Di Anonimo
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Di Beatrice Bordignon
Torino, anche chiamata città magica, fa da teatro alla lotta tra il bene e il male. Non a caso è un vertice di entrambi i triangoli di magia bianca e nera. Sin dalle sue origini il capoluogo piemontese è stato avvolto da un alone di mistero rafforzato da miti e leggende. Scopriamo insieme quali sono, e perché Torino è magica.
Occhi del diavolo a Torino in via Lascaris |
Secondo la leggenda, Torino sarebbe stata fondata da un principe egiziano. Eridano, dopo aver lasciato la sua terra d’origine, sarebbe sbarcato con i suoi seguaci in quella che oggi è la Liguria, che prende il nome da suo figlio Ligurio. Da qui proseguì verso l’interno, giungendo fino a un’ampia pianura vicino al fiume Po (che gli ricordava il Nilo) e fondò la città di Torino. Qua diffonde il culto del dio Api, un toro, che avrebbe dunque influito poi sulla scelta del nome della città, inizialmente chiamata Eridania.
Un’altra versione riguardante le origini di Torino risale al periodo romano. La città sarebbe nata nel 28 a.C. per volere di Augusto, da cui il nome Julia Augusta Taurinorum. Essa venne suddivisa in due parti: la zona est legata alle forze del bene, mentre la zona ovest legata alle forze maligne e delle tenebre, in cui c’era una necropoli e la Val Occisorum. Torino aveva e ha una pianta romana con 4 porte d’accesso sui 4 punti cardinali. Esse erano collegate tra loro attraverso due assi viari ortogonali, mentre la via centrale era orientata seguendo la linea ascendente del sole.
La Mole Antonelliana è uno dei più importanti simboli della magia bianca di Torino. Alcuni affermano si tratti di un’antenna molto grande, capace di diffondere energia positiva assorbita in precedenza dal sottosuolo. Oltretutto, molti sostengono che nella Mole si troverebbe il Sacro Graal, indicato dallo sguardo di una delle statue di fonte alla Gran Madre.
Sempre per quanto riguarda le forze buone di Torino, la Sindone, legata alla cristianità, gioca un ruolo importante. Essa ha sede nel Duomo, ma non sono pochi i riferimenti anche in altri luoghi di cultura, pensiamo per esempio agli affreschi in Piazza San Carlo.
Fondato nel 1824 dal Re Carlo Felice di Savoia, il Museo Egizio di Torino è un luogo in cui si concentrano e si incontrano le forze del bene e quelle del male. Infatti, non sono pochi i simboli vicini alla magia nera, tuttavia quelli della magia bianca si difendono bene e anzi si dice che siano anche in numero maggiore!
A rappresentare le forze oscure troviamo gli oggetti relativi al Faraone Tutankhamon, oppure la testa mummificata di Seth che si era macchiato dell’omicidio di suo fratello Osiride. A contrastare la magia nera ci vengono in soccorso i reperti del Faraone Thutmosi III. Egli era un esperto delle discipline legate alla sfera magica ed esoterica.
Tra le zone di magia nera troviamo anche via Bonelli, una strada stretta e quasi mai illuminata dal sole. Perché quando si passa di qui si avverte una strana sensazione? Si dice che un tempo i boia di Torino abitassero proprio da queste parti, odiati e disprezzati da tutti, si aggiravano vestiti di nero incutendo terrore.
I simboli e i luoghi torinesi legati alla magia sono moltissimi. Oltre a quelli sopra citati, ce ne sono molti altri, di cui abbiamo parlato nell’articolo dedicato a Torino (che trovi qui) in qualità di vertice dei due triangoli magici. Ma non è tutto. Infatti, per chi fosse interessato ad approfondire le conoscenze a riguardo, sono disponibili dei tour alla scoperta di Torino Magica. In questo modo, potrete godervi a pieno l’esperienza della città vivendo la sua storia e le sue leggende a 360° gradi.
Di Beatrice Bordignon
Torino è una città fortemente legata alla magia e all’occulto. Gioca un ruolo importante la posizione che occupa, poiché là dove sorge il sole si concentrerebbero le forze positive, mentre là dove esso tramonta le forze delle tenebre.
Piazza Statuto rappresenta il vertice del triangolo di magia nera di cui Torino fa parte insieme a Londra e San Francisco. La posizione ad occidente sarebbe una delle ragioni per cui questa piazza sarebbe legata all’oscurità e alla forza delle tenebre. Oltretutto, si trova nei pressi della porta Decumana che un tempo era vista come l’accesso al Regno dei morti. Rispetto a questo tema, durante l’epoca romana al posto di Piazza Statuto sorgevano una necropoli e la Val Occisorum, dove i criminali venivano condannati
Un altro elemento che contribuisce a conferirle questo ruolo infausto è il monumento del Frejus. Molti, invece di considerarlo un omaggio ai caduti durante i lavori per il traforo, lo interpretano come un segno delle forze oscure. Infatti, il Genio Alato sarebbe Lucifero intento a guidare le potenze del male sfidando quelle benigne. Ad aggiungersi a questo, c’è l’obelisco geodetico, o Guglia Beccaria, che sarebbe il cuore delle tenebre.
Il Portone del Diavolo è osservabile in via XX Settembre nel palazzo Trucchi di Levaldigi, sede della Banca Nazionale del Lavoro. Al centro un demone che osserva chiunque bussi, accompagnato da due serpenti che escono dalla sua bocca.
A bilanciare le forze oscure vengono in soccorso quelle buone, concentrate soprattutto nella parte orientale di Torino. Il capoluogo piemontese è stato costruito proprio là dove il Po e la Dora confluiscono, quindi tra Sole e Luna. Oltretutto, la città è attraversata dal 45° parallelo capace di concentrare in sé moltissima energia positiva.
Il Sacro Graal potrebbe trovarsi nella Mole Antonelliana, altro punto centrale delle forze benigne, o a Palazzo di Città o ancora a Moncalieri, un tempo abitata dai templari.
Altro luogo essenziale del triangolo magico della magia bianca è la fontana Angelica che si trova in Piazza Solferino a Torino. Essa rappresenta un passo importante nel mondo della massoneria. Infatti, l’acqua che sgorga dalle otri tenute in mano dalle due figure maschili rappresenta la conoscenza che permette di raggiungere la perfezione.
Queste due statue maschili sono i sostenitori delle colonne d’Ercole, oltre le quali si credeva si accedesse all’infinito. Questa fontana ha anche altri soggetti, quali le due donne che rappresentano sì l’amore sacro e quello profano, ma anche la conoscenza esoterica e quella essoterica. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui la chiesa si rifiutò di posizionare questa fontana di fronte al Duomo, come inizialmente si era deciso.