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Saturday, November 4, 2023

BAN JHANKRI: DIO SCIAMANO DELLA FORESTA

di Shamano Shekhinà Shekhinà



Nell’immenso Pantheon esistente nello Sciamanesimo, un posto di primaria importanza viene attribuito alla figura del Dio Ban Jhankri (“Ban” che significa “Foresta” in lingua Nepalese e “Jhankri”è il termine per identificare uno Sciamano), il Dio Sciamano della Foresta appunto, dalle sembianze metà umane e metà Divine, al quale si attribuiscono dei grandi poteri di guarigione nonchè la capacità di iniziare i prescelti allo Sciamanesimo.

Il Ban Jhankri rapisce tutti i potenziali futuri Sciamani ancora giovani, di solito dell’età compresa fra i 7 e i 17 anni, li porta nella Foresta, esattamente in una grotta che è la sua personale dimora, per poi impartire loro gli insegnamenti della futura attività. Appena rapiti, gli Allievi ‑ Sciamani vengono fatti spogliare per permettere al «Maestro» un’accurata ispezione con lo scopo di poter scoprire degli eventuali difetti, sia nel corpo fisico che in quello spirituale.

Solo e soltanto tutti coloro i quali sono del tutto «Puri» in seguito possono essere accettati per l’insegnamento che in genere dura da pochi giorni ad una settimana, oppure un mese, sino a volte per un anno intero, prima di poter fare ritorno a casa. 1 candidati che non hanno superato invece l’ispezione e quindi sono considerati «Impuri», vengono subito allontanati dal Ban Jhankri o, peggio ancora, catturati da sua moglie, la Ban Jhankrini, malvagia e molto feroce che, con la sua spada d’oro, cerca di ucciderli tagliando la testa e le gambe o nel peggiore dei casi, di mangiarli.

La Ban Jhankrini è dunque di certo una presenza davvero inquietante, forse perfino demoniaca, ma profondamente indispensabile per la completa Iniziazione. Gli smembramenti o il cannibalismo che attua rappresentano dei veri e propri passaggi rituali obbligatori, simbolici, è in pratica la morte che prepara alla rinascita spirituale come nuovo Sciamano. E’ il lato più oscuro della realtà, senza il quale la realtà stessa non esisterebbe. L’unione matrimoniale del Ban Jhankri con la Ban Jhankrini rappresenta l’unione esatta degli opposti, lei è scura, lui è chiaro e luminoso. Lei è violenta, piena di rabbia, lui è il maestro paziente, che protegge i discepoli «Puri». La moglie, se sente l’odore dell’allievo, chiede un pezzo della sua carne, ma il novizio è protetto dal maestro che gli insegna a diventare del tutto trasparente e così a salvarsi dal pericolo.

L’ insegnamento è impartito in una stanza appositamente preparata dove la Ban Jhankrini non ha permesso di accedere. Sono insegnamenti pienamente segreti: uno Sciamano ha riferito che il Maestro pone una particolare attenzione affinché il mantra Om, di Shiva, il mantra della creazione, non possa arrivare alle orecchie della moglie la quale lo userebbe recitandolo al contrario, con l’effetto terribile di annullare ogni potere di guarigione o, ancora peggio, di distruggere il mondo intero.

Secondo gli Sciamani i quali sono stati iniziati dal Dio Ban Jhankri, e da quasi tutti i Nepalesi, il Dio Sciamano della Foresta rappresenta una presenza molto reale, dato che ogni evento che avviene in stato profondo di trance o di sogno viene considerato una vera esperienza, accaduta in una realtà parallela a quella definita terrena, umana.

È questo il concetto universale dello Sciamanesimo alla base della Guarigione Sciamanica e anche dei vari inerenti rituali. Tutto ciò che accade, che si può vedere nel corso di una esperienza in una realtà non prettamente ordinaria, non è del tutto o forse per niente frutto della propria immaginazione, bensì possiede le medesime valenze di qualsiasi esperienza, corre su di un binario appunto parallelo, sul quale forse sono diversi soltanto i parametri. Apre la porta ad altre realtà sempre differenti e totalmente sottoposte alla percezione, può donare aiuto per poter essere capaci di acquisire il potere della totale piena Guarigione, come anche a riscoprire delle conoscenze quasi scomparse e perdute, a mettere in comunicazione diretta con delle forze archetipe interiori.

Ciò che è «Visto» risulta dunque reale ed inoltre deve essere saggiamente interpretato come tale. L’esistenza del Dio Ban Jhankri è riconosciuta come una presenza reale, non soltanto però dagli Sciamani i quali sono stati da lui scelti, poi addestrati ed infine iniziati. È il messaggio della Natura stessa, è un dono della Foresta la quale con forza lo accoglie, è la divinizzazione della Natura tutta.

Spesso se non in ogni caso il rapimento viene preceduto da una qualche forma di malattia (la cosiddetta «Malattia Divina»)oppure da un sogno premonitore, se non dai messaggi reconditi, a volte veramente troppo terrificanti nonchè inquietanti.

Quando il Dio Ban Jhankri si mostra e preleva il potenziale candidato, si impossessa totalmente del suo corpo e soprattutto della sua anima: è qui impossibile opporre alcuna resistenza. Una forza magnetica, di natura sovrannaturale, richiama ed attira il rapito il quale perfino corre, sempre del tutto nudo, nella fitta e buia Foresta: la sua nudità simboleggia la liberazione da tutti i legami dalla realtà ordinaria, per entrare in tal modo in quella non ordinaria. Si nutre di lombrichi bianchi, di corteccia di alberi, cammina nei luoghi di cremazione, dorme nelle grotte, fa esperienze terribili di ri ‑ costruzione di se stesso: l’abilità di saper controllare tutto questo rappresenta, soprattutto per un bambino strappato letteralmente al suo mondo, un passaggio di tipologia rituale estremamente drammatico. Soltanto colui che ha un cuore «Puro» infatti riesce in seguito a superare questa oscura e duratura paura, ad imparare ed acquisire un nuovo potere da tutte queste esperienze.

La conclusione porta a dover dire che lo Sciamano non racconta di sogni, ma racconta la sua realtà. Non parla mai di miracoli, bensì parla della sua realtà. Il suo non è per nulla un mondo surreale, è invece «l’Altro» mondo, quello veramente parallelo all’umano terreno, è un’avventura dell’inconscio più nascosto e profondo, i suoi incontri, al limite della coscienza, sono una realtà «Reale», come i sogni che si possono definire ad occhi aperti.

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