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Saturday, October 28, 2023

AFRICA E LA STREGONERIA

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

In Africa la Stregoneria è parte integrante dell’intero scenario definito come supernaturale ma nonostante ciò davvero ben accettato e allo stesso tempo molto molto temuto. Di solito le Streghe sono definite dei “dottori” o degli “uomini in medicina” più che essere delle semplici Streghe. Il potere del maligno è ovunque e questo fattore gli consente di poter ottenere e poi utilizzare il proprio potere su ogni cosa come su ogni situazione, persone incluse. Il male in generale è portato fuori e potenziato dai sentimenti negativi, i Demoni del Mondo Antico, tra i quali su tutti la rabbia, l’odio, la gelosia, l’invidia e la lussuria, persino infine la stessa pigrizia.

Ogni differente tribù africana intende a suo modo la Stregoneria e questa maniera differente le contraddistingue di parecchio: gli Nyakyusa ad esempio la definiscono come “il Pitone nella Pancia” riferito agli istinti inferiori dell’Intestino (piccola testa), il (Python in the belly); la tribù Pondo invece come ”il Serpente della Donna” (cioè Snake of the woman), la tribù Xhosa a sua volta pensa che sia una grande bestia piena di peli e la chiama col nome di “Baboon”. Nella tribù Tswana poi le Streghe sono distinte in “Night Witches ” (Streghe della notte) e in “Day Sorceres” (Streghe del giorno): le Streghe del giorno utilizzano tutti i loro poteri magici per infliggere serio danno grazie all’uso delle erbe e altre medicine, le Streghe notturne, al contrario; sono di solito le più anziane e sagge donne le quali si riuniscono in piccoli gruppi e viaggiano per Stregare gli sfortunati, non vestono di certo degli abiti bensì si cospargono di ceneri bianche o del sangue di morti.

Nella cultura africana il compito degli Spiriti soprattutto quelli di genere maligno è molto forte, come anche il ruolo della morte stessa e del trapasso dello Spirito del defunto. Non tutte le tribù però danno un significato a quanto accadrà al defunto dopo il trapasso ma la loro attenzione va sempre rivolta ai presagi di morte ed alle disposizioni del morente perchè esse riguardano i sopravvissuti: nella tribù Anuak ad esempio vi sono dei segni ben conosciuti (Gavado Thou) i quali servono a ricordare della possibilità della morte e per mettere in guardia proprio da essa: insuccessi costanti nella caccia e nella pesca, la stanchezza o l’inerzia duraturi nel tempo, le apparizioni di precisi uccelli sul terreno che circonda la casa, come in particolare il gufo il quale per gli Anuak fa il verso che “tudo y bur”, vale a dire “attira verso la tomba”, e per finire che esso sia evitato dai cani.

Per concludere, in base a molti miti conosciuti, soprattutto nelle tribù in esame e cioè africane, le condizioni in cui si trovava l’umanità intera furono radicalmente cambiate da un messaggio inviato direttamente dalla Luna tramite un animale messaggero (tipo lepri, lucertole, ragni, etc.) che avrebbe dovuto proclamare agli uomini tutti che essi moriranno e poi risorgeranno ciclicamente esattamente come fa la Luna (Legge Cosmica della Ciclicità), ma che per un suo sbaglio annunciò loro invece l’opposto, il contrario: da quel momento in poi tutti gli uomini, così ignari di ciò, sono irrevocabilmente soggetti alla morte.

SCIAMANESIMO E CURANDERISMO: GLI SPIRITI MAYA

di Shamano Shekhinà Shekhinà


Le pratiche e le credenze delle popolazioni Maya dell’area del Guatemala fanno pienamente parte all’interno della macro - corrente dello Sciamanesimo: la pratica Spirituale più antica risaputa dall’uomo; un sistema di varie credenze e di diversi comportamenti contenuti all’interno di più tipologie di culture.
Lo Sciamanesimo è diffuso in ogni continente e sta rivivendo una sua decisa diffusione anche nella mentalità della cultura occidentale odierna, tramite le pratiche che “senza fare riferimento ad una specifica Tradizione, possono essere antropologicamente considerate Sciamaniche”.
Lo Sciamano in genere va inquadrato come un guaritore ed insieme un mediatore tra la realtà ordinaria ed il mondo spirituale. Essendo un grande esperto nel comunicare con gli “Spiriti”, ha accesso ad uno specifico e particolare stato di coscienza profondamente alterato attraverso il quale poi è capace di riportare la guarigione completa al cliente.
Nella sfera di tale movimento si inserisce anche il Curanderismo, chiamato anche col nome di “Medicina Tradizionale Messicana” oppure “Medicina da Campo”, o ancora “Medicina popolare tradizionale”, il quale va ad affondare le sue vere e proprie radici nel “Huehuepatli” (“Grande Medicina” Azteca), che si basa totalmente su quattro distinti pilastri fondamentali:
1. Matzewallitzli(Educazione): il Curandero qui è atto ad insegnare alle persone le quali a lui si rivolgono come bisogna mangiare correttamente in base al periodo dell’anno ed alla disponibilità della precisa della Terra, ma anche come dormire un numero di ore utile ed infine a vivere insieme i ritmi della natura;
2. Pahtlitztli (Rimedi Naturali): in questo ambito sono immesse tutte quelle pratiche le quali, grazie all’uso di sostanze di origine prettamente vegetale, minerale ed animale, riescono a formulare appunto dei Rimedi Naturali (es: Erboristeria);
3. Apapaxtli tlawayotl maihpatli (Manipolazione Corporea): in questo campo invece rientra ogni tipologia di Manipolazione Fisiche e allo stesso tempo i massaggi usati dagli Sciamani dell’Antichità per poter così far fluire l’energia in modo corretta all’interno del corpo fisico;
4. Pahwawtztli (Medicina Tradizionale Indigena): l’ambito di certo più magico dell’intero Curanderismo. In questo in effetti vengono esclusivamente annoverati tutti quei strumenti più Tradizionali della Medicina Indigena Primordiale (piume, uova, limpia, misha…) e tutti quei possibili trattamenti i quali sono in grado di toccare il cosiddetto “Piano Energetico”.