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Friday, July 25, 2025

💀💀💀 E TU LO SAI PERCHÉ LA BIBBIA CONDANNA LA NECROMANZIA?? 💀💀💀


 Di La Necromanzia


O tu che leggi…
sei pronto a conoscere cose che non ti verranno mai dette nei corsi patinati e spiritualoidi da 99 euro?
Quando dico che la Necromanzia non è per tutti, è perché richiede studio, tempo, domande e contatto diretto col Mistero e con l’Ombra.
Altro che libri new age e incensi alla lavanda.
Dunque sei pronto per questa rivelazione? Siediti e leggi, poiché, questa è la verità che non troverai nei soliti corsi spirituali da social.

“Non c’era nessun mago, nessun sapiente, nessun ḥarṭummîm…
solo Daniele sapeva rispondere.
Ma non era lui.Era Dio.
Così dissero.” Daniele 2,27-28 (traduzione rivelata)
Lo sa bene Francesco Bianchi, che nel suo saggio La magia degli altri (Velletri,2016) lascia cadere una bomba silenziosa:
I profeti della Bibbia erano necromanti mascherati.
Usavano le stesse tecniche degli stregoni…ma le facevano passare come “volontà divina”.

5 VERITÀ CHE SOLO CHI CAMMINA TRA I MORTI PUÒ COMPRENDERE

DANIELE LEGGE NEI SOGNI CHE NON VENGONO DETTI
Il re tace. Ma Daniele lo vede tutto.
Questa è medianità pura, accesso al campo sottile mentale.
È una forma di necromanzia notturna in stato di veglia.

GIUSEPPE INTERPRETA I SOGNI DI CHI È GIÀ OLTRE
I carcerati sono condannati. I sogni sono messaggi da anime già passate oltre.
Giuseppe li riceve. Li legge. Li “traduce”.
È un ponte tra vivi e morti. Ma nessuno lo chiama così.

LA BIBBIA CONDANNA LA NECROMANZIA SOLO PER TENERE IL POTERE
In Deuteronomio si vieta “chi consulta i morti”.Ma poi i profeti continuano a farlo…
Solo che dicono: “Non sono io. È Dio”.
I ḥarṭummîm NON SONO STREGONI: SONO SACERDOTI FUNERARI
Il termine ebraico viene dal titolo egizio ḥry-tp,usato per esperti del culto dei morti.
Daniele li batte…usando le stesse arti.
Solo che lui prega.Gli altri no.

IL PROFETA È IL NECROMANTE CHE HA IMPARATO A NASCONDERSI
Il profeta sente, vede, riceve segni. Ma li traveste da rivelazione divina.
Il necromante no: chiama i morti con il loro nome. E ascolta davvero.

CHI SONO DANIELE E GIUSEPPE
Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai fratelli, finisce in Egitto come schiavo.Ma ha un dono: interpreta i sogni.
Quando il Faraone sogna sette vacche grasse e sette magre, solo lui riesce a spiegarne il significato. Viene premiato, diventa visir (nessun mago d’Egitto ci era riuscito).
Daniele, deportato a Babilonia, è un giovane ebreo scelto per servire alla corte del re. Anche lui ha un dono: vede i segreti nei sogni.
Quando Nabucodonosor ha un sogno che nessun indovino sa spiegare, Daniele lo racconta senza nemmeno farselo dire prima, in questo modo i maghi caldei vengono svergognati. Ma lui viene elevato.

Dunque,alla luce di ciò,
O Tu che lavori coi morti,
tu che senti le voci nel sonno,
tu che ti svegli sapendo cose che non puoi spiegare…
sappi che non sei malata.
Non sei pazza.
Non sei “troppo sensibile”.
Sei una di quelle che sanno.
E adesso sai anche questo:

I primi a parlare con i morti… sono stati quelli che hanno scritto la Bibbia.

Solo che hanno tolto le ossa e messo l’oro.

Fonte iniziatica:
Francesco Bianchi,La magia degli altri,in Magia. Costruzione e percezione del mondo magico,Velletri, 2016.

Saturday, October 28, 2023

I REGNI DELL’UNIVERSO


di Shamano Shekhinà Shekhinà





L’Universo era visto come fosse simile ad un immenso impero diviso in Tre Regni: lo Janan Pacha ( il Mondo di Sopra), il Cay Pacha (il Mondo di Qua), e l’Ucu Pacha (il Mondo di Sotto).

Primo Regno

Nel primo hanno la loro sede il Sole, la Luna, le stelle insieme alle proprie costellazioni, il fulmine ed infine l’arcobaleno.

Il Sole: (Inti) è l’Essere Supremo il quale concede e dona vita all’universo.

Al Sole erano consacrate le cosiddette “Vergini del Sole”, le quali erano accuratamente scelte tra le fanciulle nobili e tra le più belle, ed erano costrette, per un dato numero di anni, a mantenersi assolutamente caste.

Il loro destino non era esattamente dei più rosei, infatti se avessero rotto il loro voto andavano seppellite ancora vive; potevano diventare delle concubine dell’Inca, oppure delle mogli di qualche nobile, ma anche essere immolate sull’altare del Tempio del Sole a Cuzco o a Machu Picchu.

La Luna: (Mama Quilla) sia la Sposa che la sorella del Sole, rappresenta la Divinità creatrice la quale presiede al principio femminile: una volta era più lucente del Sole, ma esso ne offuscò per bene il suo splendore gettandole sul volto la cenere; il Principe Inca insieme a sua moglie erano le incarnazioni terrene proprio della forza solare e di quella della Luna.

Secondo Regno

Nel secondo Regno poi hanno la loro sede gli uomini, gli animali e gli spiriti.

Gli spiriti sono le “Huaca”, ovvero le “Forze” esistenti in ogni essere ed in tutte le manifestazioni della natura: alberi, rocce, laghi, fiumi, venti, tempeste, vulcani e terremoti.

Ma le loro sedi d’elezione sono rappresentate alle pietre ed i laghi: il grande lago Titicaca, su tutti gli altri, era definito il “Quartier Generale” del grande esercito di spiriti il quale popolava l’intero Impero.

Era, in altre parole, il luogo più Sacro e più carico di Potenze Magiche; ed i miti che lo riguardano da vicino ne sono la piena conferma: Manco Capac e Mama Occlo, i progenitori Divini dei Principi Inca, furono messi da subito dopo la creazione nell’isola del Sole sul lago Titicaca.

Una discorso distaccato va fatto in particolare per una precisa classe di questi spiriti, trattasi delle “Huaca dei Morti”: essendo malefiche i vivi facevano il possibile affinchè esse non riuscissero ad emergere dalla tomba, e, se proprio questo accadeva, era fondamentale ricorrere immediatamente a dei particolarissimi ma ancor più complicati riti per costringerle, o meglio convincerle, di ritornare nei loro sepolcri.

Terzo Regno

Il Terzo Regno è quello più estraneo e poco comprensibile di tutti gli altri: sotterraneo, “Interiore”, esso rappresenta direttamente la sede dei morti, la casa in pratica definitiva dei loro spiriti, ma parallelamente è pure la Sorgente della Vita, vale a dire il luogo di origine degli uomini e quello degli Dèi.

Sunday, October 22, 2023

IL NECRONOMICON E LOVECRAFT - INTRODUZIONE

di Shamano Shekhinà Shekhinà

Il Necronomicon rappresenta senza dubbio uno dei più famosi esempi di “Pseudobiblium”, ovvero di “Libri mai scritti”, non pienamente reali, bensì citati come se lo fossero. Si tratta in pratica di un espediente narrativo creato dalla mente favolosa di Lovecraft per poter conferire una maggiore verosimiglianza alle sue opere. Infatti in seguito, anche molti altri scrittori iniziarono a citarlo spesso nei propri racconti horror o fantascientifici.

Nell’immaginario collettivo questo testo ebbe man mano una tale parvenza di realtà che lo stesso Lovecraft, ad un certo momento, fu costretto a specificare per bene e più volte che il suo libro non esisteva e che si trattava di una sua invenzione. Troppi lettori, in effetti, avevano preso troppo sul serio l’esistenza del libro ed ancora oggi esiste qualcuno che crede che sia reale. Questo in quanto ne esistono tantissimi e vari libri in commercio, i quali inoltre vengono utilizzati con enorme Fede in cerimonie che poi rischiano a cadere nella medianicità più pura; in altre parole, più si è convinti profondamente dell’esistenza di una qualsiasi cosa più le si dà il potere di funzionare.

STORIA ED ORIGINI

Nonostante sia uno “Pseudobiblium” come già spiegato prima, il Necronomicon propone dei precisi riferimenti inerenti la sua storia e le sue origini, fattore questo che è servito a conferirgli una maggior vero somiglianza.

Il Necronomicon, in lingua Araba “Al Azif”,è un libro di magia definita nera (sappiamo bene che la magia è neutra e può divenire solo positiva e negativa) scritto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred, il quale è vissuto nell’VIII secolo nella zona dello Yemen e poi morto a Damasco in circostanze definite misteriose. Lo stesso Lovecraft asserisce che, molto probabilmente, fu fatto a pezzi da un essere di natura invisibile in pieno giorno.

IL SIGNIFICATO

Lovecraft, che resta comunque un autore di elevato calibro, in una sua stessa lettera, scrisse che il titolo gli era apparso direttamente in un sogno. Il suo significato sarebbe in realtà “La descrizione delle Leggi dei Morti” (o che governano i Morti), preso dalle parole “Nekros” cioè “Cadavere”, “Nomos” come “Legge” ed infine “Eikon” vale a dire “Immagine, Descrizione”. Una traduzione ben più comune, invece, lo fa divenire il “Libro dei Nomi dei Morti”, poichè la seconda parte deriverebbe dal Greco “Onoma” “Nome” o anche “Titolo del libro”.

Per maggiore completezza esistono anche delle ulteriori ipotesi, le quali parlano invece di “Le consuetudini dei Morti”, ma anche “Guida alla terra dei Morti” o “Il Libro del Legislatore Morto”. Un amico ed editore di Lovecraft, trattasi di August Derleth, disse chiaramente che il titolo venisse dall’”Astronomicon Libri” del poeta Marco Manilio dunque in tal modo diventerebbe “Libro che riguarda la Morte”.

CONTENUTO

Secondo quanto dice la leggenda, Abdul Alhazred scrisse il libro attorno all’anno 730, salvo poi morire nel 738. Il libro conterrebbe, sempre in relazione alla leggenda, uno strano e oscuro racconto di tipo mitologico inerente i “Grandi Antichi”, ivi inclusa anche la loro storia ed il modo per poterli invocare e dunque chiamare qui sulla Terra.

Del libro fu eseguita una traduzione in lingua Greca da Teodoro Fileta, cioè colui al quale viene inoltre anche attribuito il nome sempre Greco proprio di “Necronomicon”. Fileta si dice sia stato un monaco ortodosso della antica Costantinopoli: questa traduzione sarebbe poi giunta nel 950.

Nell’anno 1228 ci fu una traduzione in Latino questa volta ad opera del danese Olaus Wormius, vale a dire il primo ad indicare che l’originale Arabo sarebbe andato perduto molto tempo prima.

La versione Latina fu interamente stampata perfino per due volte. La prima seguendo i caratteri gotici nella Germania nel XV secolo, la seconda, invece, nella Spagna nel XVII secolo. Con il passare degli anni poi il mago John Dee insieme al suo fedelissimo assistente Edward Kelley ebbero una copia a Praga e subito ne fecero una traduzione in lingua Inglese, della quale restano soltanto alcuni confusi frammenti.