Di Elena Paredi
I numeri della Massoneria in Italia sono piuttosto contenuti. La più grande Comunione italiana, il GOI, Grande Oriente d’Italia, sembra si aggiri attorno ai 23.000 iniziati. La Gran Loggia d’Italia degli ALAM, Antichi Liberi Accettati Muratori, dovrebbe averne 9.000 circa. Dovrebbero essere, invece, 2.500 quelli della GLRI, la Gran Loggia Regolare d’Italia. Accanto a queste, ci sono tante altre Obbedienze più piccole. Realtà difficili da quantificare come numeri. Dovrebbero essere comunque dati, che, al netto di sovrapposizioni o doppie appartenenze, non dovrebbero aggiungere troppo ai circa 35.000 Fratelli delle tre Gran Logge citate. Su una popolazione di oltre 59 milioni di abitanti sono una percentuale bassissima: 0,059%. Sicuramente inferiori alle nazioni con un rapporto tra abitanti e Massoni molto più alto.
Nelle grandi città del Nord inglese si raggiunge anche il 15%. La sola Londra conta oltre 1.800 Logge. In alcune zone di USA e Austria si arriva al 5% e, comunque, su tutto il territorio non si scende mai sotto l’1%.
Tradizionalmente, il Gran Maestro della UGLE, United Grand Lodge of England, è il Duca di Kent. Negli USA tutti i Presidenti della Repubblica lo sono.
Ovunque, l’appartenenza alla Massoneria viene vista come motivo di prestigio, di affiliazione a quella che è percepita come un’élite culturale e spirituale.
In Italia capita qualcosa di diverso, notiamo che la nostra Istituzione è ancora osteggiata e le sue finalità fraintese. Probabilmente i motivi derivano anche da mutamenti sociali che tendono a spersonalizzare l’individuo.
Il perverso processo di individualizzazione della modernità porta ad un progressivo annullamento del valore dell’individuo. Le regole del consumo si estendono ai rapporti personali. Le persone diventano intercambiabili, come la marca di un dentifricio o il modello di smartphone.
E, nella logica delle multinazionali, l’uomo smette di avere un’anima, un volto, un nome. Non più demoni cui vendere l’anima. Non più un’anima da vendere al diavolo.
Slegata da ogni vincolo etico, prima o poi, ogni cosa può e deve rientrare nell’orizzonte di finestre di Overton, che tendono asintoticamente all’infinito.
Se alcune tematiche sono oggetto di pensiero unico e di censure, la società liquida si riserva i propri meccanismi di estrinsecazione dell’aggressività, secondo modalità che non minacciano il sistema. Tuttalpiù, a farne le spese saranno sempre gli individui. Individui sempre più lasciati in balia della paura.
Il mito, la magia, la religione, la ritualità erano tutti modelli di giustificazione di un ordine sociale. Davano una giustificazione per le regole, per la sofferenza, per il sogno, per gli stati alterati di coscienza. Orizzonti con una componente morale tale da giustificare la più grande delle paure umane: la morte.
Il mondo occidentale, in sostanza, ha smarrito ogni forma di spiritualità, ogni senso del sacro. Nella modernità non c’è più spazio per una dimensione spirituale. Proprio quello che all’uomo liquido è negato, sacrificato nella logica del profitto. Una spiritualità che possa restituire la sfera del sacro.
E qui, ritorniamo alla Massoneria. Equivoco comune è quello di pensare che una spiritualità debba necessariamente essere legata ad una religione. Il sacro è più genericamente contrapposto al profano, e consiste nel rapportarsi a qualcosa che si percepisce come superiore, di completamente diverso e separato dalla sfera materiale. Questo, perché, diversamente dal mondo orientale, la cultura occidentale non ha alcuna spiritualità non connessa alla religione. Ovvero, ne ha una sola. Autenticamente laica e occidentale. La Massoneria, appunto. Che, forse, spaventa proprio perché può dare tutte le risposte che l’uomo liquido cerca. E che ha tutte le caratteristiche per far fronte alla crisi attuale. Non essendo una religione, non ha dogmi, per cui non ha verità da imporre. Non si fonda su una visione del Sacro irrazionale, ma lo cerca attraverso l’uso della Ragione. Mette al centro l’uomo, che ha la possibilità di vivere, in modo assolutamente individuale, il sacro.
Pur essendo un percorso individuale, la Massoneria si fonda su di un sistema simbolico, che attinge ad archetipi, dai quali costruisce la sua universalità. Inoltre, l’individuo di cui parla la Massoneria non è quello della liquidità, ridotto a numero ed isolato.
Una delle metafore più belle di una Loggia è quello della melagrana. Ogni chicco è separato dagli altri da una membrana, tutti i chicchi, pur nel loro essere distinti, formano il frutto.
L’uomo Massone non è isolato, ma vive in modo forte quel senso di solidarietà attualmente estromesso dalla modernità. Tende all’empatia. Non intende il prossimo come semplice dato statistico, ma vede la persona, in carne, ossa, emozioni, paure e pensieri. Fa beneficenza senza esibirla.
Questo ci conduce ad un concetto di libertà diverso da quella propugnata nel mondo occidentale. Libertà come consapevolezza, come diritto di esprimere il proprio pensiero senza censure, come possibilità di sviluppare al massimo il proprio essere.
Perché no, il Massone potrebbe essere quell’uomo nuovo capace di far entrare in equilibrio, far coincidere e superare, e di fronteggiare, in questo modo, la complessità dei nostri tempi.
Proviamo ad immaginare un mondo occidentale in cui il vuoto morale possa essere sostituito dall’etica Massonica.
La società dei post, che si identifica solo per quello che è stato e non è più, che finalmente supera la liquidità delle crisi bloccate, per concretizzarsi in una nuova forma di concretezza. Dove coltivare una spiritualità non confessionale invece di inseguire mode consumistiche. Potrebbe anche portare ad una delle più grandi rivoluzioni della storia. Come è già capitato in passato, quando quegli stessi Ideali hanno determinato la nascita dello stato moderno, l’affermazione dei diritti universali dell’uomo.
Ideali. Quanto fa paura, oggi, questa parola?
Quanto fa paura oggi, la Massoneria, che ancora si fa portatrice di Ideali?
(Estratto dell’articolo di Pietro Riccio, pubblicato su EXPARTIBUS)