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Thursday, October 12, 2023

“Non sarà più il prete a dire messa”. Rivoluzione nella Chiesa: la novità che fa imbufalire i fedeli. Ecco da chi sarà sostituito

di Gabriele Angelini

O tempora o mores. In questo mondo che cambia vorticosamente, anche al Chiesa è costretta a fare i conti con il proprio tempo. E così, succede che nei giorni di un Sinodo epocale, che potrebbe cambiare la storia della Chiesa cattolica, parte una grande rivoluzione. Fatto ancora più eclatante è che la novità partirà dalla Diocesi di Genova, che con il cardinale Siri era la più conservatrice d’Italia. Il pubblico dei fedeli cattolici dovranno prendere familiarità con un nuovo tipo di Messa. Se da qualche parte sta cominciando a essere usata l’intelligenza artificiale anche in questo “campo”, la novità rappresenta in questo caso il ruolo del prete. Per la prima volta dall’anno 400 dopo Cristo ci saranno celebrazioni in chiesa senza il prete sull’ altare. In che senso?
 
Ne parla un lungo articolo sul settimanale cattolico “IL Cittadino”, già quotidiano completo fino agli anni Settanta, firmato da Gianfranco Calabrese, vicario episcopale di Marco Tasca, arcivescovo di Genova, che spiega la novità nel mondo della Chiesa. Al posto del prete, infatti, ci saranno “catechisti”, formati in corsi speciali, e può darsi anche donne, a svolgere lo stesso ruolo, compresa l’omelia e esclusa ovviamente la consacrazione dell’ostia, che può essere compiuta solo da sacerdoti o religiosi, “unti” come ministri di Dio. È tutto? Perché questa decisione?

 
 
Chiesa, rivoluzione a messa: chi sostituirà il prete


Molto è dovuto, ovviamente, alla crisi abissale delle vocazioni sacerdotali. Ci sono sempre meno preti, frati e altri religiosi. In poco meno di venti anni, infatti, queste figure sono più che dimezzate. E nella parrocchia di Genova il caso è ancora più evidente. Da qui la decisione della Curia di varare questo progetto pilota che, del resto, coincide con un dibattito avviato già da tempo nella Chiesa cattolica romana. Se ne parlerà, infatti, anche nel Grande Sinodo in svolgimento a Roma, dove si riuniscono 449 vescovi, 70 fedeli non vescovi, anche 54 donne, in una sessione lunga 4 settimane nell’aula Nervi del Vaticano, presieduta da papa Francesco in persona.









Friday, August 11, 2023

L’ Effetto Rashomon

di Dott.ssa Marilena Cremaschini

L' Effetto Rashomon sono i mille modi di percepire una situazione.
A tutti è sicuramente capitato di sentire il racconto di una vicenda fatta da più persone, ma nonostante tali persone siano tutte sincere, ogni racconto si arricchisce di particolari e circostanze diverse, come se non stessero raccontando la stessa vicenda.
Si tratta dell'Effetto Rashomon, un fenomeno provocato dalla soggettività nel quale le persone raccontano la stessa storia in modo diverso.
Tuttavia, questo non significa che una delle versioni sia falsa ma semplicemente che viene filtrata attraverso delle diverse percezioni individuali.
Una verità relativa, personale che comunque è la verità di chi la racconta.




Friday, August 4, 2023

Le Messe Nere

di Viesse

La Messa Nera è un rituale satanico. E’ un rifacimento della messa domenicale di cui si segue tutte le fasi, facendone autore e destinatario Satana.


 Sembra che fosse praticata nel Medio Evo da streghe e gruppi eretici, legata soprattutto ai sabba delle streghe, allora praticata da stregoni e si pensa che si potessero praticare rituali di morte. I celebranti indossavano abiti simili a quelli dei sacerdoti, ma vi era l’effige raffigurante una capra associata al demonio, croci rovesciate, preghiere al rovescio, benedizione con acqua lurida e come altare il corpo di una donna nuda, culminante in un’orgia o sacrifici umani o animali. Dal 1000 al 1700 era molto in voga tra i nobili.
Nei nostri giorni, in genere, si fa in luoghi isolati, casolari abbandonati, chiese sconsacrate.

Si richiede drappi neri, paramenti simil sacerdotali, ostie sconsacrate e riconsacrate con sperma e sangue mestruale. Inizia un sacerdote che ha rapporti sessuali con una donna nuda usata come altare e poi da altri adepti. Si inizia con una frase al rovescio e in latino, Adiutorium nostrum in nomine Domine inferi. È indispensabile croce rovesciata e il saluto Ave Satanas.

Ci sono 3 tipi di Messe Nere:

Congiura della Lussuria

Congiura della Compassione

Congiura della Distruzione

Sia ben chiaro, non è obbligatorio nessun sacrificio umano o animale; questo dipende totalmente dai gruppi.

La Messa Nera è un rituale satanico che consiste nell’ onorare e nel venerare Satana; non pensiate che possiate essere ammessi facilmente… La cosa potrebbe costarvi molto, ma molto cara.


Friday, June 2, 2023

La morte e la fanciulla – Necrofilia al femminile

di Bizzarro Bazar





Nella cultura occidentale, Eros e Thanatos sono interconnessi da sempre: il desiderio sessuale, che è esuberanza di vita, si rispecchia nel suo opposto, certo, ma talvolta vi coincide, trasfigurandosi. L’espressione francese la petite mort, usata per riferirsi all’orgasmo, fiorisce dall’idea che l’unione fisica sia una vera e propria fusione dei sensi – quindi annullamento dell’io e abbandono dell’identità singola. L’erotismo, scrive Bataille, “apre la strada alla morte. La morte apre la strada alla negazione delle nostre vite individuali”: per Foucault implica “l’esperienza della finitezza dell’essere, del limite e della trasgressione”, e nell’erotismo moderno le uniche forme di trasgressione ancora possibili sono quelle che vanno dal naturale al contro-naturale – verso la macchina, la bestia e il cadavere.



La vicinanza di amore e morte è talmente presente nell’arte e nella letteratura (sopprattutto nell’800, si pensi al topos della “bella morta” che attraversa le opere dei preraffaelliti come di Poe, Baudelaire e dei romantici) che sorprende quanto invece le indagini psichiatriche sulla necrofilia siano, in confronto, rare e sporadiche.

Pur accettandone le versioni artistiche e in qualche modo mascherate dal simbolo, sembra quasi che il desiderio necrofilo fosse per gli studiosi il più orrendo e abominevole dei tabù: perfino Freud si rifiuta di parlarne approfonditamente e, dopo averlo menzionato in una sola frase, esclama: “Ma basta con questo tipo di orrore!” (La vita sessuale). Bisognerà aspettare il 1989 per il primo vero studio sull’argomento, ad opera di Rosman & Resnick, che analizzarono 122 casi e suddivisero questa parafilia in tre tipi: omicidio necrofilo, necrofilia regolare, e fantasia necrofila – distinguendoli ulteriormente dalla cosiddetta pseudonecrofilia (quando cioè l’atto necrofilo è opportunista o incidentale). Nel 2011 Aggrawal pubblica l’unica ricerca interdisciplinare davvero approfondita, Necrophilia: Forensic and Medicolegal Aspects, che suggerisce nuove e più dettagliate classificazioni.

Escludendo le derive più estreme (assassinio, mutilazioni, cannibalismo), nella maggioranza dei casi il necrofilo è una persona dalla bassa autostima, che ha provato il sesso tradizionale e ne è rimasto insoddisfatto o umiliato: la motivazione più comune che spinge il necrofilo a desiderare il contatto con i morti è il bisogno di un partner che non opponga resistenza e che non possa rifiutarlo. In altri casi, essendo stato esposto in giovane età al contatto con un morto, il terrore provato è stato trasformato in pulsione sessuale, come spesso accade nei feticismi. Seguendo la sua fissazione, il necrofilo ricerca occupazione in luoghi di lavoro che consentano un accesso più facile ai cadaveri, come ospedali o agenzie funebri. Non è raro che la necrofilia si sviluppi in direzione “romantica”, acquisendo cioè una componente di affetto reverenziale per la salma, che non viene semplicemente violata ma spesso accarezzata, confortata, come se fosse possibile donarle ancora gioia o piacere. Alcuni necrofili hanno espresso il loro disgusto per gli operatori funebri che mostrano poco rispetto per i morti: paradossalmente, nella loro fantasia, il cadavere non è un morto, e deve essere nuovamente umanizzato, “riportato in vita”, cioè considerato come una persona vera e propria.

Nella nostra immaginazione la figura del necrofilo è sempre maschile, e la sua “preda” una giovane e bella donna. Ma cosa accade quando la parte attiva è una donna, e il partner inerme e indifeso un uomo?



Come nota Lisa Downing nel suo saggio sulla necrofilia nella letteratura francese dell’800, Desiring The Dead, il ripetuto focalizzarsi sulla penetrazione del cadavere negli scritti medici ha implicitamente relegato la necrofilia al regno della perversione maschile; pur essendo questa parafilia piuttosto rara (almeno stando alle statistiche forensi), la percentuale femminile si aggira attorno al 10-15% dei casi di cui siamo a conoscenza.



Nel 1979 in California, all’età di 23 anni, Karen Greenlee era alla guida di un carro funebre: doveva consegnare una salma di un uomo di 33 anni al cimitero per il funerale. Decise invece di scappare con il morto, e venne trovata due giorni dopo, ancora in compagnia del cadavere. All’epoca non c’erano leggi in California contro la necrofilia, quindi la Greenlee venne denunciata per furto di autoveicolo e per disturbo di cerimonia funebre. Ma nella bara venne trovata una lettera in cui Karen dettagliava i suoi incontri erotici con altri 40 cadaveri maschili, e la donna fu bandita dalla professione. In seguito, la madre del morto che Karen aveva sequestrato la citò per danni morali ed emotivi, e la Greenlee venne condannata a un periodo di carcere, una multa e un forzato trattamento psichiatrico.

Nel 1985, poco prima di ritirarsi a vita privata sotto nuovo nome, Karen Greenlee accettò di essere intervistata dal giornalista Jim Morton, in un articolo che diverrà noto con il titolo The Unrepentant Necrophile (“la necrofila impenitente”). Si tratta di un documento straordinario, per più di un motivo. Se inizialmente provava vergogna per i suoi desideri, all’epoca dell’intervista Karen sembra aver ormai accettato la sua condizione, e non è certo timida nel descrivere ciò che le piace:


il freddo, l’aura di morte, l’odore della morte, l’ambiente funerario… trovo l’odore della morte molto erotico. C’è odore e odore. Se prendi un corpo che ha galleggiato nella baia per due settimane, o una vittima di incendio, ecco, quello non mi attrae molto, ma un corpo imbalsamato di fresco è tutta un’altra cosa. C‘è anche questa attrazione per il sangue. Quando stai sopra a un corpo, tende a espellere sangue dalla bocca, mentre fai l’amore appassionatamente…

Nelle sue parole, il cadavere è oggetto d’amore e regala un’euforia particolare, quasi estatica; racconta inoltre di come si è introdotta di notte in obitori e tombe, e dice di essere stata sorpresa nell’atto più di una volta, senza conseguenze troppo gravi. Ma forse il momento più interessante è quando afferma che la domanda più comune che la riguarda è sempre la stessa: “come fa esattamente?”.
Per me non è un problema dire come lo faccio, ma chiunque abbia un po’ di esperienza sessuale non dovrebbe avere bisogno di chiederlo. La gente ha questo pregiudizio che ci debba per forza essere la penetrazione per la gratificazione sessuale, che è una stupidaggine! La parte più sensibile di una donna è comunque la parte frontale, e quella va stimolata. A parte questo, ci sono differenti aspetti dell’espressione sessuale: il contatto fisico, il 69, anche semplicemente tenersi per mano.

Il fatto che Karen Greenlee denunci la nozione fallocentrica e l’eccessiva importanza data alla penetrazione, è assolutamente in linea con la sua figura trasgressiva: questa donna infrange il tabù del sesso con i morti, e al tempo stesso inverte le gerarchie e i ruoli tradizionalmente femminili. Se n’è accorta Lena Wånggren, che nel suo saggio Death And Desire parla della necrofilia femminile come tragressione di genere: qui è la donna a “cacciare” e possedere, e il maschio diviene inerme e inanimato – l’esatto opposto della consueta figurazione che vede il maschio attivo e la femmina come passivo ricettacolo per la procreazione. La Greenlee non soltanto riduce il maschio a un oggetto, ma lo priva anche del mito del pene e della penetrazione.

In effetti, sembra che a suscitare scandalo sia proprio questo aspetto, ancor più che la necrofilia in sé: la Greenlee ricorda un fidanzato che, quando scoprì i suoi desideri, la schiaffeggiò e le disse che “non ero nemmeno una donna, e potevo andare a scoparmi i miei morti”. Ricorda anche uomini convinti di riuscire a “curarla”:
I ragazzi pensavano sempre che andassi alla ricerca di corpi morti perché mi mancava qualcosa, e che se fossi stata con loro mi avrebbero cambiato, e che loro erano quelli in grado di soddifarmi così tanto che non avrei più avuto bisogno dei cadaveri.

La storia di Karen Greenlee ha ispirato nel 1992 il racconto We So Seldom Look On Love di Barbara Gowdy, da cui è stato in seguito tratto il film Kissed (1996) di Lynne Stopkewich. Entrambe le opere seguono piuttosto fedelmente la vicenda della Greenlee, e ne approfondiscono ulteriormente gli aspetti legati alla trasgressione dei comportamenti sessuali di genere.


Monday, August 1, 2022

Lo Scuoiamento di Sisamnes

di anonimo

 
Un dipinto del XVI secolo che mostra lo scuoiamento vivo di un giudice corrotto, Sisamnes, nel 500 a. C. Sisamnes era un giudice - realmente esistito corrotto, vivente ai tempi di Cambises II in Persia. Si era scoperto che aveva accettato dei favori e che in tribunale, in seguito, aveva emesso un giudizio considerato ingiusto.
Di conseguenza, il re ordinò che fosse arrestato per corruzione e ordinò che venisse scuoiato vivo. Prima di mettere in atto la sentenza il re chiese a Sisamnes chi volesse nominare come suo successore. Sisamnes, nella sua avidità, scelse suo figlio, Otanes. Il re accettò e nominò Otanes a sostituire suo padre.
Successivamente ha pronunciato la sentenza e ha ordinato che la pelle di Sisamnes fosse usata per rifoderare il sedile su cui il nuovo giudice si sarebbe seduto in tribunale, per ricordargli le possibili conseguenze della corruzione. Otanes, nelle sue deliberazioni, fu costretto a ricordare sempre che era seduto sulla pelle del padre giustiziato. Questo ha contribuito a garantire giustizia ed equità in tutte le sue udienze, deliberazioni e sentenze.