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Saturday, November 6, 2021

CENTO AFORISMI MASSONICI





Pubblicato il 28 Maggio 2018 da Giorgio Nicoletti


Cento Aforismi Massonici

George Oliver (1781–1861), nativo del Surrey in Inghilterra, è stato uno dei più prolifici scrittori di libri sulla massoneria degli ultimi due secoli. La sua prima opera fu un ponderoso studio su “Le Antichità della Massoneria”, in cui affermava che la Massoneria aveva origini lontanissime nel tempo, agli albori della storia, insegnata da Seth ai suoi discendenti, salvaguardata da Mosè, tramandata dai Patriarchi di Salomone, e da loro fino ai giorni nostri.

Il reverendo Oliver (prete cattolico, perfettamente a suo agio nelle logge massoniche, che riteneva intrise di esoterismo cristiano, vedi al sua opera “La Stella d’Oriente”) ha svolto approfonditi studi anche sui rituali massonici e le loro origini. Ha dedicato anche una nutrita serie di aforismi alla vita di Loggia ed ai principi della Massoneria. Ne riportiamo alcuni, un centinaio, tratti dal sito della loggia massonica Atanor, ripresi a loro volta dal sito massonicdictionary.com



I

La Massoneria è un sistema meraviglioso di moralità celato in allegorie e illustrato da simboli.



II



Se tu resti in silenzio quando la Massoneria è attaccata tu condanni con le tue azioni ciò che la tua coscienza approva.



III



Se sei un Massone Cristiano in tutte le occasioni devi operare in modo da assolvere i doveri della moralità cristiana che sono racchiusi nelle tre categorie: Dio, il tuo prossimo e te stesso.

IV



I benefici che derivano dalla Massoneria sono stati descritti bene da Ovidio e da Orazio quando affermano che: “Ingenuas didicisse fideliter artes emollit mores. Asperitatis et invidiae corrector et irae”; queste parole possono essere tradotte così: “ Avendo imparato fedelmente le arti liberali, attenua la tua condotta ed opera correggendo la natura cattiva, l’invidia e la collera”.



V



Soggiogare le passioni è stato uno scopo di tutta l’umanità sul quale hanno tutti riposto le loro speranze. Da qui deriva la prima idea del conosci te stesso, che era scritto sul portale dei templi pagani e che era uno stimolo alla virtù, di cui era il primo insegnamento, e che conduce a un desiderabile completamento in cui tutte le qualità sono unite per soggiogare le passioni.



VI



Se intendi perseguire lo studio della Massoneria con un benefico risultato è indispensabile che tu frequenti regolarmente la Loggia. Questo è il tuo apprendistato e senza di esso non diventerai mai un brillante ed insigne Massone. Non vi sono scorciatoie per acquisire la conoscenza.



VII



La Loggia non deve essere intesa semplicemente come un luogo in cui i Massoni si riuniscono per svolgere delle mansioni, ma il corpo aggregato dei suoi membri. Quest’ultima, strettamente parlando, è la Loggia; la prima, invece, è solo la stanza della Loggia.



VIII



Una persona incompetente alla guida di una Loggia è come un falco in volo dal quale tutti gli uccelli inferiori s’affrettano a sfuggire e lo lasciano come il solo inquilino del cielo.Allo stesso modo un tale Maestro Venerabile farà sì che la Loggia sia disertata dai suoi membri ed egli resterà solo nella sua gloria.



IX



Se pensi di frequentare la tua Loggia recati all’ora che è stata indicata dalla convocazione. Chiunque è in ritardo, disturba i Fratelli e interrompe i lavori della Loggia.



X



Quando sei seduto in Loggia ricordati della tua condizione. Se sei un Ufficiale di Loggia compi il tuo dovere e niente più. Se sei semplicemente un Fratello il tuo compito è di ascoltare e di non parlare.Un’interferenza inopportuna è sconveniente in un Massone: essa potrebbe provocare un danno ed anche se non lo provoca non può dar luogo ad alcun beneficio.



XI



Sii sempre obbediente al Maestro Venerabile. L’obbedienza è una virtù di grande importanza per il tuo carattere di Massone e per il benessere della Loggia. Senza obbedienza la saggezza non è operativa, laforza perde il suo potere e la bellezza la sua grazia. Confusione e discordia scacceranno presto coloro che occupano il luogo sacro.



XII



Per nessun motivo o per convinzione dovrai mai soffrire per essere stato sedotto a far parte di un gruppo ostile agli Ufficiali che sono a guida della Loggia. Se agisci così sarai un uomo lodevole e il tuo perfezionamento in Massoneria sarà sicuro, al contrario, sarà ostacolato.



XIII



Nel periodo in cui importanti compiti impegnano l’attenzione dei Fratelli non devi lasciare il tuo posto o intrattenerti in conversazione con il tuo vicino, neanche con bisbigli. Non devi neppure spostare la sedia o il banco su cui sei seduto o fare qualsiasi altro rumore che disturbi il Maestro Venerabile e gli altri Ufficiali nell’esecuzione dei loro rispettivi doveri. Il silenzio è la caratteristica fondamentale di una loggia ben regolata. Ho conosciuto molte Logge che si sono deteriorate per non aver seguito con la dovuta attenzione questi piccoli particolari.



XIV



Se hai l’ambizione di presiedere una Loggia prima di tutto impara ad obbedire. Fai in modo che il tuo percorso sino agli incarichi più elevati sia graduale. Se vuoi capire il tuo dovere passa attraverso i gradi inferiori. L’ufficio di Diacono renderà familiare la tua mente ai lavori di Loggia. Potresti allora aspirare ad essere Sorvegliante che è un gradino per la Maestranza.



XV



Quando sei in riunione nella stanza della Loggia devi essere cortese con i tuoi compagni di lavoro; chiama ognuno di loro con il nome di Fratello. L’invidia, od ogni altra passione malefica, non deve trovare posto in una Loggia Massonica. Tuttavia, il merito deve essere assegnato a chi il merito è dovuto. La regola è di promuovere l’altrui benessere e di gioire dell’altrui prosperità.



XVI



Potresti essere chiamato dal Maestro Venerabile a esprimere la tua opinione su qualsiasi argomento che è presentato all’attenzione della Loggia. Devi esprimerti in modo temperato con un linguaggio appropriato. Qualsiasi leggerezza o scherzo su argomenti seri devono essere attentamente evitati.



XVII



Durante il periodo di ricreazione è permessa una libera conversazione, ma si deve svolgere entro i limiti della decenza; tuttavia, anche in questo caso devono essere evitati argomenti di politica o di religione.

Nel caso di una disputa tra due Fratelli il Maestro Venerabile deve farla terminare immediatamente e con fermezza. Infatti, qualsiasi sia la relazione che due Fratelli possono avere nel mondo qui essi sono Fratelli. Niente sarà permesso tranne ciò che è strettamente consono con i canoni dell’armonia e dell’amore fraterni.



XVIII



E’ una giusta dottrina quella secondo cui quando la Loggia è aperta tutti i Fratelli siano allo stesso livello, ma quando questa è chiusa ed iniziano i lavori essi sono divisi dalla squadra. Ma ciò non si estende al di fuori delle quattro mura della stanza della Loggia.

Nel mondo l’onore deve essere dato quando l’onore è dovuto e un Massone che appartiene a una classe sociale inferiore, sebbene sia stato ammesso tra di noi in base all’influenza di un buon rapporto sulla sua regolarità di condotta e la proprietà di comportamento, non deve presumere di prendere una non dovuta libertà con i suoi superiori in grado al di fuori di quelli verso i quali gli è stato permesso come se non fosse un Massone.



XIX



Quando un estraneo si presenta alla tua attenzione con il carattere di Massone è tuo dovere essere particolarmente acuto nel tentativo di costatare se le manifestazioni sono genuine. Poiché, se fosse provato che è una spia la più piccola parola o un suggerimento che egli potrebbe raccogliere da qualsiasi indiscrezione da parte tua potrebbe essere sufficiente per fondare un’ipotesi che potrebbe essere sfacciatamente inventata come una nuova e importante scoperta. Stai attento a ciò.



XX



L’amore fraterno è la molla principale della Massoneria. Se lo rimuovi la macchina cade a pezzi e l’intera fabbrica si dissolve come nebbia al sole. L’amore fraterno ha i suoi doveri imperativi che, come Massone, sei obbligato a compiere. Se un fratello è ingiuriato devi proteggerlo; se è calunniato devi giustificarlo; se perseguitato devi difenderlo: sin tanto che è prudente farlo senza compromettere i tuoi interessi.



XXI



Quando un Fratello usa espressioni offensive all’interno di una discussione, non contraccambiare ma prendi tempo per capire con calma se queste espressioni erano solo momentanee manifestazioni dell’animo o se, al contrario, erano il frutto di un insulto premeditato; nel primo caso dimenticale, nel secondo, perdonalo ma nel futuro sii cauto nel dargli fiducia.



XXII



Come hai una reverenza filiale verso i tuoi genitori, così, come Massone, devi avere una venerazione patriottica per coloro che governano il tuo paese. Non disturbare mai la tranquillità pubblica unendoti in complotti o in cospirazioni contro la pace e l’ordine della nazione o contro il governo sotto il quale vivi e sei protetto. Un Massone deve essere un uomo pacifico e deve praticare in pubblico le lezioni di sottomissione, calma, ed obbedienza che gli sono state insegnate in Loggia. La distruzione dell’ordine è un peccato.



XXIII



Quando incontri un profano che continua a porti domande non fare la parte dell’Asmodeo benevolente e chiudi la tenda che copre i segreti della Loggia, taglia corto e digli che se desidera conoscere i segreti della Massoneria la Loggia è a portata di mano e così potrà soddisfare la sua curiosità a un costo insignificante. Se non accetta digli che vivrà e morirà nell’ignoranza che sarà ancora più impervia per le sue congetture inconcludenti, nessuna delle quali potrà in alcun modo avvicinarsi alla verità.



XXIV



Quando raccomando una diligente attenzione agli interessi della Massoneria non vorrei che fosse capito che ti suggerisco quest’atteggiamento a scapito dei tuoi impegni mondani. L’una è indispensabile, gli altri sono uno svago. In nessun caso le occupazioni necessarie della vita devono essere trascurate. Devi provvedere ai bisogni della tua famiglia, devi conservare il tuo stato morale, i tuoi impegni devono essere assolti e devi applicarti puntualmente nel tuo lavoro. Tuttavia, se sei un prudente economo del tuo tempo, tutti questi doveri ti lasceranno una gran quantità di tempo libero per soddisfare le esigenze della Massoneria. I primi devono essere assolti e le seconde devono essere soddisfatte. I caratteri di un membro buono e lodevole dell’istituzione, e di un Massone zelante, non sono inconciliabili o incompatibili con i tuoi doveri nel mondo, al contrario, possono essere facilmente mescolati. Questo è un gran segreto e colui che lo segue sarà rispettato sia nel mondo profano sia in Loggia.



XXV



Non iniziare mai una controversia con un profano; come un serpente sordo egli chiuderà i suoi orecchi e si rifiuterà di ascoltare la voce dell’incantatore il cui fascino non sarà mai così saggio. Non importa quanto siano chiari i tuoi fatti, o quanto convincenti le tue argomentazioni, egli non crederà ai tuoi ragionamenti. Anche se tu griderai con ansia, Oh Baal! ascoltaci, e persino se ti taglierai con coltelli e bisturi per attirare la sua attenzione, non vi sarà né ascolto né risposta, né qualsiasi altro riguardo. Potresti anche cercare di smorzare il sole sciogliendolo con palle di neve, o tagliare la roccia in pezzi con un rasoio, per fare impressione sulla mente di un tale uomo.



XXVI



Per quali ragioni il Fratello Rossi fa pochi progressi nella conoscenza della Massoneria? Indolenza. Perché il Fratello Bianchi ha fallito nel manifestare un buon carattere come Maestro Venerabile della sua Loggia? Perché egli era indolente. Ti chiedi perché il Fratello Rossi non è mai passato al Secondo Grado? Rispondo, perché egli era un uomo pigro. L’indolenza è la madre del vizio. Le cattivi abitudini possono essere superate, il vizio corretto e la collera controllata, ma l’indolenza raramente, e forse mai, è sconfitta.



XXVII



In nove casi su dieci se sei amabile con te stesso gli altri saranno amabili con te.



XXVIII



Il tuo amore per la Massoneria sarà deciso dalla frequentazione dei suoi lavori. Dove è il tuo tesoro anche là dovrà trovarsi il tuo cuore.



XXIX



Il Maestro Venerabile di una Loggia deve essere cortese ma risoluto; scrupoloso ma deciso. La carica di Maestro Venerabile è una prova che pochi superano con piena soddisfazione; essa si fonda sulla prudenza, la discrezione e il giudizio. Quibus in rebus duo maxime fugienda sunt – ne quid effeminatum aut molle, et ne quid durum aut rusticum sit. [Nella vita si devono seguire due massime: non essere effeminato o debole, né duro o rozzo, N.d.C.].



XXX



Il silenzio, il segreto e la calma del temperamento sono caratteri indubbi del vero Massone. Colui che si vanta continuamente del suo sapere può essere considerato come un vuoto ciarlatano. Il rumore non è saggezza. Coloro che dichiarano in modo ostentato i loro meriti qualche volta possono gioire dalla soddisfazione di aver ingannato ma, alla fine, la loro vanità sarà smascherata.



XXXI



Il silenzio è l’attributo eminente della Divinità. Egli nasconde all’umanità i misteri segreti della sua Provvidenza come una lezione alle Sue creature. Il più saggio degli uomini non è in grado di penetrare gli arcani dei cieli, né può predire oggi cosa potrà accadere domani.



XXXII



Se ascolti un uomo che si vanta delle sue abilità, dei suoi successi, della sua dignità o della sua posizione nella vita, non rivelargli i tuoi segreti.



XXXIII



I piaceri delle nostre ricreazioni sono innocenti ed innocui. Colui che li disprezza non è degno di essere un Fratello; infatti, o è un’ipocrita, un formalista o un impostore. Guardati da lui.



XXXIV



Quando sei in Loggia sorveglia i Fratelli litigiosi. La verità è piccola di fronte all’amore fraterno. Un Fratello litigioso disputa contro la verità come contro l’errore e sia vittorioso sia perdente continua a discutere e a litigare, dibatte e disputa sin tanto che avrà scacciato dalla Loggia ogni Fratello di spirito retto.



XXXV



Unità ed amore, insieme all’umiltà sono la salvaguardia di una Loggia e se qualcuno si oppone ad esse consideralo come un nemico.



XXXVI



Il Maestro Venerabile di una Loggia è amato dai Fratelli? Assicurati che sia un uomo amorevole, intelligente e giusto.



XXXVII



Colui che possiede uno spirito disposto ad imparare può aspirare ad ottenere i massimi onori della Massoneria. Egli vede ed ascolta ogni cosa e non tradisce alcunché.



XXXVIII



Sopportare e pazientare è una massima banale ma molto utile. Se ritieni di essere stato offeso o persino insultato da un Fratello non dare spazio ad un risentimento improvviso o sconsiderato, ma aspetta il corso degli eventi; non perderai niente nel rimandare. Egli potrebbe averlo fatto senza intenzione. In ogni caso ammoniscilo in privato; agendo così potrai comprendere bene come sono andate le cose e forse potrai essere soddisfatto da una spiegazione. In tal modo l’armonia può essere ristabilita e resterete reciprocamente compiaciuti.



XXXIX



Quando parli di Massoneria in compagnia di amici se vedi che uno di loro scuote la testa di fronte ad un’osservazione o ad un fatto o sembra molto saggio e conosce l’argomento, consideralo come una spia e termina la conversazione. Egli ti tradirà con sarcasmo, ti denunzierà e ridicolizzerà i tuoi propositi con qualche scherzo non apprezzabile e rozzo e quindi scuoterà la sua testa vuota come segno della sua saggezza e del suo tatto nella scoperta di segreti occulti che hanno sfidato ogni comprensione: egli ha trovato un prezioso diamante in un sacco di carbone.



XL



Le quattro virtù cardinali sono i perni su cui ruotano tutte le altre: esse fanno parte dell’insegnamento morale della Massoneria e sono state introdotte nel sistema massonico come guide e direttive per indicare la via verso la felicità oggi e nell’avvenire.



XLI



I gioielli morali, rimovibili e irremovibili, sono ammonitori silenziosi per trasmettere istruzioni alla mente. Dai primi sono insegnate la moralità, la giustizia l’eguaglianza e l’integrità, con i secondi ci si riferisce alla Prima Grande Luce e al metodo di perfezionare e umanizzare lo spirito incolto dell’uomo attraverso istruzioni morali e conoscitive sin tanto che esso diventi, dopo aver trascorso un’intera vita in un cammino di pietà, virtù e benevolenza, così perfetto in tutti i suoi pensieri, affetti ed azioni, da non poter essere altrimenti messo alla prova dalla Squadra della Parola Santa di Dio e dal compasso della coscienza che giudica.



XLII



La via verso l’eccellenza è appositamente disseminata da spine per promuovere l’ardore della ricerca e suscitare diligenza nell’applicazione dei talenti nel lavoro.

Pater ipse

Haud facilem esse viam voluiti

Cursi acuens mortalia corda,

Nec torpere gravi passus sua regna veterno.

(Lo stesso Padre –

Volle che fosse difficile la via,

Pungendo i cuori mortali d’affanno

Né permise al suo regno

un sonno pesante. Virgilio, Georgiche, 1,121-126)



XLIII



Se un qualsiasi Fratello avrà abbandonato la Massoneria piuttosto di essere turbato dall’investigare le sue genuine bellezze, consideralo come un uomo che ha una mente debole e un carattere mutevole e che potrebbe rinunziare a qualsiasi bene per amore della tranquillità, come un animale indolente che divora i propri escrementi piuttosto che esporsi alla fatica di ricercare un cibo più salutare e nutriente.



XLIV



Segni, parole e prove sono indicati come le chiavi del nostro tesoro. Tuttavia, se venissero perse il tesoro rimarrebbero ancora nello scrigno accessibile al Fratello laborioso senza il loro aiuto.



XLV



Se un Fratello consegna il suo denaro per scopo caritatevole solo quando viene menzionato il suo nome e lesina i suoi spiccioli quando l’offerta deve rimanere sconosciuta allora reputalo come una persona di mente ristretta e incapace di compiere alcun compito grande o nobile che sia.



XLVI



Sii sempre moderato nei tuoi piaceri e sobrio nelle ricreazioni non solo per il tuo benessere, ma a beneficio di tutta l’Istituzione. Paley definisce l’ubriachezza come un vizio sociale gioioso capace, come altro vizio, ad attrarre gli altri sulla base dell’esempio. Il bevitore raduna la sua cerchia di amici e questa si espande naturalmente; tra coloro che sono attratti in questa cerchia molti diventano corruttori e creano loro stessi delle cerchie; ciascuno di essi approva ed emula gli altri sino al punto in cui l’intero vicinato è infetto dal contagio di un singolo esempio.



XLVII



Negli attuali tempi agitati è un dovere incombente su tutte le Logge dei Massoni, disperse come sono, non solo nel regno ma in ogni paese sotto la calotta dei cieli, manifestare se stesse al mondo come un corpo dotato di una grande attività nel compiere ogni dovere morale e sociale. Il mondo da noi si aspetta i frutti sboccianti di un’Istituzione che professa di investigare la conoscenza e di lavorare per il perfezionamento dello spirito e il miglioramento del cuore.



XLVIII



Il Massone che conosce i fini per cui è stato creato, e quale sarà il suo probabile destino in un mondo migliore, può essere stimato come un Fratello saggio e colto.



XLIX



Il lavoro è la regola in Massoneria mentre la ricreazione l’eccezione.



L



La grande eccellenza del nostro sistema allegorico consiste nella felice distribuzione della storia, della conoscenza, della morale e della metafisica negli insegnamenti dei Tre Gradi. Il progetto è estremamente assennato ed è stato eseguito con completo successo.



LI



Guardati da colui che è veloce nel scoprire gli errori, ma lento nell’apprezzare il merito e la virtù.



LII





Come una pietra grezza può essere squadrata e levigata dalla mano di un abile lavoratore così molti spiriti informi possono essere moralizzati per effetto dell’educazione e dell’esempio e possono diventare buoni e utili membri dell’Istituzione.



LIII



Se possiedi una propensione per una qualsiasi ricerca non aver fiducia di quell’uomo che la adula in modo presuntuoso — egli ha cattive intenzioni verso di te.



LIV



Se porgi una mano a un Fratello e lui allunga due dita, stai attento al tuo borsellino. L’assunzione di superiorità senza fondamento è in linea di principio disonesta e l’uomo che si vanta per qualcosa di cui non ha diritto non esiterebbe a rubarti il portafoglio.



LV



L’ostilità di un profano è nociva, ma è peggiore la confusione che deriva dalle colpe e dagli errori di un Fratello senza giudizio.



LVI



Se un Fratello soffre a tal punto da diventare apatico, egli presto cesserà di essere un Massone.



LVII



Quante dispute nascono da inezie! Il loro numero potrebbero diminuire molto se ognuno si ponesse volontariamente questa domanda: è meglio sacrificare un punto che non ha valore o perdere un amico che è più prezioso di un rubino?



LVIII



È utile osservare che in molte lingue la parola che indica in senso stretto la direzione di un percorso o la perpendicolarità viene anche usata in senso figurato per esprimere la rettitudine della condotta. In Latino questa parola è rectum che significa allo stesso tempo una linea retta e onestà ed integrità; la parola greca è ortos, che significa diritto ed anche ragionevole, giusto e onesto; in ebraico la parolatsedek che in senso fisico denota esattezza e linea retta in senso morale indica ciò che è retto e giusto. La nostra parola diritto porta con sé questa peculiarità.



LIX



Prima di considerare un uomo come un buon Massone lascia che svolga il suo compito di Maestro Venerabile. Questa è la prova che manifesta in modo infallibile sia le virtù sia i difetti, l’imbecillità mentale e la forza morale. Se egli trascorrerà il suo anno di apparente onore con vera saggezza e credibilità allora egli avrà acquisito nobilmente il carattere di un Massone degno di lode e intelligente.



LX



Colui che disprezza la Massoneria, dopo aver avuto l’opportunità di conoscere le sue bellezze, non possiede alcuna qualità che lo possa rendere degno di stima.



LXI



Valuta se la tua Massoneria è passiva, negativa o positiva. Nel primo caso presto l’abbandonerai; se la consideri negativa manterrai i contatti con essa solo per motivi conviviali; ma se è positiva il tuo cammino sarà glorioso e la sua conclusione onorevole.



LXII



Quando un profano critica la conoscenza non rispondergli ma ascolta attentamente le sue parole; quest’ultime per caso possono richiamare qualche tema, una parte o un segreto che è sfuggito alla tua attenzione e il tal senso egli potrebbe essere utile e portare qualche beneficio:

Come il rospo – brutto e velenoso, che possiede un gioiello prezioso nella sua testa.



LXIII



I tre sensi dell’ascoltare, vedere e sentire sono in Massoneria tre importanti sorgenti di conoscenza.



LXIV



Ascoltando puoi acquisire una conoscenza degli insegnamenti; vedendo puoi osservare i simboli che trasmettono un muto insegnamento per il Fratello che è attento; e col sentire puoi essere in grado di usare gli strumenti della Massoneria e scoprirti come un Fratello nelle tenebre o nella luce.



LXV



Stima il Fratello che prova piacere nel fare carità e non ciancia su ciò; accoglilo nel tuo cuore e trattalo come un credito alla Massoneria e un onore per l’umanità.



LXVI



E’ dovere di ogni uomo onesto, così come di ogni genuino Massone, scoprire e smascherare ogni curiosità impertinente.



LXVII



L’abbigliamento è un segno dello spirito. Se sei pulito e preciso nella tua persona i tuoi pensieri saranno puri e le tue aspirazioni saranno sacre. N.B. Ciò non è sempre vero.



LXVIII



Il gesso, il carbone, il crogiolo di cotto o di creta sono gli emblemi che sono stati adottati dai nostri antichi Fratelli per esprimere certe qualità senza le quali non ci si può aspettare nessun progresso in Massoneria. Niente è più facile da usare del gesso che raramente viene toccato ma lascia dietro la sua impronta; niente e più ardente del carbone poiché quando è stato ben acceso nessun metallo può resistere alla sua forza; niente è più premuroso della creta, la nostra madre terra, che aprirà le sue braccia per riceverci, quando tutti i nostri amici ci avranno abbandonato.



LXIX



Sii molto cauto verso colui che raccomandi come candidato per l’iniziazione; un passo falso a questo punto può essere fatale. Se introduci una persona litigiosa genererà confusione che può portare alla dissoluzione di una Loggia. Se hai una buona Loggia mantienila selettiva. I grandi numeri non rappresentano sempre un beneficio.



LXX



Guardati da un uomo che ha commesso un’azione disonorevole; se vi sarà l’occasione egli sicuramente la ripeterà.



LXXI



E’ un Fratello saggio colui che sa come chiudere un discorso quando ha detto tutto ciò che è pertinente ad un certo argomento.



LXXII



Gli ornamenti della Loggia sottolineano i problemi e le vicissitudini della vita con lo scopo di indurci a coltivare l’armonia, a fare carità e a vivere in unità e con amore fraterno.



LXXIII



Colui che inizia un lavoro senza la saggezza per progettare, senza la forza per sostenere e senza la bellezza per adornare sarà come l’uomo folle descritto nelle Sacre Scritture che costruisce la sua casa sulla sabbia. Quando il vento soffia e sopraggiunge l’alluvione i fondamenti del suo lavoro saranno scossi e in seguito il crollo sarà completo.



LXXIV



Il Maestro Venerabile di una Loggia deve possedere una certa capacità di eloquenza per permettergli di spiegare i simboli, per illustrare le allegorie e per istruire i Fratelli nei principi generali della Massoneria, così come per eseguire gli usuali lavori di Loggia. Il suo modo di parlare deve essere chiaro, breve e diretto allo scopo. Declamazioni, ornamenti o figure retoriche del linguaggio confondono l’oratore senza produrre alcun effetto benefico sugli ascoltatori. Quello che viene richiesto è un linguaggio piano ed accessibile.



LXXV



Chiunque propone un qualsiasi nuovo schema a beneficio della Massoneria si deve aspettare un forte e prolungato applauso se avrà successo e una forte derisione se avrà la sfortuna di avere sbagliato.



LXXVI



Guardati dal procrastinare: giustamente il procrastinare viene chiamato il furto del tempo.

Colui che rimanda di giorno in giorno un lavoro,

Sta sulla riva del fiume aspettando

Sin tanto che lo scorrere del corso d’acqua che lo ha fermato

sia terminato

Che, come scorre scorrerà per sempre.



LXXVII



Quando una Loggia diventa disordinata questa è perduta. Vuoi soggiogare la turbolenza e restaurare l’armonia? Dimetti il Maestro Venerabile.



LXXVIII



Sii cauto nel trattare con un uomo che non pensa ad altro che a se stesso.



LXXIX



Colui che si compiace di possedere le Chiavi, raramente avrà interesse per la stanza.



LXXX



Un uomo può parlare per un’ora e non dire niente; un altro con una sola parola può convincere e dirimere una disputa. Quest’ultimo è eloquente mentre il primo è vano, vuoto e insignificante.



LXXXI



Non dare mai ascolto a quelli che tentano in modo insidioso di dissuaderti dal compiere il tuo dovere, al contrario, rimproverali. Ho conosciuto una buona Loggia, formata da cinquanta fratelli, che è stata completamente distrutta dall’ammissione di un solo membro intrigante. In tre anni egli riuscì a fomentare costantemente dispute creando una così grande insoddisfazione che i suoi membri migliori più vecchi poco alla volta se ne andarono con disgusto sin al punto che il numero dei membri si ridusse in modo tale che la Loggia non poteva neanche essere aperta. A quel punto gli arredi e i gioielli vennero venduti e il brevetto venne riconsegnato alla Gran Loggia.



LXXXII



Quando stai per essere eletto al Terzo Grado della Massoneria preparati studiando e riflettendo poiché questo grado abbraccia ogni cosa che interessa l’essere umano nel suo progresso nel tempo verso l’eternità – la fine e il destino dell’uomo, la resurrezione dal corpo e l’immortalità dell’anima. Sei consigliato di stare attento nell’eseguire i compiti assegnati nel momento in cui è necessario farlo; di ascoltare la parola che testimonia che persino in questo ambito deperibile risiede un’anima immortale che ispira una sacra fiducia che il Signore della Vita ci permetterà di superare il Re del Terrore sotto di noi e condurrà i nostri occhi verso la stella lucente del mattino, il cui sorgere porta pace e salvezza agli esseri umani leali ed obbedienti.



LXXXIII



Un giovane Massone non deve mai pretendere di apprendere una conoscenza che può essere raggiunta solo con l’esperienza: più la scimmia sale in alto più espone la deficienza del suo posteriore.



LXXXIV



Consiglio ad ognuno che è desideroso di comprendere a fondo la vera natura e egli scopi della Massoneria di iniziare con i suoi principali fondamentali. Prima di tutto si faccia in modo che egli padroneggi le prove e quindi gli insegnamenti; dopo di ciò egli non necessita di altre istruzioni; il suo senso gli indicherà la via verso i misteri più nascosti e la loro applicazione per l’avanzamento della conoscenza per gli scopi ordinari della via sociale e civile.



LXXXV



Il candidato si muove in cerchio così come fanno anche i globi celesti; ed anch’essi sono sferici.Ogni natura si risolve nella stessa forma. Ogni goccia d’acqua che cade dal cielo, per rinfrescare e rinvigorire la terra, è un cerchio o un globo. Se una pietra viene lanciata in aria nella sua ascesa descrive una successione di cerchi. L’arcobaleno è un segmento di un cerchio e gli antichi dipinsero il Creatore come un cerchio, in cui ogni cosa è al suo centro e la circonferenza in nessun luogo. Quindi si faccia in modo che il candidato si ricordi che sta entrando in un cerchio di doveri che, come Massone e come Cristiano, e come uomo, è obbligato a compiere con la stessa costante regolarità in cui i pianeti compiono il loro corso attorno al grande luminare globulare del sole.



LXXXVI



Il Fratello che difende il carattere di un amico alle sue spalle così come lo facesse di fronte alla sua faccia, manifesta uno dei caratteri più nobili della Massoneria.



LXXXVII



Guardati dal Fratello che ha paura di osservarti in volto.



LXXXVIII



Se un uomo ti loda per qualità in cui tu sai coscientemente di non eccellere, sospetta di lui.



LXXXIX



Come Massone ricordati della Camera di Mezzo. Se lavori sarai ricompensato, mentre se non lavori non avrai diritto ad alcun salario. Applica questa lezione alla tua morale. Se compi il tuo dovere puntualmente rispetto a Dio e all’uomo per te è pronta una ricompensa nelle stanze celesti che riceverai senza dubbio o scrupolo; al contrario, se trascuri questi doveri non aspettarti salari dal Maestro celeste. Ogni uomo sarà ricompensato secondo il suo lavoro.



XC



Fai in modo che compiti, passaggi ed elevazioni siano condotti con serietà e decoro altrimenti il candidato sarà disgustato ed ogni rispetto che poteva avere in precedenza per la Massoneria verrà lanciato nei venti del cielo. Una volta ho conosciuto una Loggia in cui queste cerimonie erano condotte con indecorosa leggerezza. La conseguenza fu che mentre molti candidati si fermarono alla soglia, e non andarono oltre il Primo Grado, altri, che possedevano una sufficiente perseveranza nel diventare Maestri massoni, alla fine abbandonarono l’Istituzione considerata come un passatempo frivolo e insignificante. Alla fine la Loggia terminò i suoi lavori rimettendo il brevetto quando non ebbe più il numero legale di membri per condurre i lavori.



XCI



Se sei desideroso di distinguerti abituati a dedicarti seriamente allo studio della Massoneria. Senza eccellenza non diventerai mai un brillante Massone e l’eccellenza può essere acquisita solo con l’impegno in Loggia e con lo studio e la riflessione al di fuori di essa.

Nil sine magno

Vita labore dedit mortalibus.

(Nulla è concesso alla vita dei mortali,senza grande fatica. Orazio, Satire, 1,9, 59-60)



XCII



Nel descrivere la Massoneria vorrei usare le parole di Milton: “Non ti intrattengo più a lungo nel dimostrarti cosa non dobbiamo essere, ma ti conduco direttamente in una collina dove ti indicherò la via giusta per una nobile e virtuosa emulazione; in verità laboriosa nella prima ascesa, ma in seguito così calma, così verde, così piena di buone prospettive e di suoni melodiosi da ogni parte che l’arpa di Orfeo non fu così incantevole”.



XCIII



Il grande segreto nel migliorare la memoria risiede nell’esercizio, nella pratica e nel lavoro: nient’altro come la memoria può essere migliorata dalla cura o ferita dalla negligenza..



XCIV



“Sii paziente – sii paziente”- dice il Fratello impetuoso, “e ascolta ME”.



XCV



La collera non è solo una depravazione personale ma anche morale. Essa distorce il carattere e agita lo spirito. Guardati dalla collera affinché i tuoi amici non ti vedano in questo odioso atteggiamento.



XCVI



Guardati dallo spergiuro. Se sei tentato da questo peccato e in un momento di imprudenza o di ilarità lo hai effettivamente commesso, puoi pensare di subire le sofferenze del crimine: rimproverati, abbi rimorso nella coscienza per la riflessione che hai perso la stima e la fiducia dei tuoi Fratelli.



XCVII



Dato che la Loggia è aperta con il sorgere del sole, all’insegna del G.A.D.U., e chiusa lasciandosi in pace, armonia e amore fraterno, così, se hai qualche animosità contro un Fratello Massone non lasciare che il sole cali all’Occidente senza essere testimone della tua riconciliazione. Spiegazioni precoci prevengono prolungate inimicizie.



XCVIII



Hai offeso pesantemente i tuoi Fratelli e compagni violando le regole della Massoneria o della Loggia? Pentiti e il tuo errore sarà perdonato e la frattura sanata. Ma stai attento a non ripetere l’offesa, perché la clemenza ti verrà data tardivamente una seconda volta, ma non la terza.



XCIX



Quando sono statti chiusi i lavori di Loggia allontanati in pace e non far sì che i tuoi familiari o amici abbiano ragione di condannare la Massoneria come un mezzo per spezzare le felicità domestiche e per interferire con le disposizioni di un andamento regolare e di una buona conduzione della casa. Se sarai tentato di raggiungere altri luoghi di intrattenimento ed eccedere i limiti di una sobria discrezione il tuo comportamento sarà un’onta per la Massoneria, causerai dolore e dispiacere nel cuore di coloro verso i quali devi essere molto caro e le conseguenze possono essere disastrose per sempre per il tuo benessere.



C



Dagli Antichi Doveri: Coltiva l’amore fraterno, i fondamenti, i pilastri, la fondazione, cemento e gloria di questa Antica Fratellanza; evita ogni alterco e disputa, ogni calunnia e pettegolezzi, e non permetti ad altri di calunniare un Fratello onesto, ma difendi il suo carattere e offri i tuoi buoni uffici, per quanto è permesso dal tuo onore e dalla tua sicurezza e nient’altro; tutto ciò può essere considerato come un’influenza benefica della Massoneria che tutti i veri Massoni hanno fatto dall’inizio del mondo e faranno sino alla fine dei tempi.

Tuesday, November 2, 2021

IL DECLINO DELLA CHIESA CATTOLICA

 Articolo tratto da LA VERITA' DELL'11 OTTOBRE 2021

 Emorragia di preti: in Italia sono meno di 40.000 e sempre più
anziani. Calo drastico anche delle donazioni, sotto i 10 milioni

di ANTONIO GRIZZUTI


Non sembra avere freni l’emorragia di vocazioni in Italia. Cifre alla mano, sono sempre meno numerosi i sacerdoti nel nostro Paese. E come se non bastasse, la crisi economica e la disaffezione verso la Chiesa alimentata anche dai recenti scandali ha inferto un duro colpo alle offerte per il clero. Orientarsi nella selva di dati non risulta sempre cosa facile, e a volte i conti tornano a causa dell’incongruenza dei numeri riportati dalle fonti ufficiali, ma una cosa è certa:
il numero di preti nel tempo appare in costante diminuzione.

Secondo i dati presenti sul sito della Conferenza episcopale italiana, nel 2019 la comunità dei presbiteri in Italia è scesa sotto quota 40.000 membri (per la precisione 39.804 unità). Solo dieci anni fa erano quasi 10.000 in più. Dal 1990 a oggi, il numero totale dei sacerdoti è calato di circa 15.000 unità, subendo una contrazione del 27%. Colpito sia il clero cosiddetto «secolare», composto da coloro che non sono vincolati a un particolare ordine, che quello «regolare», composto dai religiosi tenuti all’obbedienza di una regola. Crollo verticale  delle nuove ordinazioni dei preti secolari, diminuite di un terzo nel primo quindicennio del nuovo millennio. Stesso trend anche per i seminaristi (maggiori e minori), diminuiti del 31%, i religiosi non sacerdoti (-21%) e le religiose di sesso femminile (-29%).

ETÀ MEDIA PIÙ ALTA

Decisamente impietosi i dati forniti dall’Istituto cen-trale per il sostentamento del clero, che si occupa di erogare le risorse necessarie a integrare il reddito dei presbiteri nei limiti stabiliti dalla Cei.
Nel 2018 i preti diocesani totali erano 33.941, ma solo 30.985 dichiarati abili a prestare servizio a tempo pieno in favore delle diocesi. Gli altri, malati o troppo anziani per servire le comunità. Quindici anni fa se ne contavano ben 5.200 in  più. Una contrazione pari al
14,5% nel giro di appena tre lustri. Unica nota positiva, la crescita del diaconato con ben 4.700 diaconi, dei quali quasi nove su dieci risultano sposati . Secondo il professor Franco Garelli, il vuoto vocazionale fa ancora più paura se si considera l’invechiamento del clero italiano. «I preti con oltre 80 anni erano il 4,3% nel 1990, mentre sono il 16,5% nel 2019», ha affermato in un recente articolo il docente di Sociologia dei processi culturali  all’ Università di Torino, «i preti con meno di 40 anni era- no 14% del clero nel 1990, mentre rappresentano non più del 10% nel 2019». Per contro, rileva G a rel l i , l’età media dei preti diocesani è passata dai 57 anni del 1990, ai quasi 60 anni nel 2010 e ha superato i 61 anni nel 2019. Un processo di invecchiamento verificatosi «a seguito della diminuzione dei nuovi ingressi o dal calo delle vocazioni», avvenuto «in modo un po’ beffardo» a margine del Concilio Vaticano II quando il trend delle vocazioni era ancora in crescita e svariate diocesi italiane pianificavano la creazione di nuovi seminari o l’ampliamento di quelli già esistenti.
Sul piano territoriale, le cifre riportare dal professor Garelli evidenziano una redistribuzione dei prelati dalle Regioni settentrionali in favore di quelle meridionali. Fatta eccezione per il Lazio (+11%), nel trentennio 1990-2019 a nord di Roma si assiste a un vero e proprio profondo rosso: -35% in Piemonte, -32% in Liguria, -29% in Emilia Romagna e a seguire Triveneto (-28%), Marche (-27%) e Toscana (-24%). Tendenza opposta per il Mezzogiorno, con una crescita addirittura in doppia cifra per la Calabria (+12%) e incrementi significativi in Campania, Puglia e Basilicata (+7%). E laddove cresce numericamente, il clero presenta un’ età media più bassa: un de cennio separa i preti «giovani» della Basilicata (55,9 anni) da quelli decisamente più anziani del Triveneto (65,4 anni).

EROGAZIONI LIBERALI

Pessime notizie anche sul versante delle offerte ai sacerdoti. L’ aggiornamento annuale pubblicato dall’Isti  tuto centrale per il sostentamento del clero parla chiaro: nel giro di poco più di un quindicennio le erogazioni liberali da parte dei fedeli sono passate dai 19,2 milioni di euro del 2002 ai 9,6 milioni di euro del 2018, in leggera ripresa rispetto al punto più basso (9,4 milioni di euro) toccato nel 2017. Nello stesso periodo, a fronte di un aumento di 209 unità per quanto riguarda i sacerdoti che hanno percepito l’ intera retribuzione (circa 22.400 euro per i sacerdoti abili a prestare servizio a tem- po pieno), i preti che hanno ricevuto un’ integrazione sono diminuiti di ben 7.000 unità.

 

 

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Sacerdoti «globetrotter» tra le parrocchie

Tonache costrette a girare in più paesi. Il caso limite di don Renzo Casarotti a Malè, parroco di 17 campanili


 

SOLI - In italia ci sono 25.589 parrocchie

e 31.000 preti diocesani (Ansa).

Troppe chiese per pochi preti. Complice il calo delle vocazioni, sta diventando sempre più difficile per i pre- sbiteri italiani riuscire a «coprire» il territorio, con ricadute a volte drammatiche per le comunità che sono chiamati a guidare. Basti pensare che attualmente in Italia esistono 25.589 parrocchie e circa 31.000 preti diocesani. Considerando anche i 12.400 sacerdoti regolari, in media fa un sacerdote e mezzo a parrocchia. Tre regioni ecclesiastiche (su 17 totali) hanno un rapporto sacerdoti per parrocchia inferiore a uno. Si tratta dell’ E m i l i a- Romagna, della Liguria e della Toscana. Solo due territori, Puglia e Lazio, superano il rapporto di due preti per parrocchia. Numeri che non tengono conto delle numerose chiese «sparse» (non parrocchie) e che necessiterebbero comunque della presenza di un religioso. Rispetto al rapporto preti per abitanti, le tre realtà territoriali che se la vedono peggio sono, nell’ ordine, la Campania (un sacerdote ogni 1.973 abitanti), la Sicilia (1/1.860) e l’Emilia-Romagna (1/1.808). Risultato? Tonache «globetrotter» costrette a fare i salti mortali per garantire l ’assistenza spirituale ai propri fedeli. Quella di don Renzo Casarotti, prete della diocesi di Trento e titolare, come risulta dal sito della diocesi, di ben sette differenti è una storia simbolica. «Un parroco per 17 campanili», raccontava a dicembre del 2019 la Tg r di Trento, chiamato a continui avanti e indietro per celebrare la messa nelle chiese del circondario. «Mai avrei sognato che ci sa-remmo trovati in questa situazione», ammette don Renzo, «ma vedo che noi preti riusciamo ancora a starci dietro». Quella che prima era l ’eccezione sta diventando la regola, specie nelle zone più impervie e difficili da rag giungere. Così, nel 2019, l’ar civescovo di Trento Lauro Tisi si è trovato a fare un’ i nfornata di «super parrocci», cia- scuno alla guida di due o più comunità. E così le giornate passano in macchina, tra un battesimo, un funerale, i corsi di preparazione al matrimonio, e le innumerevoli incombenze burocratiche. Se non si sdoppiano i preti, d ’altronde, l’alternativa è una sola: accorpare le chiese.

Nel 2019, in occasione della 69esima Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, la Cei ha avviato una riflessone sull’argomento delle parrocchie senza preti. Secondo monsignor D o m e n ic o S i ga l i n i , vescovo emerito di Palestrina, la fusione delle parrocchie va visto «come una decisione missionaria». Un supporto fondamentale, fortunatamente, arriva dai laici. Poche settimane fa il vescovo di Rimini Fra n c e s c o L a m bi a s i ha nominato Davide e Cinzia, una coppia di coniugi, in qualità di referenti parrocchiali di Misano a Monte. Stesso discorso per la parrocchia di San Paolo Apostolo, nella frazione montana di Isnello in provincia di Palermo, dove il vescovo monsignor Giuseppe Marciante ha affidato la gestione parrocchiale a un gruppo di famiglie. I laici? «Non finti preti», spiega don Armando Sa n n i n o, docente alla Ponti- ficia università lateranense, ma «motore di un nuovo dinamismo pastorale». Forse è proprio questo il futuro che attende la Chiesa.
A. Gri.




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L ’INTERVISTA ROBERTO CIPRIANI


«Quanti seminari vuoti costretti a chiudere»

Il sociologo: «La diminuzione delle vocazioni è in atto ormai da tempo, in Italia resistono soltanto alcune regioni del Sud

Gli oltre 4.000 diaconi sono diventati fondamentali e sopperiscono a questa mancanza, ma non possono essere sostitutivi».


PROF. Roberto Cipriani, professore

emerito all’università Roma Tre

Sociologo e professore emerito all’università Roma Tre, Roberto Cipriani rappresenta un’ autorità nel campo delle tematiche religiose. È autore di oltre 90 volumi e 1.100 pubblicazioni con traduzioni in inglese,francese, russo e molte altre lingue. Gli abbiamo chiesto di fare il punto sulla crisi delle vocazioni in Italia.

Professore, quanto è grave realmente il fenomeno?

«Molti anni fa, monsignor Luigi Morstabilini (vescovo di Brescia dal 1964 al 1983) inaugurò il nuovo seminario diocesano, che poteva accogliere circa duecento giovani aspiranti al sacerdozio. Allora il sociologo don Silvano Burgalassi dell’Università di Pisa fece una facile previsione: quella struttura non si sarebbe mai riempita. E così fu. Il 12 giugno di quest’ anno a Brescia sono stati ordinati quattro sacerdoti. La stessa sorte è toccata ad altri seminari italiani, diversi dei quali hanno dovuto chiudere i battenti. Dunque la tendenza al calo delle vocazioni è in atto da molto tempo, ma non è drastica. Gli andamenti più recenti mostrano un certo rallentamento della tendenza al ribasso». Quanto pesa l’i nvecchiamento del clero? E in che direzione si stanno muovendo gli ingressi in seminario?

«Indubbiamente l’età media dei preti italiani sta crescendo. Però questo è anche un fenomeno che riguarda l’intera popolazione del nostro Paese. Nel 2017 l ’indice di vecchiaia (cioè il rapporto fra il numero degli ultrasessantacinquenni e quello dei soggetti da 0 a 14 anni) era di 165,3 mentre oggi è salito a 179,3. I preti ultrasettantenni rappresentavano il 22,1% nel 1990 e il 36% nel 2019. Inoltre i giovani preti, non ancora quarantenni, erano il 14% nel 1990 ed il 10% nel 2019, anno in cui gli ultraottantenni erano il 16,3%. Ovviamente anche i mancati ingressi in seminario incidono sull’invecchiamento del clero» .

Ci sono preti di montagna costretti a gestire cinque o sei parrocchie allavolta con notevoli disagi per i fedeli. Problematiche legate alla conformazione del territorio a parte, ci troviamo di fronte a un declino omogeneo oppure esistono differenze geografiche?

«Le differenze territoria-li sono sempre e comunque importanti, tanto più in un Paese come il nostro che è contraddistinto dal fatto che circa la metà della popolazione vive in centri fino a 30.000 abitanti. Il che probabilmente favorisce ancora una propensione al sacerdozio, notoriamente più problematica nei grandi centri urbani, dove la vita comunitaria è quasi inesistente. Se si considera il periodo fra il 1990 ed il 2019 si nota che solo quattro regioni continuano a fornire aspiranti al sacerdozio in misura percentuale significativa, nell’ordine: Calabria pania e Basilicata, ma anche il Lazio, dove però Roma rappresenta un caso a sé, per la sua particolarità di centro universale del cattolicesimo » .Diaconi e laici stanno assumendo sempre più rilevanza e, specie in alcune diocesi, ci si sta focalizzando sulla formazione di queste figure con risultati notevoli in termini numerici. Ma queste figure possono, e se sì in quale misura, colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di preti? «Il diacono non riesce mai a sostituire del tutto il sacerdote, per ovvie ragioni, ma costituisce un solido ed efficace supporto specialmente nelle zone carenti di preti. Pure laddove il clero è sufficientemente rappresentato il servizio diaconale alleggerisce di molto le incombenze di un parroco, per esempio. Del resto va tenuto presente che oltre 4.000 diaconi in Italia di fatto sopperiscono ai numeri mancanti fra le nuove vocazioni sacerdotali».

Leggendo i dati forniti dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero, c ’è da registrare anche un deciso calo delle offerte da parte dei fedeli. Quali fattori possono avere influito?

«Lo stesso discorso può essere fatto per l’otto per mille, che ha un andamento altalenante nel corso degli anni. Incidono diversi fattori, a partire, com’ è fondato pensare, dalle risorse di- sponibili da parte dei con-tribuenti e dalle influenze ambientali locali, legate a figure particolari del mondo ecclesiastico, ad istituzioni benemerite, a tradizioni di tipo solidaristico. Ma soprattutto non è da trascurare il fattore pande mico che ha ridotto drasticamente le risorse».

Qual è il giudizio della Curia romana e della Conferenza episcopale italiana rispetto al problema del calo delle vocazioni, e quale approccio stanno adottan do i vertici ecclesiastici per tentare di risolverlo?

«Non va dimenticata la dimensione universale della Chiesa cattolica, che perde ma pure guadagna adesioni nei diversi contesti in cui opera. A livello di gerarchia prevale l’idea di un carattere plurimillenario dell’ opera evangelizzatrice, che può registrare alti e bassi ma non venire meno del tutto, confidando nel disegno divino per l’ umanità. L’ Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Conferenza episcopale italiana promuove varie iniziative, piuttosto innovative ed in linea con i tempi e con i giovani, offrendo sussidi ed iniziative, ivi compreso un corso di alta formazione in Pastorale vocazionale con relativo diploma».

Quali sono a suo avviso i passi che la Chiesa, intesa non solo come struttura organizzativa e gerarchica, ma anche come comunità, deve compiere per invertire la tendenza di questi ultimi tempi?

«Non spetta al sociologo stabilire quale debba essere l’azione pastorale della Chiesa cattolica. Nondimeno un’ osservazione di merito è possibile e riguarda il processo formativo che prepara al sacerdozio, in larghissima parte svolto in un ambito che non sarà quello effettivo della vita di un prete: immerso in una comunità più ampia di quella ristretta della sua compagine parrocchiale o di altro tipo ecclesiale. Insomma l’ attuale esperienza seminariale non corrispon- de al quadro reale in cui il sacerdote andrà ad operare. In tal modo si corre il rischio, più volte ribadito da papa Francesco, di un clericalismo accentuato, che mina l’efficacia stessa dell’azione pastorale, per il tipo di mentalità che diffonde ed a cui ci si abitua».

A. Gri.

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