Di Anonimo
Era il 18 ottobre 2017 quando dal telescopio Pan-STARRS delle Hawaii venne annunciato che un oggetto interstellare proveniente dallo spazio profondo era entrato nel nostro sistema solare. Lo chiamarono ʻOumuamua. A differenza di tutte le altre comete scoperte fino a quel momento, ʻOumuamua stava “accelerando” mentre lasciava il nostro sistema solare. Sembra che questo sia impossibile per un oggetto di origine naturale.
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Queste anomalie hanno portato l'astrofisico Avi Loeb, a capo del Galileo Project, direttore fondatore della Black Hole Initiative dell’Università di Harvard, a ipotizzare che ʻOumuamua potesse essere una vela solare artificiale. Una specie di “sonda” mandata da qualcuno a studiare il nostro Sistema Solare. Comunque, col tempo ʻOumuamua lasciò il nostro sistema solare, nessuno ne parlò più
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Sembra che ora ci risiamo. È entrato nel sistema solare un oggetto proveniente dai confini estremi della nostra galassia. Lo chiamano 3I/ATLAS. A differenza delle nostre comete classiche che orbitano attorno al Sole in percorsi ellittici, 3I/ATLAS segue un’orbita iperbolica, aperta e non vincolata al nostro Sole.
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Anche questo oggetto possiede enormi stranezze, non riscontrabili in altre comete. 3I/ATLAS aveva la “coda” attiva quando si trovava molto oltre l’orbita di Giove. Questo è un fatto anomalo perché le code delle comete si formano quando il sole fa sciogliere il ghiaccio che le circonda. Questi vapori formano “la chioma”. Ma se ci trovassimo sul pianeta Giove, il Sole apparirebbe una stella tra le tante. Avremmo difficoltà a riconoscerla, se nessuno ci dicesse che è il nostro Sole. Come ha fatto il suo calore, vicino allo zero assoluto in quel punto del sistema solare, a far sciogliere il ghiaccio della cometa e a generare la “coda”?
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Inoltre, la coda di 3I/ATLAS mantiene un’attività stabile senza episodi di frammentazione o esplosioni improvvise. Sembra una sorta di “getto continuo”, come lo scarico di un motore a reazione. Per essere più precisi, il telescopio spaziale Hubble ha rivelato una forma a “goccia lacrimale” con un bozzolo di polvere che non presenta una coda cometaria distinta. È solo un “codino” sporgente, davvero anomalo.
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Le dimensioni del nucleo, stimate tra 320 metri e i 5,6 chilometri. Nonostante le sue piccole dimensioni, la chioma ellittica si estende per 24.700 km, circa due volte il diametro terrestre. È di un colore anomalo, rossastro, molto diverso dalla maggior parte delle comete.
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Secondo i dati del Jwst, in questo oggetto spaziale anidride carbonica e acqua sono presenti nella chioma in un rapporto di 8 a 1. Per capire quanto sia strano questo dato, basta pensare che nelle comete del nostro Sistema Solare questo rapporto è normalmente di 1 a 10. È come trovare un pesce che respira aria invece di acqua.
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Queste e altre anomalie hanno spinto il professor Avi Loeb dell’Università di Harvard a pubblicare un articolo su arXiv suggerendo che, come ʻOumuamua, anche 3I/ATLAS sia un oggetto di origine artificiale, una secondo “sonda” venuta a studiare il nostro sistema solare. Lo scienziato sostiene che la traiettoria di questo oggetto spaziale sembrerebbe essere stata deliberatamente selezionata da un’intelligenza extraterrestre, in modo da passare abbastanza vicino a Giove, Marte e Venere, potenzialmente per dispiegare in segreto delle sonde. Ha addirittura suggerito di abbatterlo quando sarà abbastanza vicino per poterlo fare, nel 2026. Restate connessi…
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