Il tuo dono magico è nel tuo cuore e nel tuo terzo occhio mentre senti costantemente le correnti di energia che ti circondano. Devi usarli per alleviare il dolore degli altri, ma anche per ripristinare rapidamente la loro energia quando si connettono a terra e entrano in contatto con la natura.

La tua professione magica: sogni e intuizione

Numero 3 : La Tripla Luna

Questo numero incarna le tre fasi della luna. Questo è il motivo per cui le streghe pensano che tu sia uno ′′ strumento ′′ del ′′ Dio triplo e / o della Dea tripla ". Quindi, dentro di voi si trovano le forze di creazione e distruzione. La vecchia regola, ′′ fai attenzione a ciò che desideri ", si applica a te, poiché il tuo dono magico è che i tuoi pensieri e desideri possono diventare rapidamente realtà.

La tua professione magica: creazione e distruzione

Numero 4 : L’ Elementarista

Il numero 4 è correlato con i 4 elementi della Terra: Fuoco, Acqua, Aria e Terra. La tua essenza è in equilibrio con i quattro elementi o la terra ed è per questo che sei molto razionale con una mente forte. Come costantemente estrai energia dagli Elementi, è molto difficile che qualcuno ti maledica. Dal momento che Fuoco, Acqua, Aria e Terra creano un campo di forza magica intorno a te, devia la negatività.

La tua professione magica: magia elementare

Numero 5 : Lo Spiritista

Come il numero 4 simboleggia i quattro elementi della natura (Fuoco, Aria, Acqua e Terra), il numero 5 simboleggia il quinto elemento: lo Spirito (etere nella magia greca antica). I nati sotto la loro influenza sono in contatto con il regno spirituale e possono facilmente coniugare i poteri dell'Oltre. Questo è il motivo per cui rendono gli spiritisti perfetti, poiché sono regolati dal quinto elemento: lo Spirito!

La tua professione magica: contattare gli spiriti e la magia ancestrale

Numero 6 : L’ apprendista solare

Il numero 6 simboleggia il sole e tutto ciò che deriva dalla nostra Fonte di Luce. Quindi hai un forte flusso di energia dentro. Il tuo magico regalo viene dal sole. Incarna quindi tutte le benedizioni della vita e il suo potere. Sei un guaritore e un leader. Ma con grande potere viene una grande responsabilità. Impara ad usare il tuo magnifico potere nel modo più etico.

La tua professione magica: magia rituale, ogni incantesimo e guarigione

Numero 7 : L’ apprendista lunare

Il numero 7 simboleggia la Luna e tutta la magia che deriva dalla Grande Signora della Notte. Il tuo dono magico è pura magia indomabile della Luna. È molto raro seguire la magia rituale, perché istintivamente sai cosa fare. E di solito non fai lo stesso due volte. Improvvise a causa della tua intuizione altamente attiva. Inoltre, un altro dei tuoi regali magici è sognare sogni profetici. Se li interpreti correttamente e ti fidi di loro, puoi compiere miracoli!

La tua professione magica: visioni e sogni profetici

Numero 8 : La strega tradizionale

Questo numero è considerato uno dei più magici.

Il numero 8 corrisponde a gli 8 Sabbat delle streghe, a gli 8 angoli del mondo. Se il tuo compleanno è 8, allora hai un grande potere magico correndo attraverso di te, ma si attiverà ancora di più se riuscirai a sintonizzarti e festeggiare i Sabbat. Hai una bussola interna molto precisa ed è per questo che puoi distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

La tua professione magica: la manipolazione dell'energia e dell'alchimia

Numero 9 : Lo sciamano

L ' ultimo numero simboleggia l'unione di tutto quanto sopra. È la porta da dove tutto finisce e tutto ricomincia. Ecco perché vedi cose come nessun'altra. Il tuo dono magico è la tua natura artistica e creativa e che spesso vedi situazioni in una prospettiva molto interessante. Per questo puoi guarire.

Come il numero corrisponde alla morte e alla rinascita, hai una capacità naturale di sentire fantasmi e spiriti, ma se impari ad usare questa abilità, puoi anche trascendere il mondo come fanno tutti gli sciamani.


Flora Azevedo