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Saturday, May 25, 2024

IL POTERE DELLE INVOCAZIONI

di Shamano Shekhinà Shekhinà



Introduzione 

La Grande Invocazione non rappresenta un termine riferito ad una “Preghiera” comune infatti è saggio non usarla in nessun modo e per alcun motivo pensando sia tale. Essa in effetti corrisponde a quella definita come la “Legge d’Evocazione-Invocazione”, vale a dire proprio ciò che dà, da fondamento della Teurgia in ambito prettamente Cerimoniale. Inoltre, risiede sempre in ogni prerogativa dell’uomo appena Iniziato affinchè gli sia in grado di “accedervi”.

Spiegazione 

L’Invocazione è, invece, la formazione accurata di una immensa Forma Pensiero (Eggregore Rituale), e tocca ai Discepoli Accettati (Piano Mentale oppure Manasico), agli Iniziati (Piano Egoico oppure Buddico) e ai veri Maestri (Piano Animico o quello Atmico) saperla utilizzare con lo scopo di “generare” la “Precipitazione Psichica” di una ben precisa qualità Energetica, tutto questo soltanto in caso di eventi locali ma se costruita veramente a livello Comunitario anche per situazioni mondiali. Da non dimenticare ancora, visto la sua enorme forza, l’utilizzo attraverso Rituale Cerimoniale dei Mandala, anche qui formati proprio sia dagli Iniziati Attivi che questa volta addirittura da coloro i quali sono stati “Dissolti” nei particolari momenti tra meglio analizzati in ogni ciclo, per poterne liberare e scaturire, in tal modo, il massimo potere dall’energie che si erano immesse al loro interno e sigillate. Si sta qui spiegando la situazione e quasi al limite perché di fronte ad Eggreggore millenarie comunitarie ma soprattutto devastanti e quasi sempre non sotto il pieno controllo (rischio per l’umanità intera!).

Attrazione ed Espansione dell’Energia 

Ogni tipologia di Invocazione viene appuratamente “Costruita” e “Forgiata” in base a differenti modalità (Energetiche), per poi essere meglio adattate a quelle che sono i diversi utilizzi ed occasioni (tipi e toni Energetici). Qui bisogna per forza ricordare però che mai nessuno potrebbe esprimere, dentro una Forma Pensiero, un’energia che non rientra in sè stesso. Ed ecco il motivo del perché ogni persona oppure ogni entità non fa altro che rappresentare ed esprimere esattamente le qualità che gli appartengono: ed è proprio tale “diversità qualitativa” a mostrare la chiara e percepibile differenza nello “Stato di Coscienza” chiamato meglio col nome di “Gerarchia”. Le Grandi Invocazioni risapute del passato, adesso sono degli strumenti del tutto “Inerti”, forse; passando a quelle attuali, invece, ancora cioè in fase di pieno uso, sono Rituali ancora estremamente “Viventi” e quindi riservati solo e soltanto a quei Discepoli Avanzati ed Iniziati.

Tuesday, December 26, 2023

MENTE E GABBIA DEL PENSIERO

 di Shamano Shekhinà Shekhinà


“”La mente non é noi: tutti i nostri pensieri vengono da una Mente ben piú vasta della nostra, universale”
(Sri Aurobindo)

Il Pensiero non è assolutamente nulla di ciò che viene prodotto dall’uomo, bensì si tratta di una “Sostanza Chimica” nella quale appunto l’uomo stesso si ritrova del tutto immerso e sommerso. In altre parole si descrive qui quello che va considerato l’habitat più naturale umano, all’interno del quale egli si muove, agisce nonchè crea gli effetti e le rispondenze. Ognuno, in effetti, di continuo non sa di “Elaborare” sempre Pensiero, dunque non si può dire che lo stia producendo: il Pensiero non fa per nulla parte dell’uomo, non gli appartiene mai. Si è troppo abituati ad identificarsi proprio attraverso i propri personali Pensieri, ma in verità accade che si è solo e soltanto una sorta di canale tramite il quale tali Pensieri fluiscono, scorrono senza alcun ostacolo.
Altra situazione è quella che riguarda un aspetto sempre non positivo dell’argomento, vale a dire che l’essere umano è partecipe di un vero e proprio ecosistema multidimensionale di Energia - Pensiero. L’uomo, cioè, riceve dei Pensieri generati da specie “Inferiori” o “Infere”(meno complesse) per poi elaborare Pensiero - Cibo per delle specie invece “Superiori” o “Supere”(piú complesse), vagando all’interno di una completa “Catena Alimentare”. Tutte queste specie prendono il nome di Eggreggore che significa forze le quali crescono e finiscono sia per nutrirsi della Forza Vitale umana che sfuggirne al controllo.
A questo punto risulta veramente interessante e importante considerare che l’uomo, nella sua attuale condizione, non solo non è capace di produrre il Pensiero, ma non è neanche il fruitore del Pensiero stesso che va ad elaborare, o meglio ancora, non lo è in tempo reale. Nel momento in cui crede di Pensare, si sta molto semplicemente soltanto ricordando di aver elaborato un “qualcosa” che la Mente ha adattato già a sé, per causa dei pre - giudizi. Praticamente i sta vivendo in una “Differita” della vera realtá, riveduta e in seguito perfino corretta dalla Mente.

Wednesday, November 29, 2023

CRESCITA DELL’UOMO: I VARI STADI

di Shamano Shekhinà Shekhinà

L’immagine propone e mostra davvero molto bene tuti i vari elementi essenziali dell’Opera Iniziatica, la quale comporta l’unire i 3 differenti aspetti della Coscienza Umana, che si accompagna poi con i sensi detti fisici ma allo stesso tempo con quelli Sottili, cioè. Spirituali. Le forme geometriche ed i colori consolidano ogni tipo di rapporto dell’opera, mentre intanto le 3 figure simboleggiano gli Stadi della Crescita Umana.

I TRE CERCHI

Tre sono i Cerchi perfettamente concentrici i quali si pongono come la base per qualsiasi considerazione della sfera “Occulta”, in quanto rappresentano esattamente i 3 modi tramite i quali si mostra tutta l’Energia Vitale nell’essenza umana più pura.
Il Cerchio che sta più esterno è il campo energetico dell’essenza fisico – animale (Istinto), quello di mezzo, invece, rappresenta l’Intelligenza dell’Anima ed infine il più interno la Coscienza Spirituale. Risiede in tutto questo l’intera simbologia del 3. Corpo, Pensiero e Spirito, sono la fonte della Triplicità dell’Identità Umana. Tre livelli di Coscienza i quali la volontà ha come ruolo fondamentale di ricongiungere insieme, prima di riuscire finalmente a ricostruire una identità ancora separata.

Grazie proprio ai tre piani, oppure detti livelli, si va a sviluppare così il cosiddetto «Sentiero Iniziatico», il quale l’uomo ha da percorrere prima di potersi riconoscere come unica identità completa.

Sunday, November 5, 2023

ERMENEUTICA IN COSA CONSISTE

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

L'Ermeneutica è in filosofia la metodologia dell'interpretazione.
La parola deriva dal greco antico ἑρμηνευτική (τέχνη), in alfabeto latino "hermeneutikè" (téchne), traducibile come (l'arte della) interpretazione, traduzione, chiarimento e spiegazione.
Essa nasce in ambito religioso con lo scopo di spiegare la corretta interpretazione dei testi sacri.
In seguito il termine assume un respiro più ampio tendente a dare un significato a tutto ciò che è di difficile comprensione. In questo senso può essere vista come la teoria generale delle regole interpretative.
Oggi si parla anche di ermeneutica giuridica e di ermeneutica artistica, che sono rispettivamente la metodologia dell'interpretazione delle norme giuridiche e delle opere d'arte. Tuttavia, il compito dell'ermeneuta non si esaurisce nella lettura o nella statuizione del metodo interpretativo: il dialogo con le religioni (Hans-Georg Gadamer) e il pensiero politico (Jürgen Habermas) si declinano tuttora secondo quello che viene chiamato circolo ermeneutico.
Piuttosto sorprendentemente (date le sue origini), l'ermeneutica ha influenzato alcuni studiosi di intelligenza artificiale che hanno trovato inadeguato l'approccio cognitivista o quello dell'elaborazione delle informazioni per capire il pensiero umano.

Saturday, October 28, 2023

IL POTERE DELLA MENTE NELLA QUANTICA

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

Esistono due grandi tipologie di verità da dover conoscere: innanzitutto che il proprio pensiero rappresenta una potenza vera e reale, e poi che esso consente di proiettarsi nel divenire, potendolo in tal modo vedere come fosse al presente vissuto.
Per esempio: se bisogna affrontare una precisa e molto preoccupante situazione, del tipo in che modo sostenere un esame oppure come comparire di fronte ad un tribunale, è naturale iniziare a tremare da diversi giorni prima di tale situazione, chiedendosi così con una soggettiva sensazione di inquietudine: chissà come andrà?

Diversamente, nel momento in cui si va a pensare che ci si stia per incontrare l’uomo o la donna amata e che di conseguenza la si abbraccerà, già si sente il pregustate tutta quella gioia di vari minuti imminenti o più in là nel tempo. Se poi si pensa di andare a teatro per voler assistere ad uno spettacolo, se si pensa che si è stati invitati ad una particolare importante cena, che il menu sarà di certo prelibato, ecco, in questi casi si vivrà già rallegrandosi.

Perciò, se il pensiero può proiettare oggi verso un futuro prossimo che non esiste, perché non potrebbe allo stesso modo proiettare anche in un avvenire visto come molto lontano?

Il primo fondamentale compito risiede nel complesso meccanismo del sorvegliare il proprio pensiero, senza questo passaggio infatti niente ha alcun senso. A prescindere dalle personali attività di quel momento, è necessario sempre porre uno sguardo attento sul proprio intimo mondo interiore, per sapere di conseguenza che cosa sta facendo il pensiero e dove si trova esattamente.

Questo è appunto il primo lavoro da dover per forza di cosa eseguire: dominare, orientare ed infine essere in grado di padroneggiare tutto quello che avviene in sé stessi, cioè conoscersi a fondo. Va capito bene, in quanto trattasi di un principio assoluto per saper utilizzare al meglio il Potere della Mente Quantica. Non va mai permesso che abbia luogo un avvenimento interiore, o un fenomeno psichico, ancora, un’emozione senza esserne pienamente al corrente. La maggior parte delle persone diventa cosciente della propria vita interiore soltanto nel momento in cui si trova a sperimentare tragedie o catastrofi. Solo allora esse recepiscono che dentro di loro è accaduto qualcosa di profondamente spaventoso e turbante.

Dunque è molto ben chiaro, il primo arduo compito è nell’essere più lucidi possibile, nel sorvegliare quello che succede dentro sé stessi; non appena si manifesta un elemento di natura negativa, va fatto il possibile per rimediare: solo e soltanto in questo modo si potrà essere in grado di acquisire i veri poteri. La chiave di tutti i tipi di poteri Mentali sta nella capacità di saper osservare se stessi. E ciò non impedisce affatto l’attività, come neppure il lavoro o ancora la creazione. Molti credono che se cominciano ad osservarsi, ad analizzarsi, non riusciranno più a fare assolutamente niente. È vero esattamente il contrario e l’analisi deve divenire un processo, un meccanismo abituale.

È di tutto ciò che bisogna essere almeno in gran parte coscienti, altrimenti si formeranno in ognuno una specie di fiumi sotterranei i quali continueranno a fluire inarrestabili ed impetuosi e di certo non si arresteranno mai, tranne nel caso che non si andrà immediatamente ad intervenire drasticamente per così mutare qualcosa.

Thursday, October 19, 2023

Come creare e distruggere un Egregoro

 del Dr. X - M⛬ G⛬ O⛬ -

Gran Maestro dell'Ordine dei Rosa☩Croce

PROCEDIMENTO DI CREAZIONE DI UN EGREGORO (O EGGREGORO O EGREGORE O EGREGORA)

Entrerò nel dettaglio delle egregore e di come crearne una, tenendo presente che, per coloro che non sanno cos'è un'egregora, si tratta semplicemente di una forma pensiero, simile a un Dio o a una divinità pagana. Un mago può creare uno spirito dalla sua stessa energia e questo spirito servirà come dipendente, lavorando per conto vostro. Può dare a questa entità un nome, una specialità (una o più) e così via.

Il vantaggio di creare un egregore è che, come mago, non sempre si riesce a trovare un'entità che piaccia a lui/lei o qualcosa di simile; con questo tipo di spirito, lo si può adattare esattamente alle proprie esigenze. Lo svantaggio è che ci vorrà un bel po' di tempo prima che un'entità del genere diventi abbastanza forte da dare risultati straordinari, ma questo processo può essere accelerato con offerte adeguate. Cose da tenere a mente durante la creazione:

. Deve servire solo voi, a meno che non vogliate diversamente.
. Dovrebbe cessare di esistere alla vostra morte fisica, a meno che non vogliate diversamente.
. Si dovrebbero porre delle limitazioni nel senso che non dovrebbe danneggiare gli altri nel fare ciò che si vuole che faccia, a meno che non si voglia altrimenti.
. È possibile assegnargli un sigillo o un logo, nel senso tradizionale del termine.

COME CREARLO E PORTARLO IN VITA:

ESEMPIO: Io desidero creare un'Egregoro al fine di distruggere e danneggiare tutti i miei nemici.

1) Gli do un nome, lo chiamo ad esempio LIXOR perchè mi dà l'idea che voglio realizzare.

2) Gli do delle sembianze, ad esempio di un demone/killer.

3) Creo il suo sigillo invocatorio/evocatorio.

4) Gli conferisco gli attributi che deve avere,cioè il compito e/o la funzione che deve svolgere, cioè quella di distruggere e danneggiare a suo piacimento e con sistemi suoi, scelti da lui, tutti i miei nemici, anche quelli che a me non sono noti, cioè i miei nemici nascosti.

5) Gli attribuisco un Segno Zodiacale e un Pianeta.

 

Stabiliti tutti questi parametri si imposta l'Orazione che viene utilizzata nel Rituale ad esempio:

" Con questa potente invocazione io (nome) ti creo e ti do vita Entità LIXOR, che sei stata da me creata per servirmi come padrone. Questi sono i tuoi attributi...

Il tuo compito è quello di distruggere e danneggiare tutti i miei nemici, anche quelli a me sconosciuti e con qualsiasi mezzo che hai a disposizione, o che tu scegli. Mi avvertirai anche ogni volta che lo avrai fatto attraverso... Inoltre devi servire me soltanto e nessun altro.
Se per caso io dovessi morire allora ti fermerai finchè non riceverai da me nuovi ordini".

Si ripete per un adeguato numero di volte questa orazione (pianeti).

Poi l'Invocazione finale:

LIXOR nasci

Vivi e servimi. (pianeti)

Chi lo desidera ci può aggiungere un'Orazione opzionale per potenziare l'Entità Egregorica, tipo:

" Io (nome) ti invoco e ti chiamo LIXOR e ti conferisco il potere di distruggere e danneggiare tutti i miei nemici, anche quelli a me sconosciuti e con qualsiasi mezzo che hai a disposizione, o che tu scegli, in modo tale che tu al più presto realizzi in modo perfetto questo compito che io ti ho assegnato. Amen". (pianeti)

PER DISTRUGGERE L'EGREGORO

Bisogna eseguire l'operazione inversa.

Tutto il processo di creazione, uso e distruzione degli Egregori è più o meno come quello della creazione, uso e distruzione degli ELEMENTALI.

Il Dr. X - M⛬ G⛬ O⛬ -

Monday, August 1, 2022

30 anni dopo la sentenza della Corte costituzionale, come sta la laicità in Italia?


Il 19 aprile 1989 il principio della laicità veniva definito “supremo” in una storica sentenza della Corte: oggi l’Italia può davvero considerarsi un paese laico?
L'occhio di Dio  Musei Vaticani
L'occhio di Dio - Musei Vaticani (foto: Godong/UIG via Getty Images)

Il 19 aprile 1989 sulla Gazzetta ufficiale viene pubblicata la sentenza della Corte costituzionale n.203. In Italia per la prima volta si stabilisce che **il principio di laicità è considerato “**supremo”. Può sembrare un termine roboante, ma significa una cosa ben precisa: la laicità, nel nostro paese, diventa inviolabile, al pari di altri principi come quello della dignità della persona.

Un passo importante e storico. Fino a cinque anni prima la religione cattolica era considerata religione di stato. Solo con quella sentenza nel nostro paese si parla per la prima volta di laicità nell'ordinamento ufficiale dello stato, nonostante il Risorgimento e gli ideali spesso dalle tinte anticlericali che hanno segnato la storia italiana. Inutile dire, però, che la Chiesa cattolica, soprattutto a seguito dei Patti Lateranensi firmati da Benito Mussolini nel 1929, ha sempre avuto un trattamento privilegiato.

Già, ma oggi? A distanza di trent’anni dall’introduzione della laicità nell’ordinamento costituzionale vale la pena farsi qualche domanda, in un paese in cui i politici sventolano libri sacri ai comizi e negli edifici pubblici è ancora ben saldo il crocifisso.

Cosa significa il principio di laicità

Matteo Salvini esibisce il Vangelo a un comizio a Milano il 4 marzo 2018.
Matteo Salvini esibisce il Vangelo a un comizio a Milano il 4 marzo 2018.(credits: Pier Marco Tacca/Getty Images Europe)

Partiamo intanto dal dire cosa non è laicità. Non significa per forza essere atei o agnostici. Significa però che si può anche non professare alcuna fede o religione, o anche appartenere a qualsiasi credo. In sostanza, laicità significa che l’autonomia decisionale non è vincolata da norme confessionali. Questo in ambito giuridico si traduce in uno stato separato dalle istituzioni religiose: l’autorità che governa un paese non dovrebbe quindi essere condizionata da dogmi divini.

Non è sempre così: esistono infatti gli stati confessionali. In alcune aree del mondo, soprattutto in ambito musulmano, ci si rifà direttamente a dettami religiosi per regolamentare la vita civile.

La laicità italiana è ambigua

Simboli religiosi
Simboli religiosi (credits: Matthew Fearnley - CC, Flickr.com)

 

Probabilmente la Francia è la nazione che ha fatto della laicità una vera e propria bandiera. L’Italia in tal senso è stata molto più cauta. Tuttavia ci sono dei principi costituzionali piuttosto chiari. “Si possono riassumere in tre punti cardine”, spiega a Wired Marilisa D’Amico, professore di diritto costituzionale all’università di Milano. “Innanzitutto è chiara la separazione tra ordine religioso e temporale. Vige il principio che tutte le religioni sono uguali e che c’è la libertà di credere ma anche di non credere. Non bisognerebbe mai dimenticare il diritto di essere atei.

Da noi invece vige un orientamento positivo nei confronti della libertà religiosa; non si esclude quindi la religione dall’ambito pubblico, puntando piuttosto sul pluralismo. Questo però ha creato situazioni ambigue, stemperando gli effetti della sentenza.

“L’anniversario della sentenza costituzionale del 1989 è importante e significativo”, precisa Nicola Fiorita, professore di Diritto canonico ed ecclesiastico all’università della Calabria. “Tuttavia contiene una delimitazione del principio di laicità stesso. Si afferma infatti che l’Italia è sì uno stato laico, ma anche che l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole è compatibile. Di fatto privilegiando solo una parte degli studenti”.

La sentenza ha dato quindi legittimità all’insegnamento della religione cattolica. Per certi versi un paradosso, in contrasto con la dottrina più laica. Al cosiddetto orientamento positivo si rifanno anche i sostenitori del crocifisso in classe: in questo modo, tuttavia, la pluralità religiosa e soprattutto la neutralità laica non può evidentemente dirsi compiuta.

Come giustificare momenti e simboli cristiani in luoghi di espressione dello stato laico? Il linea giurisprudenziale, l’insegnamento della religione cattolica si rifà a un valore storico e culturale e non propagandistico, perciò la Corte costituzionale lo ha ritenuto compatibile con il principio di laicità.

Le Tre Fasi
 
Non è facile dire se oggi siamo più o meno laici di qualche decennio fa. Ma per Marilisa D’Amico le leggi fatte negli anni Settanta, come quella sul divorzio o sull’aborto, erano espressione di uno stato laico nel migliore dei termini. “Anche i cattolici votarono per non negare ad altri dei diritti. Nonostante fossero considerati in contrasto con la propria visione del mondo”, ricorda D’Amico.

Secondo Nicola Fiorita negli ultimi trent’anni abbiamo vissuto tre fasi. In una prima fase c’è stata un’espansione della laicità. “Viene affermato finalmente che l’Italia è uno stato laico. Ciò comincia a produrre lentamente degli effetti politici”, spiega Fiorita. “Dal 2001 in poi si è cominciato invece a ridurre la portata del principio di laicità. Facendolo rientrare in una mera visione di pluralismo”. Una laicità che veniva riconosciuta e affermata, certo, ma da cui non si traevano più degli effetti. Si garantiva sì un pluralismo, ma di fatto era la religione cattolica a godere di un trattamento privilegiato.

“Trent’anni fa pareva iniziato un percorso progressivo di rafforzamento della neutralità delle istituzioni pubbliche. Nonché del regime indifferenziato dei diritti. Oggi possiamo dire che non è avvenuto, constata Fiorita.


Gli effetti concreti

La questione non è solo di principio. E neppure di fede, in realtà. Marilisa D’Amico ricorda che molti politici sono stati e sono cattolici. Non è un problema. D’Amico fa l’esempio della legge sull’aborto del 1978.“Quella volta i politici cattolici hanno accettato un compromesso. Inserendo l’articolo sull’obiezione di coscienza. Anche se spesso si attua quell’articolo in modo sconsiderato, non è stata usata una legge per affermare un valore religioso”.

Secondo D’Amico oggi si assiste a crescenti intromissioni della chiesa in questioni riguardanti lo stato. Uno dei riferimenti è la campagna referendaria per la modifica della legge sulla procreazione assistita del 2005.Alcune gerarchie ecclesiastiche hanno spinto per affermare la superiorità dell’embrione a discapito della salute della donna. Per non parlare delle campagne ideologiche per negare i diritti agli omosessuali. O ancora, a chi voleva normare il fine vita. Tuttavia il parlamento rispetto a questi temi è comunque riuscito ad esprimersi: si sono varate delle leggi che non mirano a negare diritti in nome di principi religiosi.

“Penso che in questo momento la politica cerchi addirittura di rincorrere la chiesa. Questo impoverisce lo spirito della nostra Costituzione. E dimostra la debolezza della politica che si fa scudo della religione”, afferma D’Amico. Il fatto è che gli esponenti della chiesa cattolica hanno sicuramente il diritto di esprimere il proprio pensiero. Altra questione però è incitare i fedeli nell’attuare azioni politiche. Questo vale quando il papa si esprime sull’aborto, ma anche sulla questione dei migranti. Il confine evidentemente è labile, ma sta ai politici decidere se rimanere laici o meno.

“In Italia siamo abituati a sentire l’opinione della chiesa rispetto a qualsiasi tema. Ci sembra normale”, continua e conclude D’Amico. “Tuttavia da noi il concetto di laicità è inteso diversamente a seconda della propria sensibilità”.