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Saturday, May 25, 2024

LA GRANDE MADRE: SIGNIFICATO E CULTO

di Shamano Shekhinà Shekhinà


Introduzione
 

Quando si utilizza il termine Grande Madre ci si sta di solito riferendo ad una Divinità di tipologia prettamente femminile e soprattutto a carattere Primordiale ed Ancestrale, nella quale sono incarnati vari aspetti tra i più fondamentali dell’intera vita umana: fertilità e generazione della vita tutta, terra per sua capacità di produrre cibo ed acqua per il sostentamento, e aspetto peculiare di mediazione tra il Divino e l'Umano. Tale figura si può ritrovare sicuramente se non in tutte quasi in tutte le forme cultuali nonché moltissime mitologie tra quelle conosciute; in effetti la Grande Madre prende passando tramite ognuna di esse tutti gli aspetti sopra elencati, diversamente capita che ne accentua soltanto alcuni a rispetto ad altri, oppure infine che gli stessi aspetti risultano divisi in più di una Divinità, rigorosamente però sempre di genere Femminile. Nello specchio posto alla fine dell'articolo, che propone tutte le diverse incarnazioni della Grande Madre nelle località e le civiltà più note della Storia, si può vedere benissimo quanto il concetto sia veramente Universale e profondamente radicato in culture molto diverse l'una dall'altra. 

Elemento Terra 

La caratteristica più importante, quella cantrale e principale dell’intero Culto della Grande Madre è rappresentato proprio dal suo carattere profondamente tellurico. La Terra, in effetti, è esattamente ciò che va meglio ad incarnare e da sempre l'aspetto femminile ma ancor più quello sacro della divinità, in quanto dona origine alle piante, permette ai frutti di poter crescere e importantissimo consente a tutta la vita di rigenerarsi senza sosta. Per ognuno di tali atti divini, di conseguenza logica, Essa è l’opposto del Cielo, al quale da sempre viene conferito il carattere maschile. Per il motivo appena detto, ad esempio anche nella Simbologia Universale, un elemento di tipo orizzontale richiama l'aspetto femminile, mentre invece quello verticale riporta all'aspetto femminile; il più elementare di tutti i simboli esistenti è la “Croce” e vale a dire proprio l'unione di questi due aspetti principali, il modo più facile per poter esprimere il Dualismo esistente nella Natura. 

Tutti i nomi della Grande Madre

Ed allora come avviene per i simboli, anche i nomi della Grande Madre sono veramente tanti, resta i fatto che il principio che ognuno di essi rappresenta sarà sempre lo stesso. Di seguito, si va a presentare un piccolo elenco che però rende bene l’idea delle diverse identità che la Grande Madre ha acquisito durante il passaggio tra le culture ed i luoghi tra essi lontanissimi e molto spesso diversi. 

Inanna per i Sumeri, 
Ishtar per gli Accadi, 
Astarthe per i Fenici, 
Anahita per i Persiani, 
Anat presso Ugarit, 
Ninhursag in Mesopotamia (V millennio a.C.), 
Atargatis in Siria, 
Iside in Egitto, 
Artemide/Diana ad Efeso, 
Baubo a Priene, 
Afrodite/Venere a Cipro, 
Rea o Dictinna a Creta, 
Demetra ad Eleusi, 
Orthia a Sparta, 
Bendis in Tracia, 
Cibele a Pessinunte, 
Ma in Cappadocia, 
Gea/Gaia e Atena per i Greci, 
Brigit per l'Irlanda, 
Dana/Anu per i Celti, 
Bellona o Bona Dea per i Romani, 
Mater Matuta presso gli Etruschi, 
Vacuna per i Sabini, 
Tanit per i Cartaginesi, 
Quan-Yin o Guan Yin in Cina, 
Kannon o Kanzeon in Giappone, 
Gwan-eum o Gwan-se-eum in Corea, 
Avalokitesvara in Tibet, 
Durga (Kali/Parvati/Sarasvati/Lakshmi) in India, 
Lada in Russia.

IL “SIGILLUM DEI” COSA E’

di Shamano Shekhinà Shekhinà

                                                                        INTRODUZIONE 

Il "Sigillum Dei" (cioè il Sigillo di Dio) oppure anche chiamato il "Signum Dei vivi" (ovvero il Segno del Dio vivente) è un complesso tipo di diagramma dal carattere prettamente magico, sviluppato durante il Medioevo, il quale consentiva a chiunque ne era in possesso di poter avere completo potere su tutte le esistenti creature esclusi gli Arcangeli? Significa che esso permette al Magus Iniziato del tutto di poter acquisire la cosiddetta "Visione Beatifica", quella infinita capacità di saper vedere Dio ed anche tutti gli Angeli. La vera origine di questo Sigillo è di sicuro come detto Medievale, ma esso ha preso nel tempo poi un ruolo esclusivo, totalmente centrale nel XVI sec. Grazie alla straordinaria opera di John Dee, un matematico, anche astronomo, filosofo, alchimista, mago e soprattutto sapiente occultista di fama Inglese, oltre ad essere infine l’astrologo di corte della Regina Elisabetta I. Questo complicato schema risulta composto per lo più da due perfette figure circolari, poi un pentagramma, un eptagramma (meglio la Stella a Sette punte) ed infine un eptagono, tutti con i nomi di Dio e degli Angeli in mezzo. Le descrizioni che ne parlano e tutte le sue possibili rappresentazioni grafiche cambiano in base ai vari autori, e non pochi di essi, tra i quali lo stesso Dee, non contenti del tutto per il risultato dei loro predecessori hanno in seguito ogni volta apportato delle modifiche oppure ne hanno creato delle vere e proprie versioni rivedute e perfino "corrette". 

Dal Liber Iuratus

In base a ciò che si può conoscere, la forma più antica tra tutte le descrizioni di questo Sigillo si trova all’interno del Liber Iuratus (oppure chiamato Liber Sacratus o ancora Liber Sacer Sive Iuratus), e cioè un manoscritto la cui copia più data tra quelle conosciute risale perfino al XIV sec., ma la cui composizione farebbe datare il Testo ancora prima, essendo stato più volte citato come "Liber Sacer" in delle opere scritte nel XIII sec. Si sta parlando qui, in pratica, di un Grimorio Salomonico, ovvero un Libro di sortilegi e tantissimi tipi di differenti incantesimi della Magia Cerimoniale fondato per gran parte sulle conoscenze dell’Arte Regia Salomonica, visto che utilizza sia le evocazioni angeliche che allo stesso modo i Sigilli quasi uguali a quelli che si trovano nella famosissima "Chiave di Salomone". La descrizione tradotta in modo fedele del Sigillo scritto nel Liber Iuratus inizia proponendo delle vere e proprie informazioni per poterlo direttamente disegnare, le quali però come ogni istruzione deve per forza di cose rispettare precise e Sacre proporzioni fondamentali: «Fai un primo cerchio il cui diametro sia di tre dita, in relazione ai tre chiodi della croce del Signore, oppure cinque, in relazione alle cinque piaghe, oppure sette in relazione ai sette sacramenti, oppure nove in relazione alle nove schiere angeliche, ma in generale cinque dita saranno sufficienti. Poi dentro a questo cerchio fai un secondo cerchio, distante dal primo due grani, in relazione alle due Tavole della Legge di Mosè, oppure tre grani, in relazione alle persone della Trinità»

Sunday, November 19, 2023

IL DOLORE NELL’INSEGNAMENTO INIZIATICO

 di Shamano Shekhinà Shekhinà

Un grande Maestro Orientale insegnavache : «con l’abbandono del desiderio nasce la felicità». Essendo l’infelicità un frutto dell’Ignoranza (la maggior causa di ogni male), dalla quale poi viene l’errore, si può affermare chiaramente che il Dolore è un frutto dell’Ignoranza e al contrario, che la felicità è invece il frutto della Saggezza.

IL DOLORE
Un grande Maestro Orientale insegnava che: «con l’abbandono del desiderio nasce la felicità».
Tutto ciò può essere ulteriormente ridotto nei due opposti elementi di “Squilibrio ed Equilibrio” (Legge della Polarità), da dover rendere complementari e compenetranti tramite la più elevata e tangibile auto realizzazione, in sé stessi, della Via di Mezzo, anche chiamata il “Sentiero di Mezzo”.
Questa magnifica Via (rappresentazione più idonea per la Saggezza), può essere presentata ad una mente Occidentale ricorrendo al Criterio del Ritmo. Questo Criterio del Ritmo simboleggia l’elemento grazie al quale prende corpo e di conseguenza si manifesta qualsiasi altra Legge; senza tale Criterio, collegato alla Legge dell’Equilibrio, per esempio, non potrebbero mai manifestarsi in modo equilibrato le Leggi come quella d’Economia, di Distribuzione, di Emanazione ed infine di Riassorbimento dei Cicli sistemici e cosmici dell’intero universo. Per l’Iniziato, dunque, il Criterio del Ritmo nasconde proprio la Legge di Sincronicità la quale agisce, tra l’altro, soltanto in presenza dei piani multidimensionali e pluritemporali.
Il Criterio del Ritmo nella Filosofia Ermetica asserisce che, ogni cosa fluisce e rifluisce allo stesso modo e tempo, dunque ogni cosa propone delle fasi differenti; tutto si alza e tutto poi cade, in ogni cosa è manifesto il Criterio del Pendolo: l’oscillazione di destra è pari ed uguale a quella di sinistra e tutto si va a compensare nel Ritmo (Cicli, Cadenze, Ritmi, VII Aspetto cosmico, chiamato anche l’Aspetto Cerimoniale dell’Universo).
Quanto appena descritto vale per qualsiasi cosa: per i pianeti, per le stelle, per l’energia e per la materia, così come anche per gli uomini e tutti gli animali, perciò anche per la mente. Questa è l’Arte degli Ermetisti: compreso per bene il Criterio, più, imparare ad utilizzarlo invece che subirlo in modo spietato. Quindi, se l’Ermetista si polarizza sempre meglio su un preciso punto, arriva a neutralizzare la forza Ritmica del Pendolo la quale, oscillando tende a portarlo fino all’altro polo.
I vari modi d’utilizzo, contrazione e di neutralizzazione del Criterio del Ritmo, riescono a comporre una delle parti più importanti dell’Alchimia Mentale. È ben evidente qui il paragone che unisce il moto ritmico (l’Ordine) o aritmico (il Chaos) di questo Criterio, con il Filo a Piombo tipico Massonico di già analizzato in altri articoli. Ulteriore analogia assai evidente la si può ritrovare con la Croce Mobile dello Zodiaco, detta dell’Apprendista, come pure con la Croce Fissa e la Croce Cardinale le quali fanno riferimento, nella sfera esoterica, alle Iniziazioni seguenti. Il moto della Svastika la quale raffigura quello del sole, ascendente (destrorso) e discendente (sinistrorso).
Pur potendo evitando una citazione di tutti i simboli correlata i al moto sincrono bisogna ben ricordare che, sottostanno comunque tutti allo stesso criterio: Oscillazione – Perpendicolo - Oscillazione e che inoltre il fermarsi di quello perpendicolare, facendo all’unisono cadere silenzio su ciascuna dissonanza interiore è, per l’Iniziato Occidentale, la “Via di Mezzo”. Torniamo adesso al soggetto di questa intera nota, il criterio del Dolore ed alla sua antitesi, quello Criterio Felicità. Il Criterio del Dolore è il frutto dell’Ignoranza Sovrana e l’intera sua possibile risoluzione sta nel fatto dell’esistenza di Liberazione, ma di quest’ultima conviene non parlare.
All’origine della Filosofia Orientale del “Dharma” (in Devanāgarī: "धर्म", nel Buddhismo possiede l'altro significato di “Legge Universale Naturale”, cioè tutte le regole in cui il Saṃsāra (Eterno Ritorno) segue il suo corso. si trova l’elenco delle “Quattro Nobili Verità”):

1) la Verità del Dolore;
2) la Verità dell’origine del Dolore;
3) la Verità della soppressione del Dolore;
4) la Verità del cammino che porta alla soppressione del Dolore

Prima Verità: la nascita è già Dolore, la vecchiaia è sempre Dolore, la malattia porta in sè comunque Dolore, la morte è infine Dolore, la fusione con quello che non piace è Dolore, la separazione da ciò che invece piace è Dolore, il non ottenere qualsiasi cosa si desidera è sempre e solo Dolore.

Seconda Verità: l’origine del Dolore è rappresentata dalla sete, di sapere – provare - possedere, che è la radice e la causa di rinascita, di desiderio, di piacere, di esistenza.

Terza Verità: la progressiva e personale soppressione di quella sete “Colmando ed in tal modo esaurendo” grazie al Sapere, la vera unica fonte di quel desiderio.

Quarta Verità: è proprio il dedicarsi a fare “Ottuplice Sentiero dell’Iniziazione” di: 1) retta fede, 2) retta decisione, 3) retta parola, 4) retta azione, 5) retta vita, 6) retto sforzo, 7) retto ricordo, retta concentrazione.

Applicarsi in questo difficile ed arduo Sentiero consente di giungere, all’Adepto d’Oriente, allo stato di Illuminazione ed alla Beatitudine, avendo debellato, tolto definitivamente la brama della vita prettamente materiale e formale e di ogni suo aggregato: la forma, la sensazione astrale, i concetti e gli ideali personali o separativi, tutte predisposizioni di natura limitativa, di coscienza individualizzata ma soprattutto di Attaccamento. Questi come chiamati aggregati, insegna questa Filosofia, sono il risultato “dell’Ignoranza sulla propria Divina natura”, perciò sono da e per sempre impermanenti.
Preferiamo concludere l’intero articolo, sperando sia stato abbasta esaustivo, attraverso una citazione tra le più adatte per la comprensione unitaria di quanto riportato.
“”Effimeri sono i fenomeni sottoposti alla legge del nascere e del perire; essendo nati periscono. Per essi il compimento, consiste nell’estinguersi””

(Mahaparinibbana Sutta VI, 10)

Saturday, October 28, 2023

ALCHIMIA: IL VITRIOL E LA PIETRA FILOSOFALE

di Shamano Shekhinà Shekhinà

Vitriol è un acrostico, all’interno del quale ogni singola lettera rappresenta una determinata parola, con lo scopo finale di poter formare in una frase un Insegnamento occulto e molto elevato, che resta pienamente visibile solo e soltanto agli Alchimisti.

Vitriol infatti vuol dire:

“Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”

(Visita l’interno della terra, e rettificandolo troverai la pietra nascosta)

Spesso se non sempre gli Alchimisti all’acrostico Vitriol usavano unire anche le lettere “VM” vale a dire “Veram Medicinam” (Vera Medicina).

La Alchimia, insieme a Astrologia e Mistica una delle “Tre Scienze Madri”, dunque afferma che la Grande Opera dei Saggi, va costruita tramite la totale pulizia degli Inferni Atomici (Visita Interiora Terrae Rectificando). L’Alchimista , parliamo di quelli chiamati Spirituali, per l’appunto, proprio grazie alle fasi Alchemiche disintegra del tutto gli elementi disgregati (i vari Io, tutte le emozioni cristallizzate nella psiche e il sistema cognitivo indotto) per poi riuscire a creare una sensibilità ed un distaccatamente completo dalla materia, capace di poter percepire e vivere la sua Essenza Spirituale più alta (Invenies Occultum Lapidem), trovando in tal modo la Pietra Filosofale.

La Purificazione rappresenta un processo che viaggia in modo parallelo alla costruzione stessa della Pietra Filosofale (Corpo d’Oro), infatti ri pulendo i propri Inferni Atomici, l’Alchimistanon spreca la sua energia vitale, la quale è di primaria importanza per la formazione come detto prima del Corpo d’Oro. Attraverso il Principio di Astrazione, si può allora riuscire ad immaginare la Pietra Filosofale quale consapevolezza energetica dell’individuo, la quale vive insita ed indistruttibile anche successivamente alla morte del corpo fisico.

SIGNIFICATO SIMBOLICO

Al centro di ogni cosa si trova un cerchio il quale rappresenterebbe la Pietra Filosofale creata e formata anche dai 4 elementi: la Coppa (Acqua), il Fuoco (Leone), l’Aria (l’Aquila a due teste) e la Terra (la stella a sette punte). Andando subito verso il basso vi è un globo con sopra una croce: eccolo, è esattamente questi il simbolo del Vitriol in quale appunto scende, entra nell’interno della Terra dove accade tutto il lavoro di purificazione. In basso, verso la sinistra della stella, inoltre, c’è un cerchio nel quale si trovano 7 piccoli oggetti; essi sarebbero la rappresentazione dei cinque metalli nati dai semi primi che sono gli onnipresenti Zolfo e Mercurio. In basso, infine, verso la destra della stella si ha un ulteriore cerchio in cui questa volta si hanno due anelli intrecciati; essi farebbero in pratica un richiamo all’eterno mito di Ouroboros.