Di Patty Viganรฒ
Il caso di Daniel Fry si erge come una delle piรน significative e rassicuranti testimonianze di contatto extraterrestre nella storia dell'ufologia. Lungi dalle narrazioni di abduzioni traumatiche, la sua esperienza, avvenuta nel 1950 nel cuore del New Mexico, offre una visione profondamente positiva e istruttiva dell'interazione tra l'umanitร e civiltร avanzate.
Daniel Fry, un ingegnere altamente qualificato con un ruolo cruciale nello sviluppo di propellenti missilistici per la Bell Aircraft Corporation, possedeva un rigore scientifico e una credibilitร professionale che rendono il suo racconto particolarmente degno di attenzione.
Il 4 luglio 1950, mentre si trovava nelle vicinanze di WhiteSands, un sito noto per le sue energie particolari e gli avvistamenti, Fry si imbattรฉ in un fenomeno straordinario. Osservรฒ un disco metallico dalla finitura impeccabile, privo di giunture visibili, posato silenziosamente a terra. La sua curiositร scientifica lo spinse ad avvicinarsi, e fu allora che si manifestรฒ il contatto.
Una voce chiara e distinta, che risuonava direttamente nella sua mente – una forma di comunicazione telepatica che da allora รจ stata spesso riportata in contesti simili – si presentรฒ come Alan, un rappresentante di una civiltร avanzata proveniente da un altro sistema stellare. Alan lo invitรฒ a bordo del velivolo.
L'interno della nave, secondo la descrizione di Fry, era un modello di tecnologia pulita ed efficiente. Alan, non si mostrรฒ, ma la comunicazione rimase fluida e diretta. L'UFO, in un dimostrazione di capacitร tecnologiche ben oltre la nostra comprensione, intraprese un volo ad altissima velocitร con Fry a bordo. In pochi minuti, l'ingegnere fu testimone di una visione mozzafiato della Terra dall'alto, sorvolando il continente americano a velocitร sbalorditive, fino a scorgere chiaramente la cittร di Chicago.
Ciรฒ che rende l'esperienza di Fry cosรฌ rilevante รจ la sua natura intrinsecamente pacifica e il messaggio che ne derivรฒ. Il viaggio non fu un atto di forza o di intrusione, ma un gesto di apertura e conoscenza. Alan spiegรฒ che la loro civiltร monitorava il progresso dell'umanitร con benevolenza. Il loro scopo non era l'interferenza o l'invasione, ma l'osservazione e, quando possibile, un discreto supporto.
Il nucleo del messaggio di Alan era un'urgente esortazione alla pace e alla fratellanza. Con la consapevolezza delle crescenti capacitร distruttive dell'umanitร (eravamo all'alba dell'era nucleare), gli esseri di Alan esprimevano una profonda preoccupazione per la nostra tendenza alla guerra e all'autodistruzione. Essi desideravano che l'umanitร comprendesse il proprio potenziale e la necessitร di superare le divisioni per costruire un futuro armonioso.
Al termine di questa breve ma intensissima esperienza, Daniel Fry fu delicatamente riportato al punto esatto da cui era partito, senza alcun trauma o segno di coazione, ma con una mente arricchita e una prospettiva cosmica ampliata. La sua successiva decisione di pubblicare il resoconto nel suo libro "The White Sands Incident" nel 1954 fu un atto di coraggio e un contributo fondamentale alla nascita di un filone di contattismo che enfatizza la benevolenza e il potenziale evolutivo degli incontri extraterrestri.
Il caso Fry, ci offre un archetipo di incontro costruttivo e positivo, suggerendo che, al di lร delle paure e dei pregiudizi, l'universo possa ospitare intelligenze pronte a guidarci verso una maggiore consapevolezza e un futuro di pace, se solo siamo pronti ad ascoltare. La sua testimonianza rimane un faro per chi crede che il contatto con altre civiltร possa essere un catalizzatore per la nostra evoluzione.
Dalla pagina Hercolubus o pianeta rosso- it