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Friday, November 10, 2023

LA MAGIA DEL CAOS

di Shamano Shekhinà Shekhinà

“Mi trovo davanti a una buia caverna immerso fino alle caviglie in un nero luridume. Intorno a me aleggiano delle ombre. Sono attanagliato dalla paura ma so che devo entrare. Striscio attraverso una stretta fenditura nella roccia e giungo in una caverna più interna col fondo ricoperto di acqua nera, ma dall’altra parte scorgo una pietra che emana una luce rossastra a cui devo arrivare”

(Viaggio infernale nel futuro. Il Libro Rosso, C.G. Jung)

Il Caos nella Tradizione Ermetica e nella Simbologia Ermetica è rappresentato quasi sempre dall’immagine del Drago oppure dalla stessa Caverna Oscura o ancora dalla Quercia Cava (“Chēne”,la cui radice viene dal Greco “Chaino” che significa “Aprirsi, Essere spalancato”) e da cui poi si forma “Chaos”, riferito non solo all’idea del Caos e delle tenebre ma anche alla larga apertura ed infine all’abisso.
Ma qual è il motivo per cui il Caos, la follia divina hanno così tanta importanza nella cultura Ermetica? Se l’universo, in sè, evolve verso stati di massimo disordine, come poter spiegare l’emergere di strutture altamente complesse ed organizzate, come gli organismi viventi che sono degli stati del tutto improbabili?
L’osservazione dei fenomeni naturali ha permesso agli antichi Alchimisti di conoscere sia ciò che avviene nell’uomo, il rapporto ordine e disordine, sia come la materia prima, altra “Metafora” del Caos, è necessaria in ogni “Trasformazione”, come nell’aumento del Caos o Entropia è nella nascita di un nuovo ordine.
Per esempio un altro simbolo è la Vergine Nera. Il colore del Caos associato alla forma per la quale è destinato, vale a dire quella forma perfetta, pienamente immacolata (la Vergine appunto) che fa in seguito nascere il suo figlio migliore (il Lapis), proprio quell’ordine nuovo che dal Caos prende tutta la sua forma.

NEI TAROCCHI

Il Matto è l’ultima carta dei Tarocchi, essendo una carta senza alcun numero, che i cartomanti mettono o prima oppure anche dopo i 21 Arcani Maggiori all’atto di mescolare le loro carte.… Il Matto inoltre è man mano divenuto il famoso Jolly/Joker nella carte da gioco proprio uscite dagli Arcani Minori. Ma quale necessità possiede il Jolly nel contesto di un mazzo da gioco o di tipo divinatorio e quali sono le sue caratteristiche?
Il primo facile da intuire è l’Imprevedibilità, e niente risulta più imprevedibile di qualcosa che non è mai numerato, quindi non definito, codificato, e la sua presenza rappresenta la “Deviazione” da tutto ciò che è a quello che è destinato poi ad essere, che purtroppo mai più potrà essere. Ciò fa nascere delle nuove possibilità come pure delle nuove disgrazie, ma sempre non previste e prevedibili dal dato di partenza e questo forse può giustificare l’effetto Jolly, che può cambiare anche del tutto gli esiti di una partita in corso per chi lo detiene ma anche per chi può levarlo al suo possessore.
Il secondo è esattamente il Disordine, a volte diretto effetto del primo ma conseguenza immediata degli altri aspetti “Archetipici” del Matto stesso: l’atemporalità, l’assenza di ogni valore e ogni significato come espressione del nulla e del vuoto, l’adirezionalità del movimento nello spazio, che nel gioco di carte giustifica la possibilità del Joker di avere il valore della carta che ad esso si associa.
Il terzo è l’Irregolarità, questa volta unione dei due precedenti nella relazione con un contesto: quello che vale per le tutte altre carte/persone non vale mai invece per il Joker/Matto, la sua unica regola è l’assenza di regole.
Il quarto, non meno importante, è l’effetto non voluto dell’Inversione; le caratteristiche del Joker creano un livellamento ed un azzeramento delle differenze esistenti fino ad invertire le stesse, non soltanto per effetto del disordine e dunque della casualità della divisione delle forze, non più soggette a meriti e capacità, bensì per affinità favorisce quelli che giocano male (o agiscono il male) o non sanno proprio giocare (la fortuna dei principianti). È’ il protettore degli Altri, delle minoranze e delle devianze.
Per finire è che si tratta della Matrice da cui parte tutto il senso dell’opera e a cui l’opera stessa volge, da cui poi lo si assimila alla Materia Prima ed al Caos. Spesso si dice infatti che è il percorso che conta ed i 21 Arcani Maggiori sono per l’iniziato istruttivi per il suo cammino anche se poi tutto si risolve nel Caos da cui tutto è partito. In effetti, il lavoro dell’iniziato avviene proprio ai margini del Caos, dove il Drago protegge il suo tesoro, ai confini del Mondo (l’ultima carta dei Tarocchi che precede il Matto).

“La follia, come sai, è come la gravità, basta solo una piccola spinta”

Thursday, November 9, 2023

MAGIA DISTRUTTIVA: ZADU E MALEFICI

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

Il termine “Kanawari” con il quale si definiscono i Malefici e tutte le pratiche di Magia Distruttiva è “Zadu”. Si parla qui di una corruzione della parola “Hindi Jadu” che vuol dire letteralmente ‘Incantazione’, ‘Magia’ oppure infine ‘Formula Magica’, ma può cambiare il suo significato in relazione alle occasioni e anche dell’interlocutore. Nel gergo più comune, però, il termine Zadu si riferisce ad un particolare Rituale di Magia manipolativa, in genere svolto sul campo della cremazione, per riuscire a generare un amuleto di tipologia malefica capace di portare addirittura alla morte della vittima scelta accuratamente e della sua intera famiglia.
Lo Zadu inoltre può essere descritto come una complessa e molto antica pratica rituale di origine “W:bön”, pienamente in grado di costruire e mantenere aperti dei potenti ponti ed anche molto sottili tra l’ambito extraurbano (la Dimensione Parallela) nel quale dimorano tutti gli Spiriti, ed il microcosmo urbano (Dimensione opposta, cioè terrena) dentro il quale risulta più forte il desiderio degli uomini di tenere incontaminato e ben saldo l’equilibrio che sottende ogni realtà domestica.
Tramite lo Zadu di conseguenza, si vanno a creare delle vere e proprie falle nella costante tensione che c’è tra il mondo delle entità dette sovrannaturali, la cui tendenza è quella di entrare nel villaggio per poter soddisfare i propri istinti, siano esse la brama di sangue, oppure, nel caso delle semi - divinità, la smania di essere instaurati come divinità all’interno del tempio, e quello degli uomini in carne e ossa.

CACCIARE IL DEMONE DAL VILLAGGIO

Il posto prescelto per finire l’azione dell’esorcismo è una conosciuta curva a gomito, la quale viene dopo l’evidente dorsale montuosa che separa l’ampia buca dove sorge il villaggio di Kalpa da un orrido vallone roccioso, dove la strada passa vicino ad uno strapiombo di mille metri che finisce direttamente nelle sacre acque del fiume “Sutlej”. Arrivati sul posto, i Kardar, cioè gli abitanti, piantano la statuetta (Zadu) nella parte più lontana della curva, con il volto messo verso l’abisso.
A questo punto l’attenzione di tutti i presenti si sposta sul montone. Il “Grokch” (Officiante) usa l’acqua del “Kro”(vaso rituale in ottone o anche in argento) il dorso dell’animale da sacrificare, partendo dal capo fino alla coda e viceversa. Subito dopo mette dei semi di mostarda con acqua sacra negli orecchi e nella bocca della vittima sacrificale, liberandola in un istante. Tutti si mettono così velocemente a guardare l’animale aspettando che accada qualcosa, anche un piccolo segno che un estraneo non può capire fino a che quello si scrollò vigorosamente, comunicando la riuscita dell’esorcismo e, di seguito, il termine dell’infestazione.
In tutto tale contesto, è ora abbastanza chiaro il grande ruolo del Sacerdote Oracolo. Essendo stato scelto dalla sua personale divinità, il Grokch è dotato di enormi poteri, con i quali riesce svolgere la funzione di un eroe che può sconfiggere i demoni e perpetrare lo status quo nel villaggio. Spetta soltanto all’Oracolo, perciò, intervenire nei modi e nei tempi adatti per togliere le disparità esistenti tra gli uomini e gli spiriti, evitando che questi ultimi prendano il totale sopravvento.
Nonostante la Tradizione Oracolare Kinnaura non è proprio del tutto assimilata ad un contesto dello Sciamanesimo, si notano comunque molte notevoli affinità tra i due ambiti che possono farlo collocare tra le pratiche dei Grokch ad un livello intermedio, quasi come un anello di unione nel parallelismo esistente tra Sciamanismo e Oracolarità.

LUCIFERO . PARTE PRIMA.

di Arcomaria 

Il legame che accomuna ?SATANA con LUCIFERO è quanto di più importante possa esistere.
Spesso e volentieri queste due personalità sono state confuse,oppure usate come identificativi di gruppi di differente astrazione filosofica.
Persino nella malsana bibbia si capisce a malapena il nesso tra i due.
SATANA E LUCIFERO SONO DUE ASPETTI DELLA MEDESIMA COSA.
Nello stesso modo con cui si “usano” i quattro Principi infernali,attribuendo ad essi gli elementi naturali di base,allo stesso modo il sacro cammino del SATANISMO-unico e personale- comprende due fasi principali e in stretta relazione tra loro(i due principi duali che se riconciliati portano alla creazione divina).
LUCIFERO si prostra all’uomo per illuminarlo(Lux Fero-portatore di luce),fornire l’impulso iniziale che porta all’autoconsapevolezza.
Egli,come Principe degli Angeli ,il più bello,il superbo per principio,porta con se la conoscenza a difesa della propria libertà.
Allo stesso tempo l’Angelo dona all’uomo la consapevolezza.
Una regola importante nel SATANISMO,da tenere sempre a mente…
IL CORPO IN BASSO,LA MENTE IN ALTO.
Come LUCIFERO risveglia la mente,SATANA porterà alla completa soddisfazione.
CHE SIANO QUESTE DUE PROIEZIONI UMANE A VEGLIARE SU DI NOI!
Lucifero nella mitologia greco-romana.
Lucifero o Lucifer è una divinità della luce e del mattino della mitologia romana, corrispondente alla divinità greca della luce: Eosforo ("Portatore dell'Aurora") o Fosforo ("Portatore della luce"), nome dato alla "Stella del mattino", era figlio di Eos (dea dell'Aurora) e del Titano Astreo e fu padre di Ceice (Ceyx), re di Tessaglia, e di Dedalione.
Nella religione greco-romana.
Mentre di Lucifero come divinità legata a Venere non abbiamo traccia, esistevano culti dedicati a divinità definite "Lucifere" (cioè Portatrici di Luce)[1]. Oltre a queste, tra le Divinità Maschili Solari più conosciute che ritroviamo nel pantheon greco-romano vi è Apollo, un cui epiteto era Phosphoros (ΦΩΣΦΟΡΟΣ in lettere greche)che tradotto in latino è Lucifer, Lucifero appunto.

IL MAGO GUERRIERO: ARCHETIPO SPIRITUALE

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

Essere in un Cammino Spirituale non vuol dire affatto essere perfetti, o impeccabili, o ancora buoni e basta. Essere Spirituali veramente non è non dire parolacce, non arrabbiarsi, non provare odio, seguire nella pratica quotidiana uno schema fondato sull’angelo biondo con gli occhi azzurri, oppure su un Gesù che cammina sulle acque e poi va a guarire le persone soltanto toccandole.

L’uomo non è un angelo, altrimenti potrebbe volare senza l’aiuto di aerei ed inoltre avrebbe una luminosa l’aureola ben visible. L’uomo rappresenta delle anime in viaggio dirette verso il profondo ricordo di sé stesso, della propria Coscienza Divina Interiore, vale a dire di tutto ciò che appunto viene definita la sfera Spirituale, innanzitutto e’ un qualcosa di abbastanza semplice, poichè semplice è tutto quello che gli appartiene veramente.

La semplicità rappresenta un’antichissima innata risorsa, l’etimo deriva dalla lingua Latina: “Simplex” cioè formato dalla radice “Sem” (Uno solo) e da quella di “Plectere”(Piegare). Quindi “piegato per una sola volta”.
Tutto questo porta alla considerazione che innanzitutto il Mago Guerriero va ad incarnare pienamente nel cammino della Spiritualità, l’Uno, ovvero colui il quale resta comunque riunito a sè stesso.
L’atto del riunirsi a e con sè stessi, inoltre imparare ad essere i propri migliori amici, ma anche i propri stessi sposi, dunque accettando quelle parti di sè che invece si tentano di nascondere nel cassetto più segreto, guardandole con quell’antica compagna che è in pratica l’importantissima autoironia, rappresenta il primo, vero ed enorme passo in direzione del continuo Cambiamento (Legge Cosmica Primaria) che di solito si va a cercare al di fuori : la Pace globale e la fine delle guerre, come allo stesso modo i diritti umani ed infine tutto il resto.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!!!”

Là fuori in effetti esiste il forte giudizio altrui, lo scetticismo già abbastanza presenti, perciò non è affatto utile né funzionale che lo si faccia anche verso sé stessi da soli, è al contrario di fondamentale valore la contemplazione, vale a dire quella che consente ad ognuno di saper bene interpretare le azioni con maggiore saggezza e maggiore compassione. Essere Uno per l’appunto significa essere integro, sinonimo di essere totalmente immerso nello sposalizio completo e perfetto con sè stessi.
Esattamente nel momento in cui tutto questo avviene si è coscienti di essere stati capaci di superare lo sfidante, il diavolo, quello che meglio definito si dichiara come il “Diaballo”, colui il quale divide e mette senza scrupoli alcuni alla prova volendo generare una separazione ed una perenne frammentazione in tanti piccoli pezzi vaganti.
Essere a questo punto Uno sta a significare che si è divenuti buoni e cattivi, si è solitari e amichevoli, si è sia eloquenti quanto timidi ed inoltre si si può permettere di non essere il medesimo Vecchio Uomo che si era ieri, in quanto ci si va ad evolvere sempre e durante ogni giorno che passa.
Attenzione perché questo non vuol dire assolutamente, ci si consente da soli di agire come gli “Stronzo” perché si è comunque e sempre Uno.

Ancora, questo non significa neppure e giammai che si ha per forza di cose il dovere di essere perfetti, perché quando si va a pensare ad una persona nel cammino Spirituale come qualcuno di elevato e di conseguenza impeccabile, oltre che essere infantili ci si sta dividendo in modo consapevole, ancora una volta, e ancora, e ancora.

Il Mago Guerriero commette errori, spesso cade, ma invece di soffermarsi nel giudizio si siede per ascoltare il messaggio che proprio tale errore ha portato, facendone qualcosa di creativo e inserendolo nel proprio Uno sotto forma di una nuova evolutiva lezione.

Il Mago Guerriero sa di non sapere, rappresenta l’individuo Saggio per eccellenza, e non di certo si permette di poter peccare nà di superbia né di presunzione bensì si affida al proprio interiore intuito ed alla propria infinita esistenza, ascoltando in tale modo prima di tutto la propria intima eloquente Coscienza Divina.

Il Mago Guerriero non potrebbe per nulla vivere cadendo nel vortice del senso di colpa, perché è consapevole molto bene che non esistono queste colpe ma soltanto degli eventi, delle situazioni che sono un ausilio per meglio imparare ogni santo giorno di più ad essere veramente umano.

Il Mago Guerriero non osa mai giudicare e non osa allo stesso tempo mai altro che definire, contemplare l’intera bellezza della vita aprendosi al dialogo profondissimo con sè stesso, generando ed innescando un vero e proprio processo di osservazione e di riconoscimento.

Il Mago Guerriero è!!!

LA VOX MALEFICARUM: LINGUAGGIO DELLE STREGHE E NON SOLO

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

Al centro di ogni cosa esiste da sempre un grande amore per tutte le parole. Ma, prima ancora di questo, vi è un profondo interesse proprio per il Linguaggio. Ciò che incuriosisce è collegato, almeno parzialmente, dalla consapevolezza che, nonostante tutti i progressi e tutti gli studi a riguardo, ancora oggi non si è poi veramente così capaci di capire in che modo funziona effettivamente esattamente il Linguaggio. Dopo un secolo pieno di ogni tipo di linguistica, non si è diventati ancora del tutto o per niente in grado di poter spiegare le cose fondamentali del Linguaggio: come esso funziona nella propria mente, che cosa vuol dire veramente il comunicare, oppure infine se esso possieda o no una qualche particolare sua struttura totalmente nascosta.

RENDERE L’INVISIBILE VISIBILE

Esattamente, in quanto il Linguaggio può consentire di parlare e di dare un nome anche a tutto ciò che esiste nell’invisibile, dunque ai concetti di natura filosofica e soprattutto spirituale molto più astratti. Tramite la lingua si può provare a spiegare quelle cose che nessuno ha mai visto o nemmeno percepito fino ad ora. Ogni frase che si pronuncia possiede in sé il potenziale per essere questo qualcosa che nessuno ha mai sentito prima.
Detto in parole più semplici: il Linguaggio rende l’invisibile manifesto!
Basta pensare ad esempio a tutte quelle parole come “Incanto” e “Incantesimo”, dal Latino “Incantare”, formato da In - Intensivo e “Cantare”, cioè “Recitare formule magiche”, oppure anche “Maledire” e “Benedire”, letteralmente “Dire male” e “Dire bene”; poi, ancora “Invocare” ed “Evocare”, ossia “Chiamare (con la voce) da dentro”, “Chiamare da fuori”; in ultimo anche “Preghiera” la quale porta in sé la radice indoeuropea “Prach” che sta a significare “Domandare, Chiedere”.

LE PAROLE POTERE
Il Linguaggio rappresenta veramente un grandissimo dono ed è allo stesso modo un’arma davvero assai potente, ed infatti pure le Streghe ed i Maghi di qualsiasi epoca lo hanno sempre saputo. C’è stato perfino chi ha creato delle vere e proprie lingue Magiche: basta far riferimento a quello più misterioso e vale a dire il Linguaggio Enochiano.
Ma ciò che bisogna imparare e di conseguenza ri - scoprire è esattamente il quanto anche l’attuale personale Linguaggio di tutti i giorni sia così vivo, così magico e così potente. E non è un caso che tutti i propri Antenati nonchè le proprie Antenate lo sapevano molto bene.
Qui si può benissimo pensare ai Romani i quali scrivevano le loro “Defixiones” proprio utilizzando il Linguaggio quotidiano (anche di tipo colloquiale). Non c'era alcuna necessità di avere chissà quali rivelazioni misteriose, e le “Defixiones” richiedevano ben poca o perfino nessuna competenza particolare. Il creatore scriveva molto in maniera semplice e chiara tutto quello che voleva poi ottenere, oltre a sacrificare magari un animale, a pregare e a gettare le “Defixiones” in un pozzo profondo inaccessibile. Et voilà!!!!!!
Ancora ai giorni d’oggi si sa che tra le pratiche delle Streghe Moderne, si possono scrivere dei desideri o per esempio che cosa si vuole bandire su semplici pezzi di carta i quali poi vanno bruciati del tutto, si devono seppellire bene ed infine vanno chiusi in appositi sacchetti ecc…

VOCES MAGICAE E PAROLE BARBARE
Parole Magiche, nomi segreti, Linguaggi arcani e “Voces Magicae” sono pienamente parte nel popolo della Magia. Anche se la gran parte delle Streghe e dei Praticanti esegue dei rituali e delle azioni Magiche nella propria lingua madre, molto spesso, magari sempre, ci si può ritrovare ad utilizzare delle parole in alcune delle lingue straniere, o in lingue del tutto morte, ancora, in lingue Magiche oppure infine in parole delle quali non si può conoscere minimamente né l’origine nè il vero significato.

Il concetto di “Voces Magicae” affascina chiunque ne conosca l’esistenza in particolar modo.

Con la dicitura Vox Magica, anche chiamata “Parola Barbara”, si va ad indicare nella sfera della pratica Magica una quasiasi ma ben precisa parola come anche un’intera frase il cui significato letterale è statao nel tempo perduto. Nonostante questo, è abbastanza probabile che la gran parte delle Parole Barbare non abbia però nessun significato di tipo letterale.
Portano tale nome in quanto il loro significato dovrebbe essere ritrovaro in quelle lingue usate per l’appunto dai "Barbari", e cioè da tutti coloro i quali non parlavano per niente in lingua Greca nell’era in cui i Greci pensavano di aver inventato invece la civiltà. In un Rituale, tutte le parole ed anche tutti i nomi Barbari non devono per forza possedere un senso o magari essere capiti nemmeno dallo stesso ritualista.
Alcune delle Voces Magicae hanno origini Ebraiche, dell'Antico Egitto e perfino del Persiano; certe si basano sul Linguaggio Enochiano o infine su altre ancora lingue Magiche sempre scomparse.
Il più famoso esempio esistente proprio di Vox Magica è l’ABRACADABRA.
Chi inoltre leggendo la famosissima Runa delle Streghe di Doreen Valiente non è rimasto assai perplesso e allo stesso tempo così affascinato di fronte a questa misteriosa anafora la quale recita: EKO, EKO!
Secondo alcuni, la parola Eko deriva dalla stessa radice del Latino “Ecce”, "ecco/vedete/guardate” come in “Ecce Homo” vale a dire "Ecco l'uomo".
Nella Runa, Eko viene seguito da più nomi di diverse Divinità da poter poi invocare in punti cardinali partricolarmente e scupolosamente specifici:

Est: Eko Eko Azarak Eko

Sud: Eko, Eko Zomelak

Ovest: Eko, Eko Cernunnos

Nord: Eko, Eko Aradia

SAGGIO: TRA VERITA' E SAGGEZZA

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

L’archetipo del saggio si esprime con l’attivazione dell’impulso di ricerca verso la verità. Esso infatti a differenza del mago non vuole cambiare la realtà, ma comprenderla nella sua essenza e dinamicità.
L’archetipo del saggio avvia la sua ricerca su due strade, una dentro l’individuo per trovare la verità di sé stessi e l’altra esterna all’individuo verso il mondo e l’universo, per comprenderne le leggi che lo dominano.
Non si tratta solo di acquisire conoscenza e consapevolezza, ma di usarle nel nome della saggezza, poiché è la verità a rendere l’uomo libero.
Solo la verità placa l’egoismo dell’io, poiché essa ne rivela tutti i limiti imposti dagli attaccamenti che sviluppa relazionandosi con il mondo. Solo la verità dunque può rendere nobile e umile l’individuo che scopre i limiti e i pregi del creato, utilizzando tale consapevolezza per vivere nella pienezza della libertà.
La sfida del saggio sta nel decifrare gli indizi che trova lungo il suo cammino di ricerca verso la verità, comprendendo che per ogni tipo di ricerca vanno utilizzati metodi e strumenti appropriati. Nella ricerca del proprio spirito ad esempio il saggio utilizzerà pratiche mistiche, provando ad alterare la propria coscienza attivando l’archetipo del mago.
Se invece il saggio vuole scoprire la verità che si cela nei meccanismi che regolano la natura, utilizzerà l’osservazione e il linguaggio matematico per esprimere ciò che ha scoperto e appreso.
La saggezza non si esprimere attraverso la raccolta di informazioni o credendo alle parole di persone autorevoli, la saggezza la si ottiene per mezzo dell’esperienza e la comprensione di essa.
La figura autorevole come l’insegnante, il genitore o il guru, non trasmettono mai la verità all’individuo, ma possono solo offrirgli gli strumenti per accedere ad essa, questo perché la verità è un’esperienza personale.

LA MAGIA DEI VARI CRISTALLI

di Shamano Shekhinà Shekhinà

I Cristalli e le Pietre non sono sempre da considerare solo e soltanto, o quasi, come un materiale da ornamento per poter decorare il proprio ambiente Sacro personale, per poter anche abbellire il proprio altare Magico oppure da poter sfoggiare come dei gioielli sul proprio corpo (no tutte però): la Magia dei Cristalli rappresenta qualcosa di davvero e profondamente più ampio e soprattutto complesso. Il Magico potere dei Cristalli, infatti, come appena si è esplorato appena poche righe sopra, è riconosciuto fin dalle più antiche e pure civiltà nonchè accompagna l’essere umano tramite e grazie ai suoi incredibili provati benefici Esoterici Naturali.


Nel momento in cui una Strega si dedica nella sua segreta Arte Magica attraverso, per esempio, un incantesimo, il primo passo da fare è quello di dover ponderare l’intento desiderato, cioè il desiderio che poi si andrà a desiderare e manifestare nella realtà e deve visualizzarlo nitidamente nella propria mente. Spesso, però, il solo potere personale di un praticante può risultare non del tutto sufficiente ed è per questo motivo che giungono in aiuto, in ausilio tutti gli oggetti dell’altare o tutti gli strumenti Rituali: essi, in effetti, hanno la funzione di essere dei fortissimi catalizzatori che aiutano l’energia della propria volontà appunto a potersi ben canalizzare nella direzione più corretta e voluta affinché ogni risultato sia concreto.
Ciò che forse non tutti i neofiti conoscono è che non soltanto gli strumenti principali come l’athame o il calderone possono rivelarsi dei veri alleati nel pratico, ma anche, e molto profondamente, proprio i Cristalli. Qualsiasi Cristallo vale a dire possiede delle sue specifiche proprietà le quali, se sapute sempre adeguatamente usare, riescono a fornire ed a donare dei grandissimi benefici a tutti coloro che ne fanno uso in Magia.

L’energia vibrazionale dei Cristalli consente di sfruttare la loro enorme potenza come una specie di “Batteria” affinché ogni personale incantesimo, ogni rituale o anche ogni semplice meditazione possa essere rafforzata di più e in tal modo di conseguenza caricata. Questo è senza ombra di dubbio di grande utilità in quanto impedisce che la propria energia personale inizi ad esaurirsi lungo l’azione Magica nonché si rivela come innegabile potenziamento della stessa azione.
Si passa adesso a capire meglio alcuni dei Cristalli senz’altro tra i più importanti e soprattutto quali sono le loro precise caratteristiche Magiche principali...

Quarzo Ialino o Cristallo di Rocca.
Indiscutibilmente il Cristallo più potente ed importante fra tutti, una sorta di “Re dei Cristalli”. Questo Cristallo infatti protegge dalle vibrazioni nocive e perciò negative scatenate dalle altre persone oppure dei residui presenti negli ambienti. Inoltre, favorisce anche la comunicazione con gli Spiriti guida ed i viaggi nelle varie dimensioni.

Quarzo Rosa.
Conosciuta anche come Pietra dell’Amore, essa favorisce l’intimità, la creatività e può infine rivelarsi davvero utile come Cristallo di protezione. Essendo una pietra di genere femminile, le sue caratteristiche sono soprattutto rivolte alla sfera Psichica ed a quella Emozionale, perché favorisce anche la difesa verso i blocchi creati da tutti gli influssi negativi amplificando, invece, tutti i pensieri più morbidi possibili.
Ossidiana.
Questa è una pietra considerata assai utile in quelle situazioni nelle quali si vuole non disperdere troppo o per niente le proprie energie preziose. Si tratta in pratica di una pietra che favorisce l’introspezione portando in diretto e potente contatto con il proprio inconscio ma aiuta anche la protezione da ogni tipo di blocco energetico e negatività in generale.

Tormalina Nera.
La Tormalina Nera favorisce la concentrazione e l’ispirazione, dando inoltre una sensibilità di molto aumentata. Questa pietra, poi, è particolarmente indicata quando si vuole riflettere le negatività indietro ed ottenere, perciò, un’azione prettamente difensiva.

Ametista.
L’Ametista è tra le pietre considerate “di base” ovvero tra quelle che qualsiasi Strega deve sempre avere a disposizione. Essa è particolarmente adatta per chiarire la mente e per purificare nonchè rigenerare i vari livelli di Coscienza. È la pietra Spirituale per eccellenza, infatti è molto in uso nel corso della meditazione grazie al suo forte effetto calmante ma si mostra infine anche favorevole per poter aumentare tutte le capacità Psichiche e quelle Medianiche.

Pietra di Luna.
Questo famosissimo Cristallo possiede in sè, tra le sue varie importanti caratteristiche principali, quella di saper amplificare la propria percezione e di conseguenza favorire le pratiche Divinatorie bensì riesce a donare allo stesso tempo la flessibilità nella sfera delle emozioni.