di Shamano Shekhinà Shekhinà
In Africa la Stregoneria è parte integrante dell’intero scenario definito come supernaturale ma nonostante ciò davvero ben accettato e allo stesso tempo molto molto temuto. Di solito le Streghe sono definite dei “dottori” o degli “uomini in medicina” più che essere delle semplici Streghe. Il potere del maligno è ovunque e questo fattore gli consente di poter ottenere e poi utilizzare il proprio potere su ogni cosa come su ogni situazione, persone incluse. Il male in generale è portato fuori e potenziato dai sentimenti negativi, i Demoni del Mondo Antico, tra i quali su tutti la rabbia, l’odio, la gelosia, l’invidia e la lussuria, persino infine la stessa pigrizia.
Ogni differente tribù africana intende a suo modo la Stregoneria e questa maniera differente le contraddistingue di parecchio: gli Nyakyusa ad esempio la definiscono come “il Pitone nella Pancia” riferito agli istinti inferiori dell’Intestino (piccola testa), il (Python in the belly); la tribù Pondo invece come ”il Serpente della Donna” (cioè Snake of the woman), la tribù Xhosa a sua volta pensa che sia una grande bestia piena di peli e la chiama col nome di “Baboon”. Nella tribù Tswana poi le Streghe sono distinte in “Night Witches ” (Streghe della notte) e in “Day Sorceres” (Streghe del giorno): le Streghe del giorno utilizzano tutti i loro poteri magici per infliggere serio danno grazie all’uso delle erbe e altre medicine, le Streghe notturne, al contrario; sono di solito le più anziane e sagge donne le quali si riuniscono in piccoli gruppi e viaggiano per Stregare gli sfortunati, non vestono di certo degli abiti bensì si cospargono di ceneri bianche o del sangue di morti.
Nella cultura africana il compito degli Spiriti soprattutto quelli di genere maligno è molto forte, come anche il ruolo della morte stessa e del trapasso dello Spirito del defunto. Non tutte le tribù però danno un significato a quanto accadrà al defunto dopo il trapasso ma la loro attenzione va sempre rivolta ai presagi di morte ed alle disposizioni del morente perchè esse riguardano i sopravvissuti: nella tribù Anuak ad esempio vi sono dei segni ben conosciuti (Gavado Thou) i quali servono a ricordare della possibilità della morte e per mettere in guardia proprio da essa: insuccessi costanti nella caccia e nella pesca, la stanchezza o l’inerzia duraturi nel tempo, le apparizioni di precisi uccelli sul terreno che circonda la casa, come in particolare il gufo il quale per gli Anuak fa il verso che “tudo y bur”, vale a dire “attira verso la tomba”, e per finire che esso sia evitato dai cani.
Per concludere, in base a molti miti conosciuti, soprattutto nelle tribù in esame e cioè africane, le condizioni in cui si trovava l’umanità intera furono radicalmente cambiate da un messaggio inviato direttamente dalla Luna tramite un animale messaggero (tipo lepri, lucertole, ragni, etc.) che avrebbe dovuto proclamare agli uomini tutti che essi moriranno e poi risorgeranno ciclicamente esattamente come fa la Luna (Legge Cosmica della Ciclicità), ma che per un suo sbaglio annunciò loro invece l’opposto, il contrario: da quel momento in poi tutti gli uomini, così ignari di ciò, sono irrevocabilmente soggetti alla morte.
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