Questa intervista a Dario Spada è stata messa on line nel Febbraio 2001
Dario Spada è milanese, segno zodiacale Sagittario ascendente Bilancia (è nato il 25 novembre 1951).
Si occupa da almeno trent’anni – e forse anche qualcuno di più – di argomenti e tematiche legate al mondo dell’occulto e dell’insolito.
E’ stato uno dei promotori (o meglio l’ideatore), nei primissimi anni Settanta, di quei “Gruppi di Ricerca” formati da giovani e giovanissimi che, interessati a queste materie, sono nati a centinaia nel nostro paese grazie ad una campagna lanciata dal mensile Il Giornale dei Misteri, che raccolse e rilanciò l’idea del cosiddetto “gruppismo”, favorendo così la nascita di associazioni e gruppi interessati ai fenomeni paranormali.
Dario ha collaborato con numerose riviste di settore, tra cui alcune “storiche” per gli appassionati: Gli Arcani, Clypeus, Celtica, il già citato Giornale dei Misteri e, da ultimo, Magiko Mondo.
Ha anche scritto e pubblicato, con diversi editori, ventisette libri. Dal primo, oggi introvabile, intitolato Il Piccolo Popolo (Armenia, 1983) e dedicato a gnomi, fate e folletti, all’ultimo, uscito nel 2000, Guida ai fantasmi d’Italia (Armenia).
Con lo pseudonimo di Jean de Blanchefort ha scritto alcuni testi di magia, tra cui ricordiamo Autodifesa magica e Magia, entrambi ristampati nel 2000, che hanno raggiunto una discreta tiratura – circa diecimila copie a titolo – e altri testi pubblicati da altri editori.
In collaborazione con Gabriele Carosi ha scritto un libro sulla divinazione con le rune, Il potere delle rune, edito dalla MEB, uno dei primi libri italiani su questo argomento. Suoi altri pseudonimi sono Alberto d’Arcadia e Alfredo Brandi.
Dario Spada è milanese, segno zodiacale Sagittario ascendente Bilancia (è nato il 25 novembre 1951).
Si occupa da almeno trent’anni – e forse anche qualcuno di più – di argomenti e tematiche legate al mondo dell’occulto e dell’insolito.
E’ stato uno dei promotori (o meglio l’ideatore), nei primissimi anni Settanta, di quei “Gruppi di Ricerca” formati da giovani e giovanissimi che, interessati a queste materie, sono nati a centinaia nel nostro paese grazie ad una campagna lanciata dal mensile Il Giornale dei Misteri, che raccolse e rilanciò l’idea del cosiddetto “gruppismo”, favorendo così la nascita di associazioni e gruppi interessati ai fenomeni paranormali.
Dario ha collaborato con numerose riviste di settore, tra cui alcune “storiche” per gli appassionati: Gli Arcani, Clypeus, Celtica, il già citato Giornale dei Misteri e, da ultimo, Magiko Mondo.
Ha anche scritto e pubblicato, con diversi editori, ventisette libri. Dal primo, oggi introvabile, intitolato Il Piccolo Popolo (Armenia, 1983) e dedicato a gnomi, fate e folletti, all’ultimo, uscito nel 2000, Guida ai fantasmi d’Italia (Armenia).
Con lo pseudonimo di Jean de Blanchefort ha scritto alcuni testi di magia, tra cui ricordiamo Autodifesa magica e Magia, entrambi ristampati nel 2000, che hanno raggiunto una discreta tiratura – circa diecimila copie a titolo – e altri testi pubblicati da altri editori.
In collaborazione con Gabriele Carosi ha scritto un libro sulla divinazione con le rune, Il potere delle rune, edito dalla MEB, uno dei primi libri italiani su questo argomento. Suoi altri pseudonimi sono Alberto d’Arcadia e Alfredo Brandi.
REDAZIONE – Dario, qual è il libro che ti ha dato più soddisfazione?
DARIO – Premesso che per questo genere
di pubblicistica le tirature sono sempre molto modeste, è
importantissimo cercare di tenere un titolo in catalogo per anni. Solo
così è possibile infatti avere una diffusione di rilievo e non finire
nel dimenticatoio. Nel 1992 ho curato un libro che era una raccolta di
preghiere tratte dalle religioni di tutto il mondo (Il Libro delle preghiere,
Armenia), con 365 preghiere diverse, una per ogni giorno dell’anno. In
meno di dieci anni l’editore ha fatto 4 ristampe e ha venduto circa
dodicimila copie, che è un buon successo. Questo è un titolo che vende
mediamente 6/700 copie l’anno, a volte anche di più.
REDAZIONE – Tu hai trattato diverse
tematiche, non necessariamente dedicate tutte all’insolito. Qual è
l’argomento che ti affascina di più?
DARIO – Sono molto interessato al
folklore e alle tradizioni popolari. Uno dei miei “pallini” sono gnomi,
fate e folletti nel folklore e nella tradizione. A questo argomento ho
dedicato tre libri. Ma anche la magia e la stregoneria – intesa come
tradizione delle origini e non come “magia nera” – mi intrigano molto.
L’occulto mi affascina, particolarmente la storia e le origini dei vari
movimenti magici ed esoterici.
REDAZIONE – La tua Guida ai fantasmi d’Italia
sta andando molto bene. Tutti si aspettano libri sui fantasmi inglesi,
tu ne hai scritto uno su quelli italiani: ce ne vuoi parlare?
DARIO – Ho voluto sfatare il fatto – in
parte vero – che l’Inghilterra sia la patria per antonomasia degli
spettri e dei fantasmi; l’Italia è piena di castelli e di posti
“infestati” da queste insolite e inquietanti presenze e nel mio libro ne
riporto poco più di duecento. Alcuni casi sono anche stati indagati dal
mio gruppo di ricerca e cerco di fornire un supporto fotografico che mi
pare interessante.
REDAZIONE – Una domanda forse indelicata, ma curiosa: qual è stato invece il libro che ti ha dato meno soddisfazioni?
DARIO – Certamente un testo chiamato La Jella,
con una copertina piuttosto macabra e un titolone sparato in grande,
che ha sicuramente portato sfortuna. Un anno e mezzo di permanenza in
catalogo, meno di 1500 copie vendute su una tiratura iniziale di 5000
copie, nonostante recensioni positive su giornali e segnalazioni in
trasmissioni radiotelevisive. Avrebbe potuto essere un successo se solo
fosse stato gestito meglio dall’editore, ma forse l’Italia è un paese
troppo superstizioso.
REDAZIONE – Molti dei nostri lettori
sono scrittori o aspiranti tali: te la senti di dare un consiglio a chi
desidera, o spera, di riuscire a pubblicare un libro?
DARIO – Intanto l’idea. E’ vero che
hanno già scritto tutto su tutti gli argomenti possibili, ma spesso si
sono trovate parole nuove per argomenti vecchi, che poi hanno fatto
presa (si pensi al “pensiero positivo” della New Age, che altro non è se
non l’ottimismo).
Trovata l’idea, si lavora su questa.
Certamente occorre un po’ di mestiere, ma
scrivere non è difficile, basta avere molta buona volontà, una certa
costanza e, soprattutto, voglia di riuscire. Io, a dire il vero, sono
nato – almeno penso – per fare l’editore, ma non ho mai avuto le
possibilità economiche per diventarlo. Così all’inizio, disponendo di
pochi soldi, ho tentato la via meno costosa: risme di carta, macchina
per scrivere (allora di computer nemmeno l’ombra), penne biro e via a
scrivere. Mi è andata bene, perché è stato sufficiente fare una scaletta
del contenuto del mio primo libro e presentarla all’editore, che ha
accettato “a scatola chiusa” e mi ha proposto un contratto.
A tutti vorrei dire che quello
dell’editoria è un mondo infido, che assolutamente non dà soddisfazioni
economiche, se si esclude il “colpo di fortuna”, che è rarissimo; ma
oggi è anche vero che pubblicare un libro è diventato molto più
semplice, i costi sono diminuiti notevolmente e gli editori sono più
aperti, almeno i più piccoli, per non parlare poi degli editori
telematici.
L’importante, comunque, per chi vuole
tentare la via della scrittura come professione, è iniziare a pubblicare
per farsi conoscere, magari presso un piccolo editore. E’ molto più
difficile pubblicare romanzi che non saggi o manualistica, perché gli
autori di narrativa sono di gran lunga più numerosi, per cui bisogna
essere davvero originali, e anche di questo bisogna tenere conto.
REDAZIONE – I tuoi progetti per il futuro?
DARIO – Alla fine del 1999 ho aperto con un amico una libreria dedicata all’occulto e all’insolito, la Libreria Editrice Primordia
di via Piacenza 20, a Milano, che vuole essere un punto di riferimento
preciso per tutti coloro che si occupano di queste tematiche.
Volutamente, siamo nati anche come editori, anche se è molto difficile
avere i fondi per diventarlo a tutti gli effetti. Ma non è escluso che
presto stamperemo qualche piccola cosa: forse il mio antico sogno di
gioventù sta per avverarsi.
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