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Sunday, July 21, 2024

DRACULA NON È STATO UN VAMPIRO MA UN PRINCIPE E GUERRIERO

 di Far Ela Ada

Incontra il vero Dracula:

La storia di Vlad Tepes

Hai sentito parlare di Vlad l'Impalatore? Era un sovrano rumeno del XV secolo, noto per la sua reputazione crudele e le tattiche sadiche. Vlad III, noto anche come Vlad Dr ăculea o Vlad Tepes, ha acquisito notorietà per la sua brutalità durante il suo regno in Valacchia, una regione che ora fa parte della Romania.

Vlad era infame per il suo metodo di esecuzione preferito: l'impalamento. Questa crudele punizione consisteva nell'inserire un paletto affilato verticalmente nel corpo della vittima, lasciandola morire lentamente mentre il paletto emergeva dal torso. Si dice che Vlad abbia usato questa tortura non solo come punizione per i criminali, ma anche come tattica di guerra per terrorizzare i suoi nemici e mantenere il controllo sul suo territorio.

Una delle leggende più famose associate a Vlad è la sua presunta preferenza di cenare tra i campi di impalazione, mentre guardava le sue vittime morire. Questa reputazione sadica e spietata gli è valsa il soprannome di "Dracula", che significa "Figlio del Drago", un riferimento a suo padre Vlad II, che era membro dell'Ordine del Drago.

Anche se Vlad l'Impalatore era un sovrano crudele, gli vengono attribuite azioni che alcuni considerano tentativi di proteggere il proprio popolo dal pericolo esterno. La lotta contro l'invasione ottomana e il tentativo di mantenere la stabilità politica nella regione hanno generato opinioni contrastanti sulla sua eredità storica. Nonostante la sua reputazione infame, Vlad l'Impalatore rimane una figura affascinante nella storia e nella cultura, ispirando numerose opere letterarie e cinematografiche, tra cui l'iconico personaggio di Dracula creato da Bram Stoker. 

Sursa internet!

Saturday, May 25, 2024

I VEDANTA ED IL BUDDHISMO

di Shamano Shekhinà Shekhinà



l Vedanta, ovvero il Sistema Filosofico dell’India, insegna ed anche il modo estremamente corretto che lo Spirito permane per sempre inviolato, dunque porta in sé la caratteristica dell’immortalità. Il seme di fuoco contenuto al suo interno mantiene del tutto la propria consistenza di origine primordiale dato che l’essenza di tutti gli elementi risulta stabile, perenne e noncambia. Ma sappiamo che la Coscienza Superiore si evolve e proprio ciò porta ad un cambiamento della sua Emanazione. In tal modo è più semplice capire che il seme dello Spirito in realtà rappresenta soltanto un piccolo pezzettino di tutto l’infinito fuoco elementare. Si tratta di una comunque grandiosa forma di energia la quale gli si accumula attorno ed è esattamente la Coscienza Superiore. Tutto questo non vuol dire altro che la Filosofia del Vedanta sapeva riconoscere il seme, mentre al contrario il Buddismo affermava più il perfezionamento di ogni involucro oppure contenitore. Così tanto fortemente sono tra loro legati l’aspetto immutabile e quello mutevole. A questo punto è molto più evidente, perfettamente comprensibile che il Buddha, il quale portò l’intera umanità all’evoluzione (invitando al Non Attaccamento), mostrasse la vera natura del cambiamento (Prima legge Cosmica), mentre invece il Vedanta creò e poi mostrò i suoi Principi e le sue basi. Qualunque tipologia di ingrediente messo insieme ad una fiamma ne può mai cambiare la forma o anche il colore, ma la natura primaria del fuoco rimane sempre e ancora intoccabile e uguale a prima. 

Conclusioni 

Non esistono assolutamente delle contraddizioni poi così forti tra l’insegnamento del Buddismo e quello della Filosofia Vedanta. Infatti il Mahayana (una corrente del Buddhismo che parla di liberazione dal Samsara o Eterno Ritorno) è collegato all’Hinayana (insegnamento originario del Buddha) in modo molto stretto proprio come il Buddismo lo è al Vedanta. Il Mahayana conosce e poi rivela tutta la natura del mondo degli elementi. L’Hinayana dal canto suo insiste di più sulle cause e sulle conseguenze e così insegna come fare per evitare che proprio tali cause possano tornare. L’Insegnamento ricava le scintille dal Caos degli elementi. Chiunque è disposto può studiare tutte queste immagini, ma è allo stesso modo saggio e giusto fare attenzione alla causa ed all’effetto. Se diciamo che il Buddha è la Causa, allora bisogna anche dire che Maitreya è l’Effetto.

IL POTERE DELLE INVOCAZIONI

di Shamano Shekhinà Shekhinà



Introduzione 

La Grande Invocazione non rappresenta un termine riferito ad una “Preghiera” comune infatti è saggio non usarla in nessun modo e per alcun motivo pensando sia tale. Essa in effetti corrisponde a quella definita come la “Legge d’Evocazione-Invocazione”, vale a dire proprio ciò che dà, da fondamento della Teurgia in ambito prettamente Cerimoniale. Inoltre, risiede sempre in ogni prerogativa dell’uomo appena Iniziato affinchè gli sia in grado di “accedervi”.

Spiegazione 

L’Invocazione è, invece, la formazione accurata di una immensa Forma Pensiero (Eggregore Rituale), e tocca ai Discepoli Accettati (Piano Mentale oppure Manasico), agli Iniziati (Piano Egoico oppure Buddico) e ai veri Maestri (Piano Animico o quello Atmico) saperla utilizzare con lo scopo di “generare” la “Precipitazione Psichica” di una ben precisa qualità Energetica, tutto questo soltanto in caso di eventi locali ma se costruita veramente a livello Comunitario anche per situazioni mondiali. Da non dimenticare ancora, visto la sua enorme forza, l’utilizzo attraverso Rituale Cerimoniale dei Mandala, anche qui formati proprio sia dagli Iniziati Attivi che questa volta addirittura da coloro i quali sono stati “Dissolti” nei particolari momenti tra meglio analizzati in ogni ciclo, per poterne liberare e scaturire, in tal modo, il massimo potere dall’energie che si erano immesse al loro interno e sigillate. Si sta qui spiegando la situazione e quasi al limite perché di fronte ad Eggreggore millenarie comunitarie ma soprattutto devastanti e quasi sempre non sotto il pieno controllo (rischio per l’umanità intera!).

Attrazione ed Espansione dell’Energia 

Ogni tipologia di Invocazione viene appuratamente “Costruita” e “Forgiata” in base a differenti modalità (Energetiche), per poi essere meglio adattate a quelle che sono i diversi utilizzi ed occasioni (tipi e toni Energetici). Qui bisogna per forza ricordare però che mai nessuno potrebbe esprimere, dentro una Forma Pensiero, un’energia che non rientra in sè stesso. Ed ecco il motivo del perché ogni persona oppure ogni entità non fa altro che rappresentare ed esprimere esattamente le qualità che gli appartengono: ed è proprio tale “diversità qualitativa” a mostrare la chiara e percepibile differenza nello “Stato di Coscienza” chiamato meglio col nome di “Gerarchia”. Le Grandi Invocazioni risapute del passato, adesso sono degli strumenti del tutto “Inerti”, forse; passando a quelle attuali, invece, ancora cioè in fase di pieno uso, sono Rituali ancora estremamente “Viventi” e quindi riservati solo e soltanto a quei Discepoli Avanzati ed Iniziati.

LA GRANDE MADRE: SIGNIFICATO E CULTO

di Shamano Shekhinà Shekhinà


Introduzione
 

Quando si utilizza il termine Grande Madre ci si sta di solito riferendo ad una Divinità di tipologia prettamente femminile e soprattutto a carattere Primordiale ed Ancestrale, nella quale sono incarnati vari aspetti tra i più fondamentali dell’intera vita umana: fertilità e generazione della vita tutta, terra per sua capacità di produrre cibo ed acqua per il sostentamento, e aspetto peculiare di mediazione tra il Divino e l'Umano. Tale figura si può ritrovare sicuramente se non in tutte quasi in tutte le forme cultuali nonché moltissime mitologie tra quelle conosciute; in effetti la Grande Madre prende passando tramite ognuna di esse tutti gli aspetti sopra elencati, diversamente capita che ne accentua soltanto alcuni a rispetto ad altri, oppure infine che gli stessi aspetti risultano divisi in più di una Divinità, rigorosamente però sempre di genere Femminile. Nello specchio posto alla fine dell'articolo, che propone tutte le diverse incarnazioni della Grande Madre nelle località e le civiltà più note della Storia, si può vedere benissimo quanto il concetto sia veramente Universale e profondamente radicato in culture molto diverse l'una dall'altra. 

Elemento Terra 

La caratteristica più importante, quella cantrale e principale dell’intero Culto della Grande Madre è rappresentato proprio dal suo carattere profondamente tellurico. La Terra, in effetti, è esattamente ciò che va meglio ad incarnare e da sempre l'aspetto femminile ma ancor più quello sacro della divinità, in quanto dona origine alle piante, permette ai frutti di poter crescere e importantissimo consente a tutta la vita di rigenerarsi senza sosta. Per ognuno di tali atti divini, di conseguenza logica, Essa è l’opposto del Cielo, al quale da sempre viene conferito il carattere maschile. Per il motivo appena detto, ad esempio anche nella Simbologia Universale, un elemento di tipo orizzontale richiama l'aspetto femminile, mentre invece quello verticale riporta all'aspetto femminile; il più elementare di tutti i simboli esistenti è la “Croce” e vale a dire proprio l'unione di questi due aspetti principali, il modo più facile per poter esprimere il Dualismo esistente nella Natura. 

Tutti i nomi della Grande Madre

Ed allora come avviene per i simboli, anche i nomi della Grande Madre sono veramente tanti, resta i fatto che il principio che ognuno di essi rappresenta sarà sempre lo stesso. Di seguito, si va a presentare un piccolo elenco che però rende bene l’idea delle diverse identità che la Grande Madre ha acquisito durante il passaggio tra le culture ed i luoghi tra essi lontanissimi e molto spesso diversi. 

Inanna per i Sumeri, 
Ishtar per gli Accadi, 
Astarthe per i Fenici, 
Anahita per i Persiani, 
Anat presso Ugarit, 
Ninhursag in Mesopotamia (V millennio a.C.), 
Atargatis in Siria, 
Iside in Egitto, 
Artemide/Diana ad Efeso, 
Baubo a Priene, 
Afrodite/Venere a Cipro, 
Rea o Dictinna a Creta, 
Demetra ad Eleusi, 
Orthia a Sparta, 
Bendis in Tracia, 
Cibele a Pessinunte, 
Ma in Cappadocia, 
Gea/Gaia e Atena per i Greci, 
Brigit per l'Irlanda, 
Dana/Anu per i Celti, 
Bellona o Bona Dea per i Romani, 
Mater Matuta presso gli Etruschi, 
Vacuna per i Sabini, 
Tanit per i Cartaginesi, 
Quan-Yin o Guan Yin in Cina, 
Kannon o Kanzeon in Giappone, 
Gwan-eum o Gwan-se-eum in Corea, 
Avalokitesvara in Tibet, 
Durga (Kali/Parvati/Sarasvati/Lakshmi) in India, 
Lada in Russia.

IL “SIGILLUM DEI” COSA E’

di Shamano Shekhinà Shekhinà

                                                                        INTRODUZIONE 

Il "Sigillum Dei" (cioè il Sigillo di Dio) oppure anche chiamato il "Signum Dei vivi" (ovvero il Segno del Dio vivente) è un complesso tipo di diagramma dal carattere prettamente magico, sviluppato durante il Medioevo, il quale consentiva a chiunque ne era in possesso di poter avere completo potere su tutte le esistenti creature esclusi gli Arcangeli? Significa che esso permette al Magus Iniziato del tutto di poter acquisire la cosiddetta "Visione Beatifica", quella infinita capacità di saper vedere Dio ed anche tutti gli Angeli. La vera origine di questo Sigillo è di sicuro come detto Medievale, ma esso ha preso nel tempo poi un ruolo esclusivo, totalmente centrale nel XVI sec. Grazie alla straordinaria opera di John Dee, un matematico, anche astronomo, filosofo, alchimista, mago e soprattutto sapiente occultista di fama Inglese, oltre ad essere infine l’astrologo di corte della Regina Elisabetta I. Questo complicato schema risulta composto per lo più da due perfette figure circolari, poi un pentagramma, un eptagramma (meglio la Stella a Sette punte) ed infine un eptagono, tutti con i nomi di Dio e degli Angeli in mezzo. Le descrizioni che ne parlano e tutte le sue possibili rappresentazioni grafiche cambiano in base ai vari autori, e non pochi di essi, tra i quali lo stesso Dee, non contenti del tutto per il risultato dei loro predecessori hanno in seguito ogni volta apportato delle modifiche oppure ne hanno creato delle vere e proprie versioni rivedute e perfino "corrette". 

Dal Liber Iuratus

In base a ciò che si può conoscere, la forma più antica tra tutte le descrizioni di questo Sigillo si trova all’interno del Liber Iuratus (oppure chiamato Liber Sacratus o ancora Liber Sacer Sive Iuratus), e cioè un manoscritto la cui copia più data tra quelle conosciute risale perfino al XIV sec., ma la cui composizione farebbe datare il Testo ancora prima, essendo stato più volte citato come "Liber Sacer" in delle opere scritte nel XIII sec. Si sta parlando qui, in pratica, di un Grimorio Salomonico, ovvero un Libro di sortilegi e tantissimi tipi di differenti incantesimi della Magia Cerimoniale fondato per gran parte sulle conoscenze dell’Arte Regia Salomonica, visto che utilizza sia le evocazioni angeliche che allo stesso modo i Sigilli quasi uguali a quelli che si trovano nella famosissima "Chiave di Salomone". La descrizione tradotta in modo fedele del Sigillo scritto nel Liber Iuratus inizia proponendo delle vere e proprie informazioni per poterlo direttamente disegnare, le quali però come ogni istruzione deve per forza di cose rispettare precise e Sacre proporzioni fondamentali: «Fai un primo cerchio il cui diametro sia di tre dita, in relazione ai tre chiodi della croce del Signore, oppure cinque, in relazione alle cinque piaghe, oppure sette in relazione ai sette sacramenti, oppure nove in relazione alle nove schiere angeliche, ma in generale cinque dita saranno sufficienti. Poi dentro a questo cerchio fai un secondo cerchio, distante dal primo due grani, in relazione alle due Tavole della Legge di Mosè, oppure tre grani, in relazione alle persone della Trinità»

IL NODO E LA SUA SIMBOLOGIA

di Shamano Shekhinà Shekhinà




“ Si può riannodare un filo rotto ma ci sarà un nodo in mezzo” (Proverbio Persiano) A partire dai tempi più antichi e dall’era più remota il Nodo ha da subito avuto un’importante valore nella Simbologia, ed ecco il motivo per il quale tra l’altro è pienamente il protagonista in tantissimi modi di dire anche all’interno della lingua italiana quali, per esempio, “avere il nodo alla gola, fare il nodo al fazzoletto, giocarsi il nodo del collo…” Appena si nasce, la separazione dalla propria madre accade proprio tramite un Nodo al cordone ombelicale, ulteriore importantissimo elemento che si va ad aggiungere ed inoltre ne anticipa la consistenza prettamente emblematica. Perciò, probabilmente, risulta più chiaro il perchè questo vocabolo possieda dei numerosi ed altri significati in altrettante sfere dell’intero scibile umano: partendo dalla botanica fino alla biologia attraversando la medicina e poi sino alla geografia ed alla matematica. Il Nodo ancora rappresenta la completa ed equilibrata unità di misura della velocità calcolata nell’ambito navale, questo esattamente in quanto nell’antichità si utilizzava misurare proprio tale quantità attraverso il conteggio di tutti i nodi che scorrevano per tutta la fune in una precisa e ben accuratamente determinata tempistica.

PSICOLOGIA DI TIPO TRANSPERSONALE

di Shamano Shekhinà Shekhinà



Il termine “Transpersonale” significa esattamente “Ciò che è oltre la personalità”, vista come una “Maschera” la quale tiene nascosta tutta l’essenza dell’essere umano e si rivolge in pratica alle più elevate capacità e potenzialità, soprattutto ad una importantissima e cioè alla Dimensione Spirituale del Sé. La Psicologia Transpersonale dunque va a studiare tutte le varie potenzialità ancora sconosciute della salute psicologica ma anche dello sviluppo: la Coscienza e ogni suo preciso stato non ordinario, ancora, la creatività, poi l’intuizione, tutti i valori nonché tutti i possibili processi di trasformazione in direzione della completezza ed infine degli attributi di una totale forma di maturità. Inoltre, se si va a integrare la Psicologia insieme alla Tradizione Meditativa si diventa capaci di rilevare quanto lo stato dell’Io visto come sano e come normale invece sia abbastanza limitato, molto distorto e spesso perfino affetto da una grande sofferenza auto generata ma peggio ancora assai distruttiva. Ed esso che viene proprio in aiuto quell’approccio Transpersonale il quale punta direttamente alla trascendenza di qualsiasi limite e barriera dello stato ordinario per finire con integrare le componenti della completezza umana (fisica, emotiva, mentale ed infine spirituale), e così saper realizzare la Coscienza Transpersonale, nella quale poi il grandioso senso dell’identità va ben oltre la personalità, fino ad abbracciare i più alti aspetti dell’intera psiche, dell’umanità e finalmente del cosmo tutto. La Crescita Spirituale si è capito a questo punto viene ben riconosciuta come imprescindibile per ottenere una vera, sana e completa maturità di una qualsiasi persona, proprio ciò include a tutti i costi uno sviluppo mirato e perenne sia del livello di consapevolezza che dell’esplosione dell’amore. In conclusione del breve ma chiaro articolo andiamo a dire che essendo davvero molto interessata alle radici di tipo psicologico di quelle situazioni di crisi che minacciano proprio adesso l’intera vita del pianeta, la Prospettiva Transpersonale va dritta allo sviluppo di persone sagge e mature, del tutto risvegliate alla solidarietà in direzione dell’umanità ed alla unione autentica con la natura, fattori i quali darebbero come risultato il massimo grado di benessere a quella che in effetti è la vita umana.