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Saturday, July 24, 2021

IL PROCESSO AI DOTTORI

 

Il Processo ai Dottori

da https://segretidellastoria.wordpress.com/2017/06/10/il-processo-ai-dottori/

Karl Brandt a NorimbergaEbbe inizio il 9 dicembre 1946: il Processo ai Dottori, fu il primo di dodici processi “secondari” celebrati dalle autorità statunitensi nei confronti delle alte gerarchie naziste al termine del secondo conflitto mondiale a Norimberga. In tutto gli imputati furono ventitré, tra ufficiali appartenenti alle SS e pseudomedici e scienziati del Reich, accusati di crimini contro l’umanità e di guerra, avendo svolto esperimenti scientifici su esseri umani all’interno dei campi di concentramento, utilizzando come vere e proprie cavie prigionieri e deportati. Caratteristica di questo processo (e degli altri undici che seguirono) fu la costituzione della Corte: non più l’International Military Tribunal, che aveva promosso il processo principale a Norimberga, ma bensì corti militari statunitensi. Tra gli indiziati principali, Karl Brandt, medico personale di Adolf Hitler, nonché il principale artefice e responsabile del programma nazista di eugenetica, il famigerato Aktion T4, che avrebbe dovuto eliminare ogni persona disabile nei territori conquistati dalla Germania; Vikor Brack, ideatore del programma di sterilizzazione di massa verso i non tedeschi per la purificazione della razza ariana; Rudolf Brandt, assistente personale di Heinrich Himmler, selezionatore delle cavie umane da impiegare negli esperimenti.

Esperimenti sull'altitudineLe imputazioni a carico dei medici e scienziati nazisti vennero elencate il 25 ottobre 1946: da quel momento, furono in tutto ascoltati 85 testimoni, per lo più sopravvissuti ai campi di concentramento, ed esaminati oltre 1470 documenti. Come riporta Jean Dumont, curatore della Storia segreta della Gestapo, ricorda come il progetto di sterilizzazione di Brack fosse di “una grottesca criminalità. Esso consisteva nel far avvicinare le persone da trattare ad uno sportello col pretesto di compilare dei moduli. L’impiegato, seduto dietro lo sportello, manovra un bottone, mettendo in azione simultaneamente due lampade in direzione dei genitali. Questo metodo riuscì a fare centinaia di vittime, più o meno gravemente ustionate”. Gli esperimenti compiuti, però, si rivolgevano anche verso lo studio della mancanza d’aria ad elevate altitudini, simulando in speciali locali, in cui venivano rinchiusi i prigionieri, quote di 2000 metri e più. Molti di questi pseudo-studi, compiuti prevalentemente nel campo di concentramento di Dachau, si indirizzarono verso l’analisi degli effetti sull’organismo umano di agenti patogeni, infettando con virus e batteri i prigionieri inconsapevoli.

Aktion T4
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Durante il processo, che terminò il 20 agosto 1947, con la condanna a morte di sette imputati e l’assoluzione di altri sette (i rimanenti furono condannati a pene detentive più o meno lunghe a seconda dei capi di accusa), misero in luce quanto di più inumano potesse generare la mente dell’uomo. Tra l’agosto 1942 e il maggio 1943, vennero condotti esperimenti sul freddo, esponendo i prigionieri a temperature di oltre 25 gradi sotto zero o immergendoli all’interno di grandi vasche di acqua gelata: secondo gli scienziati del Reich, questi test dovevano fornire indicazioni preziose per prevenire il congelamento in mare dei piloti della Luftwaffe e dei marinai della Kriegsmarine. Chiude così André Brissaud un suo studio sulle atrocità mediche dei Nazisti: “Durante il processo di Norimberga, il Dottor Karl Brandt, affermò la legittimità delle esperienze fatte nei campi di concentramento, perché egli stesso era convinto della necessità di simili esperienze per la sopravvivenza del Reich. Dopo aver scatenato l’inumano, i Nazisti pretendevano di essere umani”.

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La notte della medicina

da https://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/simonetta-pagliani/notte-della-medicina/gennaio-2014


Uno dei rami del processo di Norimberga, denominato “United States of America v. Karl Brandt, et al”, ma passato alla storia come il “processo ai dottori”, celebrato da un tribunale militare americano tra la fine del 1946 e l’agosto del 1947, giudicò 23 medici, accusati di efferatezze contro i prigionieri dei lager nazisti; 16 medici furono condannati e sette di essi giustiziati.
Era la prima volta che veniva alla luce il ruolo dei medici tedeschi nelle politiche di selezione della razza e di sterminio di Hitler; eppure, con l’eccezione di un articolo sul New England Journal of Medicine (Alexander 1949), la questione restò sotto silenzio fino agli anni novanta, grazie agli sforzi congiunti della World Medical Association, dell’establishment medico di entrambe le Germanie (che riabilitò in ruoli di distinzione molti ex nazisti) e dei governi non solo dei vinti, ma anche dei vincitori: gli Stati uniti per primi reclutarono nelle loro Università e nell’industria farmaceutica molti scienziati sfuggiti alla giustizia. Una seconda allusione ai crimini di guerra perpetrati da medici comparve su Lancet (Hanauske-Abel 1986), ma solo negli ultimi anni novanta medici tedeschi hanno pubblicato revisioni autocritiche del passato.
Certamente, non tutti i sanitari furono dei Mengele e vi fu anche una certa opposizione al nazismo da parte dell’Associazione dei medici socialisti, ma tacere il lato oscuro del pensiero “scientifico” contribuisce a confinare l’accaduto in un “una tantum” di follia politica, tradendo il significato del giorno della memoria: il passo dalla civiltà alla barbarie è assai breve e lo si è visto a Guantanamo e ovunque, ancora oggi, personale medico venga adibito a sovrintendere pratiche di tortura e di messa a morte dei “nemici”.
Nella Germania economicamente in ginocchio dopo la sconfitta nella grande guerra, i medici, che erano in numero esorbitante le possibilità d’impiego, si iscrissero al partito nazista in percentuale molto più grande degli altri professionisti: nel 1942 era nazista il 50% dei medici, con il 26% attivo nelle truppe d’assalto (Sturmtruppen) e il 7% nelle Schutzaffel (le SS).
La prestigiosa rivista medica Deutsches Artzeblatt, celebrò l’ascesa al potere di Hiltler nel luglio del 1933 con una svastica in copertina; in quel numero si esaltava la missione, da questi affidata ad Alfons Stauder, presidente della massima associazione professionale, di portare avanti l’eliminazione degli ebrei dalla vita culturale e spirituale del paese. Ancora prima della promulgazione delle leggi razziali di Norimberga del 1935, che li avrebbe esclusi da ogni aspetto della vita sociale, agli ebrei fu così vietato di laurearsi in medicina e quelli che già esercitavano potevano farlo solo su correligionari. A quell’epoca, era israelita il 15% circa dei medici tedeschi e il 50% di quelli berlinesi; entro la fine della guerra, il 25% dei medici ebrei venne ucciso, il 5% morì suicida e gli altri avevano lasciato la Germania.

Il darwinismo sociale, contrario all’assistenza medica che permetteva ai deboli di sopravvivere e riprodursi, già nel 1913 contava 425 seguaci, tutti medici o studenti di medicina; con l’avvento di Hitler al potere, divenne parte dell’ortodossia scientifica tedesca, insegnata nella maggior parte delle facoltà mediche. Ne discese la promulgazione della legge per la prevenzione della trasmissione delle malattie ereditarie, attuata con la sterilizzazione: riguardava gli schizofrenici, gli epilettici, i portatori di disturbi bipolari, i ciechi, i sordi, i deformi e gli alcolisti. Più tardi la legge fu allargata ai “delinquenti abituali” e ai feti, fino al sesto mese di gestazione, di madri con malattie ereditarie.
A onor del vero, questa pratica eugenetica non era d’invenzione nazista: simili programmi ai danni di malati o minorati mentali erano attuati, fin dagli anni trenta, nella penisola scandinava, negli Stati uniti e in Svizzera.
Fu proprio lo psichiatra svizzero Ernst Rudin a perfezionare il programma tedesco, suggerendo la presenza di medici accanto alle forze di polizia per “calmare” le persone refrattarie alla sterilizzazione forzata.
In Germania, l’opposizione a tale progetto aberrante fu debole e legata, per lo più, a singoli, seppur eminenti, rappresentanti delle Chiese: la propaganda e l’indottrinamento costante delle masse erano la parte attiva del costituirsi dell’adesione popolare. Ogni atto contro l’umanità era poi talmente burocratizzato e parcellizzato nella pratica, da permettere un’estrema spersonalizzazione del sistema e un’attenuazione delle responsabilità del singolo, il quale veniva a essere inserito in una catena di comando che copriva dubbi e rimorsi con l’obbedienza a ideali di fedeltà al proprio popolo e alla stirpe di appartenenza. La comunità medica tedesca, in particolare, non solo fu acquiescente alla legge, ma collaborò a disegnarla, ne trasse vantaggi, largheggiò negli obiettivi e appoggiò l’ideologia sottostante.
Venivano operati 50.000 individui l’anno; si stima che, in totale, venne sterilizzato un numero di persone pari all’1% della popolazione tedesca tra i 18 e i 40 anni e i medici si contendevano il ben remunerato appalto.

Con le successive leggi “Per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e “Per la protezione della salute genetica del popolo tedesco”, si crearono ulteriori posti di lavoro per i medici, addetti alla visita e alla selezione dei fidanzati che facevano domanda di matrimonio, per appurare la percentuale di sangue ebraico che scorreva nelle loro vene. L’Associazione medica tedesca e le maggiori riviste plaudivano alle iniziative, viste (e a ragione) come “una strategia di potenziamento dell’occupazione medica”: nel 1937 erano aperti più di 700 uffici statali che impiegavano 2.000 medici a tempo pieno, 4.000 a tempo parziale, 3.700 infermiere e vario personale di supporto, su un totale di 52.000 medici presenti nel paese e nel lustro 1933-38 i guadagni dei sanitari aumentarono di più del 50 per cento,

Nel 1939, Hitler fece un passo avanti, decidendo di applicare l’ossimoro di Alfred Hoche e Rudolf Binding, secondo cui “il diritto di vivere deve essere giustificato”: le vite non degne di essere vissute andavano, caritatevolmente, tolte. Molte istituzioni, tra cui importanti ospedali, ebbero l’incarico di procedere all’eutanasia di deformi e ritardati, con un’escalation che, partendo dai neonati, portò il limite ai tre anni di età, per estenderlo, nel 1941, fino ai 17 anni.
Parallelamente, la comunità medica fu incaricata di disegnare, implementare ed eseguire un programma di eutanasia per adulti non produttivi (specialmente malati mentali), denominato Operazione T4 (abbreviazione di "Tiergartenstrasse 4", l'indirizzo del quartiere di Berlino dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l'ente pubblico per la salute e l'assistenza sociale): si trattava di una concessione alle uccisioni data da Hitler ai direttori degli istituti di ricovero con una lettera informale (pervenuta ai posteri eccezionalmente, perché il Führer evitava di lasciar scritti ordini che avrebbero potuto configurarsi come crimini contro l’umanità): entro il 1941, 70.000 dei loro ospiti furono selezionati a essere gasati e cremati. Poiché le eliminazioni venivano pagate “a fattura”, i criteri di inclusione nel programma T4 vennero estesi agli individui socialmente indesiderabili, come criminali, prostitute, vagabondi e omosessuali, tanto che l’omicidio divenne parte dell’attività di routine di molti ospedali tedeschi. La stanza corredata da una ventina di docce che emanavano monossido di carbonio, messa a punto nell’ospedale di Brandenburg, vicino a Berlino, ebbe tanto successo che molti ospedali se ne dotarono.

Nel corso del 1940 il sospetto su quanto stava succedendo indusse alcuni medici e psichiatri a dimettere i pazienti oppure, nel caso di famiglie benestanti, a trasferirli presso cliniche private ove il programma T4 non aveva giurisdizione. Alcuni medici acconsentirono a cambiare le diagnosi già effettuate dei loro pazienti in modo che essi non rientrassero più nei parametri per la selezione T4. Il professor Hans Gerhard Creutzfeldt, scopritore dell’omonima morbo, riuscì a salvare praticamente tutti i suoi pazienti. La maggior parte dei medici collaborò comunque con l'Aktion T4, in parte per ignoranza circa i veri scopi che esso si prefiggeva e in parte per convinzione nei confronti delle politiche eugenetiche nazionalsocialiste.
L’Operazione T4 coinvolse, in seguito, i paesi occupati militarmente e i prigionieri malati, con un saldo finale di 200.000 assassini commessi, come incarico professionale, da personale medico.
Infine, la Conferenza di Wannsee, nel gennaio del 1942, decretò la “soluzione finale” ossia lo sterminio definitivo degli ebrei in Europa e nell’Unione sovietica occupata, dove operavano, senza tante sofisticazioni ideologiche, gli Einsatzgruppen, squadroni della morte, anch’essi con supporto di personale medico.
Il testamento morale dell’omonimo processo fu il Codice di Norimberga, del 1947, considerato il documento più importante nella storia dell’etica della ricerca che detta le regole e i confini etici della sperimentazione sull’uomo.

Uno dei capitoli più efferati della storia del legame tra la comunità medica e il crimine nazista, infatti, è quello dell’uso dei prigionieri dei campi come animali cavie.
Ad Auschwitz si sperimentava soprattutto per migliorare l’efficienza delle procedure di castrazione o di sterminio. Altrove, gli scopi erano bellici, per esplorare la possibilità di sopravvivenza dei piloti tedeschi abbattuti: i prigionieri venivano sottoposti ad abbassamento della pressione barometrica fino alle convulsioni o alla morte, oppure a temperature sempre più fredde, per immersione in vasche di ghiaccio o per esposizione, legati su una barella, alle notti invernali, oppure a bere solo acqua marina. 
Infine, c’erano gli esperimenti propriamente clinici, nei quali venivano iniettati nelle vittime agenti infettivi per ricercare il vaccino o la cura, oppure inferte ferite e mutilazioni per studiare la rigenerazione cutanea e ossea; furono sicuramente implicati in questi esperimenti anche Hans Reiter, ancora oggi, vergognosamente, insignito dell’eponimo a una sindrome e Karl Gebhardt, allora presidente della Croce rossa tedesca.

SIMONETTA PAGLIANI

Biografia:
- Alexander L. Medical science under dictatorship. N Engl J Med 1949; 241: 39. 
- Bloche MG et al. When doctors go to war. N Engl J Med 2005; 352: 3. 
- Geiderman JM. Physician complicity in the Holocaust: historical review and reflection on emergency medicine in the 21st century. Acad Emerg   Med 2002; 9: 223.
- Hanauske-Abel H. From Nazi Holocaust to nuclear holocaust: a lesson to learn? Lancet 1986; 2: 271. 
- Hanauske-Abel HM. Not a slippery slope or sudden subversion: German medicine and National Socialism in 1933. BMJ 1996; 313: 1453.
- Leaning J. War crimes and medical science. BMJ 1996; 313: 1413.
- Lifton RJ. I medici nazisti. La psicologia del genocidio, BUR: Milano, 2003.
- Pellegrino ED et al. Dubious premises-evil conclusions; moral reasoning at the Nuremberg Trials. Camb Q Health Ethics 2000; 9: 261.
- Perozziello F. www.filosofia-medicina.net
- Seudelman WE. Nuremberg lamentation: for the forgotten victims of medical science. BMJ 1996; 313: 1463. 
- Shuster E. Fifty years later: the significance of the Nuremberg Code. N Engl J Med 1997; 337: 1436 
- Sidel VW. The social responsibilities of health professionals: lesson from the role in Nazi Germany. JAMA 1996; 276: 1679. 
- U.S. Holocaust Memorial Museum. Trials of War Criminals before the Nuremberg Military Tribunals under Control Council Law No. 10.
- Nuremberg, October 1946 - April 1949. Washington D.C.: U.S. G.P.O, 1949-1953. 
- World Medical Association Declaration of Helsinki: ethical principles for medical research involving human subjects. JAMA 2000; 284: 3043.

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Quei camici neri

da https://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2016/11/07/news/quei-camici-neri-106313/

di Giulio Meotti  
 
 
 

Il dottor Schweitzer e poi l’eutanasia: la caduta della grande scienza tedesca. Settant’anni fa a Norimberga il processo ai medici nazisti. E’ consolante presentarli come “i medici delle SS”. Ma non erano tutti burattini di Hitler, avevano scelto di partecipare.

 

Il 21 novembre 1946, i medici nazisti presero posto sul banco degli imputati nell’immensa aula del tribunale di Norimberga. Una folla rumorosa e numerosa si accalcava nella parte riservata al pubblico. C’erano molti grandi nomi della medicina europea ad assistere a un evento senza precedenti. Quando fu pronunciato il suo nome, Karl Brandt, il medico personale di Adolf Hitler che aveva presidiato all’eutanasia dei bambini e dei disabili, avvicinatosi alla sbarra disse, con voce calma e forte: “Mi dichiaro non colpevole”. Quel medico idealista dell’Alsazia aveva sognato di partire per l’Africa equatoriale francese che adesso è chiamata Gabon. Voleva servire i malati e i poveri in una striscia di terra seminata a caffè, aranci e limoni, stretta tra una foresta densa di vapori e un fiume lentissimo e giallastro. Brandt sognava di lavorare con il dottor Albert Schweitzer. Uno che avrebbe dedicato la sua vita alla cura di “tutto ciò che si muove”.

Il “grande dottore bianco”, come lo chiamavano gli africani, un uomo dalle mani severe e giuste che a Lambaréné, su un terreno messogli a disposizione dalla Società missionaria di Parigi, accolse sofferenti di lebbra, di dissenteria e di molte malattie tropicali. Contro la cultura dell’eutanasia, Schweitzer affermava sempre: “Rimanere in vita è un atto etico”. Diceva che la natura non conosce rispetto per la vita, ma l’uomo sì. L’uomo, diceva, “è morale soltanto quando considera sacra la vita in quanto tale”. Con queste parole Schweitzer spiegava il senso del suo impegno a favore dei malati. Era questo il significato più miracoloso del suo “village de la lumière”, il villaggio della luce.

Brandt fece sua una concezione opposta della medicina. La maggior parte dei medici alla sbarra a Norimberga aveva tutte le caratteristiche di rispettabilità civica e scientifica. Molti non erano burattini nazisti, ma avevano fatto le loro carriere come medici molto prima che Hitler salisse al potere. E avevano fornito contributi preziosi alla ricerca scientifica. Nel 1967 Feltrinelli traduce e pubblica in Italia il libro di Alexander Mitscherlich e Fred Mielke, “Medicina disumana”. Sono le cronache e i documenti del processo di Norimberga. La sua prima edizione fu riservata all’Ordine dei medici della Germania occidentale e per incanto sparì dalla circolazione, tanto era l’imbarazzo. “Gli annali della caduta della medicina tedesca sono pieni di nomi di scienziati di fama internazionale come i professori Planck, Rudin, e Hallervorden e medici come Georg Schaltenbrand, che ha condotto gli esperimenti neuro-immunologici non in un campo di concentramento, ma alla Julius-Maximilians-Universität di Würzburg”, ha scritto Hartmut Hanauske-Abel, studioso di storia della medicina nazista.

Uno dopo l’altro, i 23 medici si dichiararono tutti “non colpevoli”. Il dottor Siegfried Handloser, viso scarno e solcato dalle rughe, si sarebbe difeso con energia. Fino al 1928 aveva diretto l’ospedale di Ulm. Nel 1941 divenne ispettore dei servizi di Sanità dell’esercito. Fece pressioni perché si sperimentasse un vaccino contro il tifo, che stava decimando le truppe tedesche. Le prove contro di lui erano schiaccianti e la sua collusione con la scienza dei campi di concentramento sotto gli occhi di tutti. Eppure, gli fu concesso l’ergastolo, anziché la pena di morte. A Handloser fece seguito sul banco degli imputati Paul Rostock, il più ingenuo e il più onesto degli accusati, amico di Brandt e suo maestro e mentore. Si era iscritto alla facoltà di Jena, dove aveva consacrato tutto se stesso alla professione di chirurgo.

Apolitico, nel 1927 diventò primario del reparto chirurgico dell’ospedale di Bochum, fino ad approdare alla docenza di Chirurgia all’Università di Berlino, dove insegnò cinque anni. Non fu mai un acceso sostenitore né un acerrimo oppositore del regime nazista, quanto un medico patriottico. Su richiesta di Brandt, Rostock entrò a far parte del Consiglio della ricerca del Reich. A Norimberga, il dottor Rostock avrebbe motivato così la decisione di partecipare agli esperimenti medici: “Volevo cercare di migliorare le nostre conoscenze per poi utilizzare tali conquiste scientifiche in periodo di pace. Penso che le mie iniziative non siano state del tutto inutili, perché durante tutto il periodo di guerra le ricerche scientifiche non furono abbandonate. Neppure in sogno avrei potuto immaginare che un giorno, proprio per quelle mie iniziative, sarei stato esposto ad accuse così mostruose”.

Kurt Blome era un medico e un nazionalista. Nel 1938 fondò un’accademia di studi medici a Budapest. Alla sua inaugurazione parteciparono medici e scienziati provenienti da molte nazioni. Nessuno sollevò problemi sul percorso intrapreso dalla medicina sotto Hitler. Nel 1943, Blome divenne plenipotenziario al Consiglio della ricerca del Reich, nel settore delle ricerche sul cancro e la guerra biologica. Nel frattempo venne nominato professore alla facoltà di Medicina dell’Università di Berlino. Ossuto nei tratti, teso e nervoso, Blome si difese con orgoglio a Norimberga, rivendicando la bontà delle sue azioni. Un altro degli imputati, il dottor Karl Gebhardt doveva la sua ascesa ai vertici della medicina nazista al fatto che era cresciuto assieme a Heinrich Himmler. Nel 1937, a soli quarant’anni, era già ordinario all’Università di Berlino. I suoi esperimenti erano noti anche all’estero, tanto che il governo polacco in esilio lo condannò a morte. Fu poi la volta del dottor Gerhard Rose, corpulento, capelli bianchi, barba rasata. Il più illustre degli scienziati, un luminare delle malattie tropicali.

Gli accusati continuarono a succedersi al banco degli imputati. Rudolf Brandt, grassoccio, capelli rasati, miope, era il segretario di Himmler. Wolfram Sievers, la barba folta, lo sguardo penetrante, sembrava Rasputin. Hermann Becker-Freyseng si presentava come un ometto con le orecchie a sventola. Helmut Poppendick aveva il portamento dimesso, primario dell’ospedale di Virchow, specializzato in malattie ereditarie, e poi incaricato dalle SS al Servizio della razza. Karl Genzken, robusto, dai trati duri e decisi, era capo del Servizio di sanità delle SS. Joachim Mrugowsky, dallo sguardo altero, era capo dell’Istituto di igiene delle SS, incaricato fra le altre cose di provvedere al gas Zyklon B di Auschwitz.

Herta Obersheuser era l’unica donna fra gli imputati, esperta di malattie della pelle, cattolica. Waldemar Hoven, “il bel Waldemar”, mingherlino, responsabile medico nel campo di Buchenwald, fu uno dei medici più direttamente compromessi con gli esperimenti nei campi e con iniezioni selvaggie di fenolo. Wilhelm Beiglböck era lo specialista degli esperimenti sulla sopravvivenza in mare. Fritz Fischer, brandeburghese, sperimentò numerosi farmaci su esseri umani, e nel febbraio 1943 a Berlino tenne una conferenza sulle sue scoperte. Sigmund Ruff, magro, elegante, diede subito il suo appoggio agli esperimenti, e li condusse lui stesso a Dachau. Hans Romberg, come Ruff, si interessava di medicina dell’aviazione e ne divenne il collaboratore. August Weltz, massiccio e sportivo, era responsabile dell’Istituto per la medicina aeronautica a Monaco. Di Konrad Schäfer e Adolf Pokorny, il classico medico di Berlino colto, non si riuscì a provare la colpevolezza. Il generale medico Oskar Schröder, come Handloser, giustificò la sua partecipazione agli esperimenti sugli esseri umani. Viktor Brack, padre di sei figli, non era medico, ma il più alto responsabile politico e civile dell’eutanasia.

Gli investigatori degli Alleati percorsero tutta la Germania per trovare prove e documenti che incriminassero gli imputati. Ma i nazisti avevano accuratamente distrutto le prove Le installazioni sperimentali erano enclave all’interno dei campi di concentramento. E la leadership nazista era stata svelta anche nel liquidare i partecipanti alla ricerca medica. Molti medici scelsero il suicidio. Il processo fu presentato come quello ai “medici delle SS”. Nulla di più falso, seppure molto consolante. Tre degli imputati erano amministratori, solo sette dei medici accusati erano ufficiali delle SS, e quattro non erano neppure iscritti al Partito nazista. Essi differivano non solo politicamente, ma anche in termini di esperienza medica e di provenienza sociale. Diciassette erano di fede protestante, sei i cattolici. Soltanto tredici dei ventitré accusati avevano abiurato la religione cristiana, in ottemperanza all’ideologia nazionalsocialista. Dei venti medici accusati, quattro erano chirurghi (Karl Brandt, Fischer, Gebhardt e Rostock), tre dermatologi (Blome, Pokorny, Oberheuser), quattro batteriologi (Handloser, Mrugowsky, Rose e Schröder), uno internista (Beiglböck), uno radiologo (Weltz) e due medici generici (Genzken e Hoven).

Nessuno dei medici processati e impiccati a Norimberga provò rimorso per quello che aveva fatto. Rivendicarono invece la bontà e la legittimità delle loro azioni. Karl Brandt: “Sono un medico e in coscienza c’è la responsabilità verso gli esseri umani e la vita (…) Pensate che sia stato un piacere per me ricevere l’ordine di consentire l’eutanasia? Mi sono preoccupato di ogni bambino malato come se fosse il mio”. Handloser usò parole latine: “Scientiae, Humanitati, Patriae”. Per la scienza, l’umanità e la patria. Rostock: “Nella mia vita non ho mai lavorato per uno stato o un altro, né per un partito politico in Germania, ma solo per la scienza medica e i miei pazienti”. Schröder: “I miei occhi hanno sempre guardato a un solo scopo: aiutare e curare”. Gebhardt: “Ho sempre cercato di vedere ogni malattia come una condizione umana di sofferenza. Per me era importante che gli esperimenti avessero valore scientifico pratico per testare l’immunizzazione e proteggere migliaia di feriti e malati”. Mrugowsky: “La mia vita, la mia azione e i miei scopi erano puliti”. Poppendick: “Le moderne conquiste della scienza non possono essere raggiunte senza sacrifici. Sono convinto che gli esperimenti sugli esseri umani furono sforzi coscienti di scienziati seri per il bene dell’umanità”. Beigbloeck: “Gli esperimenti dovevano salvare vite umane”.

 Karl Brandt, Brack, Gebhard, Mrugowsky, Hoven, Sievers e Rudolf Brandt furono condannati a morte. Fischer, che aveva attuato gli esperimenti di Ravensbruck, Genzen, Handloser, Rose e Schröder, furono condannati all’ergastolo (amnistiati poco dopo). Becker-Freyseng e Oberheuser, anche loro medici a Ravensbruck, furono condannati a vent’anni. Beiglböck e Poppendick a dieci anni. Blome, Pokorny, Romberg, Rostock, Schäfer e Weltz uscirono dal tribunale da uomini liberi.

Quegli imputati erano ai vertici della medicina tedesca. E il paradosso è che la ricerca medica nazista toccò il suo culmine nel 1944, quando le sorti della Germania di Hitler erano segnate. Incentivi alla sperimentazione umana vennero garantiti anche a guerra persa. Molti dei medici processati a Norimberga provenivano dalla facoltà di Medicina di Berlino, che penò molto a liberarsi della fama di scuola dell’assassinio. L’Università di Berlino era implicata nel processo agli esperimenti di Ravensbruck. Quando venne pronunciata la condanna a morte per Karl Brandt, numerose personalità scientifiche insorsero a favore del medico di Hitler: i chirurghi Domrich e Sauerbruch, il patologo Robert Roesle, il farmacologo Heubner, il ginecologo Stoeckel e molti altri. Trovarono oltraggioso che un medico idealista e coscienzioso come Brandt potesse essere mandato al patibolo.

 C’era chi, come il dottor Joachim Mrugowsky, era stato l’allievo prediletto di Emil Abderhalden, il pioniere svizzero della biochimica che aveva studiato l’isolamento delle proteine durante la gravidanza. Dopo aver distribuito il gas Zyklon B ad Auschwitz in quanto responsabile dell’Istituto di igiene razziale, il dottor Mrugowsky si chiudeva nella sua biblioteca, per immergersi nei testi di Alexander von Humboldt e di Jakob Böhme. Nella mente di uno dei medici impiccati a Norimberga, il funzionamento delle camere a gas non era in disaccordo con il “Faust”. Tutto in nome del motto di Goethe: “Sich überwinden”. Superarsi.

 Tutti quei medici pensavano di fare del “bene”. Lo spiegò così a Norimberga il dottor Gerhard Rose, il massimo esperto tedesco di malattie tropicali che aveva sperimentato vaccini su esseri umani: “Le vittime del tifo di Buchenwald non hanno sofferto invano. Noi oggi possiamo contare le persone che sono state sacrificate, ma non possiamo sapere quanti individui devono la vita a questi esperimenti”. Come hanno potuto dei luminari della scienza e della medicina, titolari di cattedre, autori di ricerche straordinarie, tradire il giuramento di Ippocrate e distruggere così tante vite umane per sradicare la malattia e la sofferenza, per il “bene” dell’umanità e per il bene della medicina? Condannare non è sufficiente. Quei medici potevano rifiutarsi come altri fecero, non avevano ricevuto ordini, si erano offerti per compiere le selezioni, per scegliere il metodo di lavoro e per partecipare alle ricerche scientifiche. Più che mostruoso, non suona familiare?

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Karl Brandt

da https://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Brandt

Karl Brandt SS-Arzt.jpg
Karl Brandt in una foto del 1947, presa durante il Processo ai dottori
NascitaMülhausen, 8 gennaio 1904
MorteLandsberg am Lech, 2 giugno 1948 (44 anni)
Cause della mortecondanna a morte tramite impiccagione
Dati militari
Paese servitoGermania Germania nazista
Forza armataFlag of the SA (Sturmabteilung).svg Sturmabteilung
Flag of the Schutzstaffel.svg Schutzstaffel
Anni di servizio1933-1945
GradoSS-Gruppenführer
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diCommissario del Reich per la salute e l'assistenza sanitaria
Altre carichemedico accompagnatore personale di Adolf Hitler

Karl Brandt (Mülhausen, 8 gennaio 1904Landsberg am Lech, 2 giugno 1948) è stato un medico e generale tedesco delle Schutzstaffel, accompagnatore personale di Adolf Hitler e responsabile del programma nazista sull'eugenetica.

Biografia

Gioventù

Nato nel 1904 in Alsazia, a Mülhausen, quando il territorio era ancora tedesco, Brandt[1] veniva da una famiglia di medici di grande distinzione, ma non proveniente dall'Alsazia. Incominciò gli studi nel 1924, presso l'Università di Jena, e nel 1928, all'età di 24 anni, divenne un medico il cui primo impiego fu come assistente all'ospedale di Borgnannehoil[2], dove rimase per due anni. Qui effettuò il suo tirocinio col grande chirurgo tedesco Ferdinand Sauerbruch e, ancor prima dei trent'anni, stava già emergendo come un chirurgo dotato e un'autorità sulle lesioni alla testa e alla colonna vertebrale[3].

Giovane medico quando si iscrisse al partito nazista nel 1932, pose nel partito le proprie speranze di recupero della regione dell'Alsazia, che nel frattempo era ritornata sotto dominio dei francesi (nel 1919). Un ruolo molto importante sulla formazione del suo pensiero lo ebbe un alsaziano come lui, il Premio Nobel per la pace Albert Schweitzer, al cui lavoro come missionario in Africa non poté però unirsi per motivi politici e militari (la regione che sarebbe diventata la sua destinazione era la regione di Lambaréné, nel Gabon occidentale)[4]. Nello stesso anno fu presentato a Hitler dalla sua fidanzata, una campionessa tedesca di nuoto[5]

Dalle SS al duplice arresto

Si iscrisse sempre nello stesso anno anche alla Lega dei Medici Tedeschi Nazionalsocialisti (Nationalsozialistischer Deutscher Arztebund)[6]. Nel 1933 divenne un membro delle SA e nel 1934 divenne SS-Untersturmfürher delle SS.

Ancora nel 1934, all'età di soli 29 anni, divenne il medico accompagnatore personale del Führer (il medico personale di Hitler fu Theodor Morell). La contrapposizione tra i due fu sempre abbastanza accesa. Mentre infatti il medico ufficiale di Hitler, Morell, era considerato un ciarlatano[7], Karl Brandt fu la figura scientifica e il medico tradizionale del Reich. Dal 1939 fu Commissario del Reich per la Sanità. Nel 1943 divenne tenente generale delle Waffen-SS, mentre nel 1944 Brandt venne nominato Commissario per la Sanità e la Salute del Reich (Reichskommissar fur Sanitates und Gesundheitswesen), raggiungendo così uno dei più alti ranghi nella macchina statale nazista.

Fu l'uomo scelto da Hitler come iniziatore del Programma T4 (l'uccisione dei disabili tedeschi) e come sua autorità medica suprema[8]. Con queste autorità, fu coinvolto in ruoli di massima responsabilità nei tristemente famosi esperimenti "scientifici" su esseri umani, fra cui quello in cui egli stesso chiese al ReichsFührer, Heinrich Himmler, l'autorizzazione per effettuare le inoculazioni del virus dell'epatite epidemica in esseri umani. Insieme con Albert Speer, fu fra le persone più vicine al Führer.

Karl Brandt e Albert Speer non furono solo stretti amici, ma agirono anche per salvare l'uno la vita dell'altro[9]. Nel 1944, Brandt fece ricorso ai suoi enormi poteri in quanto Commissario Generale dei Servizi Medici e alle sue amicizie per salvare Speer, già malato, dal tentativo di omicidio architettato da Himmler, il quale si sentiva profondamente disturbato nella sua opera di ottundimento mentale sul Führer, appunto, da Speer stesso (il quale era intanto diventato ministro per l'Armamento e la Produzione di guerra del Reich).

In seguito, il 16 aprile 1945, Brandt fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, in quanto accusato di alto tradimento nei confronti del Führer, poiché, in vista della disfatta dell'esercito tedesco, aveva allontanato la propria famiglia da Berlino verso la linea del fronte americano, in modo da permettergli di arrendersi agli Alleati e di poter essere risparmiati sia dalle armate russe, sia dal suicidio di massa che i nazisti fedeli avevano in mente. Ma il 2 maggio fu rilasciato per ordine di Karl Dönitz. Infatti Speer, al quale aveva salvato la vita solo un anno prima, alla notizia dell'arresto dell'amico e collega, ebbe la premura di mobilitare varie persone per salvargli la vita[6].

Fortissima influenza sulla sua momentanea liberazione la ebbe Heinrich Himmler, il quale faceva da tempo parte, insieme con la stessa famiglia Brandt, della più ristretta cerchia intorno alla figura del Führer. Infatti Karl Brandt e sua moglie Anni entrarono a far parte nella cerchia in assoluto più vicina a Hitler, a Berchtesgaden, dove Hitler fece costruire la sua residenza privata conosciuta come il Berghof, nella quale erano ammessi oltre lui, solo i suoi più stretti compagni e collaboratori, tra cui Eva Braun, appunto Heinrich Himmler, Albert Speer e sua moglie Margarete Speer, il dottor Theodor Morell, Martin Bormann, e pochi altri. La sua libertà in ogni caso non durò per molto. Infatti il 23 maggio 1945 fu infine arrestato dagli inglesi.

Carriera

Karl Brandt dunque sin da giovane si approcciò pienamente al regime Nazionalsocialista che aveva in Hitler la figura ovviamente centrale. Brandt intraprese quello che molti pensano di definire un rapporto di figlio adottivo con lo stesso Führer[6]. Dopo essere entrato nel corpo delle SS e delle SA, e diventato medico accompagnatore del Führer, ottenne una serie di incarichi e oneri sempre più fondamentali in quello che sfociò nell'attuazione del programma T4.

Verso la fine del 1938, alla Cancelleria del Führer pervenne una richiesta molto importante. Hitler ordinò a Brandt di recarsi alla clinica dell'Università di Lipsia dove un bambino di nome Knauer era stato ricoverato, in seguito alla richiesta da parte dei genitori dello stesso, con l'intenzione di potergli concedere una morte pietosa (Gnadentod, letteralmente la morte ricevuta per grazia)[10], a causa delle sue condizioni. Nonostante la rapida mitologizzazione subita dalle condizioni di questo bambino, Brandt riferì l'immagine che il bambino fosse nato cieco e mancante di una gamba e di parte di un braccio, oltre che affetto da una forma di idiozia, non come invece riportò Hans Hefelmann, mancante di ben tre arti.[11] Il compito di Brandt fu dunque quello di accertare che le informazioni che vennero fornite dai genitori, fossero risultate corrette e coerenti con le condizioni del paziente, e per consultarvisi con i medici locali. Il medico con cui Brandt ebbe modo di parlare fu proprio Werner Catel[12], direttore della Clinica Pediatrica di Lipsia, che avrebbe assunto un ruolo fondamentale nel progetto.

Brandt ricevette prima della partenza l'ordine speciale da parte del Führer di autorizzare i medici a concedere l'eutanasia, nel qual caso le condizioni del bambino fossero state davvero gravi come affermato dai genitori, garantendo una totale copertura da qualsiasi procedimento legale nel quale avrebbero potuto essere coinvolti. Era dunque Hitler a patrocinare totalmente tale iniziativa. Tornato a Berlino dopo questa prima esperienza, Brandt fu autorizzato da Hitler, che non voleva essere identificato pubblicamente col progetto, a comportarsi secondo le prime direttive in tutti i casi simili che gli si sarebbero presentati. Con una lettera inviata direttamente dal Führer e indirizzata ai reggenti dell'operazione, quindi Brandt e Bouhler, verso metà ottobre 1939, e retrodatata successivamente il 1º settembre dello stesso anno in concomitanza con lo scoppio della seconda guerra mondiale[13], ebbe ufficialmente inizio il programma T4, in accordo con la deposizione lasciata dallo stesso Brandt.

«Al capo della Cancelleria e del Reich Bouhler e al dottor Brandt, viene affidata la responsabilità di espandere l'autorità dei medici, i quali devono essere designati per nome, perché ai pazienti considerati incurabili secondo il miglior giudizio umano disponibile (menschlichem Ermessen) del loro stato di salute possa essere concessa una morte pietosa.[14][15]»

Karl Brandt e Philip Bouhler (Capo della Cancelleria di Hitler), non erano inizialmente i vertici del programma, le cui redini erano state affidate a Leonardo Conti (subentrato dopo la morte di Gerhard Wagner), che in quanto ministro della Sanità e capo sanitario del Reich, era la persona più giusta per gestirlo[8], e Lammers. Nel frattempo emerse anche la Werner Heyde, il quale nelle veci di rappresentante di Brandt, diresse il programma, ed ebbe Paul Nitsche come assistente che infine lo sostituì[16]. Rappresentanti della burocrazia del programma invece insieme con Bouhler e Brandt, furono anche il dottor Herbert Linden[16][17], ministero della Sanità e il dottor Ernst Robert von Grawitz, comandante medico delle SS, i quali si diedero da fare nella scelta di medici per ruoli direttivi[16]. I quattro sopraintendevano dunque alla selezione degli attuatori del programma, coloro che avevano il compito di uccidere faccia a faccia le proprie vittime, i quali venivano scelti secondo il criterio della fedeltà al regime, il riconoscimento di cui godevano nella loro professione, o la simpatia verso il programma stesso.[16] A queste prime riunioni Brandt fu introdotto col ruolo di direttore medico del progetto. In queste riunioni però non fu mai stesa, per poi essere approvata, una proposta di legge che rendesse il tutto ufficiale e legale, ma l'autorizzazione concessa ai due, Brandt e Bouhler, nel decreto di Hitler fu sempre considerata come equivalente a una legge.[18]

Ma Brandt e Bouhler si mossero rapidamente per approntare i piani che avrebbero esteso il programma di eutanasia infantile anche alla popolazione adulta. Nel 1939, a luglio, convocarono un incontro al quale parteciparono Leonardo Conti e Werner Heyde, allo scopo di discutere della creazione di un registro nazionale di tutti gli ospedalizzati affetti da malattie mentali o fisiche. Agli inizi del 1940, a Brandeburgo, ex carcere, si tenne la prima sperimentazione dell'utilizzo delle camere a gas[19]. Si decise di effettuare un test comparativo, in modo da definire quale metodo fosse il migliore per l'eutanasia dei pazienti, tra l'iniezione letale o la morte per avvelenamento da monossido di carbonio. Fu in quest'occasione, che lo stesso Brandt chiese che venisse eseguito l'esperimento, e insieme con Leonard Conti, ebbe a cura di eseguire personalmente la somministrazione delle iniezioni. Fu un gesto simbolico, probabilmente per ribadire l'importanza che il carattere medico fosse alla base di tutta l'operazione.[20]

Infatti come ebbe modo di dire Brandt a esperimento compiuto, solo dei medici dovrebbero eseguire le gassificazioni[21]. Inizialmente infatti, al primo suggerimento da parte di Heyde di utilizzare in alternativa alle iniezioni di narcotici, il monossido di carbonio, Brandt si oppose in quanto disse questa intera questione poteva essere considerata solo da un punto di vista medico, nella mia immaginazione medica il monossido di carbonio non aveva mai svolto una parte. Ma ebbe modo di potere cambiare idea quando gli venne in mente un'esperienza personale di avvelenamento da monossido nel quale perse conoscenza senza sentire nulla, e si rese conto che quello era la forma di morte più umana.[21]

«Questo è solo un esempio quando si fanno progressi importanti nella storia medica. Ci sono casi di un'operazione che in principio viene guardata con disprezzo, ma che in seguito viene imparata ed eseguita. Qui il compito richiesto dall'autorità di Stato si aggiunse alla concezione medica di questo problema, e fu necessario trovare con buona coscienza un metodo di base che potesse rendere giustizia ad entrambi questi elementi.[22]»

Quando i primi funzionari ecclesiastici incominciarono a opporsi apertamente al programma di eutanasia nazista, Brandt fu il primo a intrattenere un rapporto stretto e amichevole con uno tra i principali oppositori, il reverendo Fritz von Bodelschwingh[23]. A quanto pare da una comunicazione radiofonica della BBC, nel quale lo stesso reverendo riferiva Non si può presentare il professore Brandt come un criminale, bensì piuttosto come un idealista”, Brandt ebbe un certo ruolo importante nel risparmiare i pazienti di Bodelschwingh[24]. Dopo la morte del reverendo, addirittura il suo successore ne espose le opinioni in un affidavit a favore di Brandt, durante il processo di Norimberga, nel tentativo di salvarlo dalla pena di morte. Il reverendo infatti era fermamente convinto dell'impegno di Brandt nello sforzarsi più di altri a limitare l'applicazione del progetto a casi in cui una vita era completamente finita, e che egli fosse motivato non da brutalità, ma da un certo idealismo, intrinseco alla sua concezione di vita[25].

La propaganda nazista per inculcare l'idea dell'eutanasia nelle menti del popolo fu vasta e si attuò in molti campi, a partire dalla proiezione cinematografica. Diversi film furono girati dal 1935 in poi. Uno in particolare fra questi (Ich Klage an, in italiano Io accuso del 1941) fu unico per il fatto di trattare specificatamente dell'uccisione medica, anche se in toni specificatamente mistificati e romanzati, ed ebbe origine proprio da un suggerimento di Karl Brandt stesso[26], per convincere l'opinione pubblica tedesca ad accettare l'idea dell'eutanasia.

Ma nello stesso agosto del 1941, intorno al 24 agosto, su direttiva del Führer, il quale ricevette il consiglio da Heinrich Himmler dopo l'attacco subito dal regime e dal programma da parte del vescovo Clemens von Galen, Brandt ebbe l'ordine verbale di dare un termine all'operazione T4, o almeno di temporeggiare. Ma ciò non fu che una manovra di mistificazione burocratica.[27] Il 28 luglio 1942, Brandt fu nominato Commissario generale del Führer per i servizi Medici e di Salute, e ottenne l'incarico sotto il diretto controllo di Hitler, di Plenipotenziario per la Salute e i Servizi Medici[28].

Il processo

François Bayle, uno psicologo francese che lo intervistò ripetutamente al tempo del processo di Norimberga, lo descrisse così:

«Personalità ricca, vigorosa, ma indisciplinata, pugnace e infantile reso vulnerabile dalla sua ambizione e dal suo orgoglio. In possesso di un'intelligenza vivida, ma di poca chiarezza logica e di molta immaginazione, la quale può facilmente essere influenzata e sviata. Anche il suo carattere poteva essere influenzato, con la stessa facilità.»

(I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 159)

L'insistenza di Bayle sulla combinazione di intensa ambizione e di vulnerabilità a influenze esterne ben si accorda con lo straordinario attaccamento di Brandt a Hitler.

Fu processato dal 9 dicembre 1946 al 19 agosto 1947 con altri ventidue dottori al Palazzo di Giustizia di Norimberga (si veda: processo di Norimberga). Il processo è conosciuto agli atti con il titolo United States of America vs. Karl Brandt et al., ma è comunemente chiamato il Processo ai dottori. La Corte era composta dai seguenti giudici:

1) Presidente Walter B. Beals, Giudice Supremo della Corte suprema dello Stato di Washington;
2) Giudice Harold L. Sebring, Giudice della Corte suprema dello Stato della Florida;
3) Giudice Johnson Tal Crawford, Giudice del tribunale distrettuale di Ada (Oklahoma);
4) Giudice sostituto Victor C. Swearingen, Capo dell'Ufficio per i crimini di guerra presso il Pentagono.

Brandt, insieme con gli altri imputati di questo processo fu accusato di:

1) avere congiurato e essersi accordato illegalmente, intenzionalmente e consapevolmente per commettere, in base a un piano comune, crimini di guerra e crimini contro l'umanità come quelli definiti nella legge n. 10 del Comitato di controllo.
2-3) dal settembre del 1939 fino all'aprile 1945 tutti gli imputati sono accusati di essere mandanti, complici, istigatori, favoreggiatori, di aver dato il consenso e di essere implicati in progetti e imprese che prevedevano esperimenti medici senza il consenso dei soggetti da esperimento, commettendo nel corso di questi esperimenti omicidi, violenze, atrocità, torture, crudeltà e altre azioni disumane.
4) il quarto punto della denuncia accusa gli imputati di aver fatto parte di un'organizzazione che è stata riconosciuta come criminale dal Tribunale Militare Internazionale, in quanto appartenenti alle SS.[29]

Sentenza

Karl Brandt fu riconosciuto colpevole di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e appartenenza a un'organizzazione dichiarata criminale dal Tribunale militare internazionale e condannato a morte tramite impiccagione (Sentenza del Tribunale militare americano n. 1 Norimberga, 20 agosto 1947).

Note

Per gli estremi completi delle opere citate vedi alla sezione Bibliografia.

  1. ^ Non aveva alcun rapporto di parentela con l'altro criminale nazista Rudolf Brandt operante negli stessi anni.
  2. ^ Copia archiviata, su nuremberg.law.harvard.edu. URL consultato il 13 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2007)., pag 6, Final-Statements on behalf of Professor Dr. med. Karl Brandt before Military Tribunal I in Nurenberg
  3. ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton pag 157
  4. ^ I Medici Nazisti, robert Jay Lifton pag 157
  5. ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 157

  1. I Medici Nazisti, robert Jay Lifton pag 103
  2. ^ Deposizione Brandt (traduzione dall'inglese), Norimberga, 1º ottobre 1945 (Archivi nazionali)
  3. ^ I Medici Nazisti, robert Jay Lifton pag 127
  4. ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton pag 159
  5. ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 159
  6. ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 73
  7. ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 133
  8. ^ «il Giornale», 5 maggio 2007
  9. ^ Final-Statements on behalf of Professor Dr. med. Karl Brandt before Military Tribunal I in Nurenberg, pag 3

[1]

Bibliografia

  • Schmidt, Ulf: Karl Brandt - The Nazi Doctor: Medicine and Power in the Third Reich. Londra, HAMBLEDON & LONDON 2002
  • Lifton, Robert Jay: I medici nazisti - Uccisione medica e psicologia del genocidio. Milano, Biblioteca Universale Rizzoli (BUR), 2003. ISBN 88-17-10103-6.
  • I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 158
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton 1985, pag 158, con nota a pagina 181

  • I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 92
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 158, nota
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton pag. 78
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton pag 76
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 76
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 91
  • ^ I Medici Nazisti, robert Jay Lifton pag 91
  • ^ In seguito Brandt affermò che Hitler sostituì l'espressione miglior giudizio umano disponibile con possibilità quasi certa I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton pag 91 nota

  • I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 93
  • ^ I Medici Nazisti, robert Jay Lifton pag 78, nota
  • ^ fu però presa in considerazione l'idea di fare una legge che legittimasse l'operazione, e ne furono stesi almeno due abbozzi
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton, pag 101
  • ^ I Medici Nazisti, Robert Jay Lifton pag 102        
  • Tuesday, June 15, 2021

    Elenco dei materiali delle lame_per spade e pugnali da cerimonia

    del Dr. X -M.G.O.-


    I materiali della lama sono gli acciai usati per realizzare la lama di un coltello o di un altro semplice strumento o arma a mano, come un machete, un’accetta o una spada.
    La lama di un coltello può essere realizzata con una varietà di materiali metallici o nei tempi moderni con materiali compositi utilizzando ceramiche e plastiche ma per specifiche aree dilavoro come per i coltelli da cucina.


    Per i coltelli custom e industriali e soprattutto per le spade e i pugnali da cerimonia, l’acciaio rimane il materiale utilizzato e per questo è importante conoscerne le caratteristiche finali per ottenere il manufatto con il materiale più adatto per il suo impiego o per aiutare uno studioso in campo esoterico che vuole realizzare una spada, coltello, o pugnale da cerimonia che sia nella scelta corretta e migliore.


    I più comuni sono acciaio:


    al carbonio , inossidabile , per utensili e legato.


    Altri materiali meno comuni utilizzati nelle lame dei coltelli includono: leghe di cobalto e titanio , ceramica , ossidiana e plastica .
    La durezza dell’acciaio viene solitamente indicata come un numero sulla scala Rockwell C (HRC) .

    La scala Rockwell è una scala di durezza basata sulla resistenza all’indentazione di un materiale, a differenza di altre scale come la scala di Mohs (resistenza ai graffi) utilizzata in mineralogia.
    Con l’aumentare della durezza, la lama diventa in grado di prendere e trattenere un filo migliore, ma è più difficile da affilare e più fragile (comunemente chiamato meno “duro”).

    La laminazione di un acciaio più duro tra uno più morbido è un processo costoso che in una certa misura offre i vantaggi di entrambi i tipi (vedi acciaio di Damasco).

    Acciaio


    L’acciaio è una lega ferrosa composta principalmente da ferro e carbonio, quest’ultimo in percentuale non superiore al 2,06%.
    Oltre tale limite, le proprietà del materiale cambiano e la lega assume la denominazione di ghisa.


    Acciai legati



    5160, un acciaio per molle . Acciaio popolare per forgiare spade e grandi coltelli. Elevata tenacità e buona resistenza all’usura. I produttori di spade popolari che utilizzano l’acciaio
    per molle 5160 sono Hanwei Forge e Generation 2. L’acciaio per molle 5160 viene utilizzato principalmente su spade di tipo medievale.
    6150, una lega di cromo-vanadio. Simile al 4140, il 6150 è un acciaio resistente con una buona resistenza agli urti che può essere temprato a metà degli anni ’50 sulla scala HRC.
    Sebbene sia un buon materiale per spade o accette, è tutt’altro che ideale per la maggior parte dei coltelli a causa della sua limitata durezza raggiungibile. Tollera un controllo
    della temperatura non ideale nella forgiatura e nel trattamento termico (come 5160). Probabilmente non regge un tagliente così come 1095, ma è resistente e facile da affilare.
    V-toku1 / V-toku2, acciaio legato con le caratteristiche originali di W / Cr.


    Gradi di acciaio per utensili utilizzati nelle posate: A, D, O, M, T, S, L, W. Vedi anche gradi di acciaio per utensili AISI .


    I seguenti sono acciai per utensili, che sono acciai legati comunemente usati per produrre utensili da taglio temprati:

    A2, un acciaio che scambia la resistenza all’usura con la tenacità. Viene utilizzato in coltelli da combattimento su misura da produttori come Phill Hartsfield , Rob Criswell, Mike
    Snody e John Fitzen (Razor Edge US) e uno degli ultimi a standardizzare i suoi coltelli da campo / sopravvivenza in acciaio per utensili A2 è Aaron Gough di Gough custom , Canada.
    A2 era l’acciaio di riferimento standard utilizzato dai coltelli personalizzati Bark River. A2 è utilizzato come acciaio per utensili standard per la gamma di coltelli da caccia Black Wolf Knives di Marc Godwin, Giappone
    A3, (Nessuna descrizione disponibile)
    A4, (Nessuna descrizione disponibile)
    A5, (Nessuna descrizione disponibile)
    A6, questo tipo di acciaio per utensili si indurisce in aria a una temperatura relativamente bassa (circa la stessa temperatura dei gradi di tempra in olio) ed è dimensionalmente stabile. Pertanto, è comunemente usato per stampi, strumenti di formatura e calibri che non richiedono un’estrema resistenza all’usura ma richiedono un’elevata stabilità.
    A7, (Nessuna descrizione disponibile)
    A8, C 0,55% Mn .30% Si .30% Cr 5,00% Mo 1,25% W 1,25%
    A9, (Nessuna descrizione disponibile)
    A10, questo grado contiene una distribuzione uniforme di particelle di grafite per aumentare la lavorabilità e fornire proprietà auto lubrificanti. È comunemente usato per calibri, perni, cesoie e punzoni.
    D2, è un acciaio per stampi ad alto tenore di carbonio e ad alto contenuto di cromo ed è lo strumento in lega di carbonio più alto e l’acciaio per stampi tipicamente utilizzato nella produzione di coltelli. Con un contenuto di cromo del 12,00%, alcuni lo definiscono un “semi-inossidabile”, per la mancanza di cromo libero in soluzione, anche se è definito da ASM e ANSI come inossidabile che contiene almeno l’11,5% in peso di cromo. Merita il mito informale: “I coltelli D2 tengono un filo per sempre e sono impossibili da affilare”.
    Sebbene non sia resistente come gli acciai al carbonio premium, è molto più resistente degli acciai inossidabili premium. Le lame dei coltelli D2 furono rese popolari da Jimmy Lile e in seguito da Bob Dozier.
    O1 , un popolare acciaio forgiato. Buona resistenza all’usura ed eccellente ritenzione del tagliente. Molto resistente, ma non tanto quanto 5160. È più comunemente usato da Randall Knives , Mad Dog Knives e molti altri produttori di coltelli personalizzati.
    M2 , è leggermente più duro di D-2. Essendo un acciaio per utensili ad alta velocità, è in grado di mantenere un tagliente temprato ad alte temperature generate in vari processi di lavorazione. Tuttavia, non è utilizzato così ampiamente nei coltelli di produzione di fabbrica, poiché CPM M4 è diventato più popolare. I produttori di coltelli personalizzati lo usano ancora per coltelli destinati al taglio fine con bordi molto sottili.
    M4, vedere CPM REX M4 ad alta velocità.
    T1 (Nessuna descrizione disponibile)
    T2 (Nessuna descrizione disponibile)
    S1, un acciaio per utensili in acciaio al carbonio medio resistente agli urti che combina una durezza moderata con una buona resistenza agli urti. Contenuto di carbonio .40 – .55%.
    S7, un acciaio per utensili al carbonio medio resistente agli urti, con eccezionale tenacità ed elevata resistenza, oltre a una media resistenza all’usura. Ha la massima resistenza
    agli urti e un’elevata resistenza alla compressione, che gli conferiscono una buona resistenza alla deformazione durante l’uso, pur mantenendo una buona tenacità.
    W1, un acciaio per utensili indurente in acqua. Alto contenuto di carbonio.
    W2, un acciaio per utensili che tiene il filo abbastanza bene ma non molto resistente. Ha un contenuto di carbonio di 1,5. Il W2 più facilmente disponibile ha un contenuto di carbonio non superiore all’1-1,1%. Può essere lasciato ad alti livelli di durezza (può raggiungere una durezza spenta di 67 Rc) ed essere ancora abbastanza duro specialmente nei coltelli più grandi con spine più spesse poiché il nucleo della parte spessa della lama non raggiunge la durezza completa a causa della profondità natura indurente dell’acciaio. Bill Moran lo considerava duro quasi quanto il 5160, ma per un certo periodo non fu disponibile. Il W2 è uno degli acciai al carbonio che può produrre un bel Hamon nel trattamento termico.
    SK3, SK4, SK5 – Acciai al carbonio giapponesi. SK sta per “Steel Kougu” che significa “Steel Tool”. Il numero più basso indica meno impurità.
    Acciaio per utensili CPM Acciaio per utensili CPM Crucible Industries produce acciai per utensili Crucible Particle Metallurgy (CPM) utilizzando un processo di forgiatura di metalli in polvere.
    CPM 1V, un acciaio brevettato, tenacità molto elevata, molte volte superiore all’A2 con lo stesso livello di resistenza all’usura.
    CPM 3V, un acciaio proprietario, tenacità molto elevata, inferiore a CPM 1V, ma superiore a A2, ed elevata resistenza all’usura, migliore di CPM 1V. Utilizzato da diversi produttori e fabbriche di coltelli personalizzati, tra cui Jerry Hossom, Mike Stewart [Bark River], Reese Weiland, Nathan Carothers e Dan Keffeler. Ottima scelta per spade e coltelli grandi.
    CPM 4V, un acciaio brevettato, tenacità ad alto impatto e ottima resistenza all’usura. Guadagnando popolarità nei coltelli da taglio da competizione Bladesports.
    CPM 9V, una modifica di CPM 10V con carbonio e vanadio inferiori per migliorare la tenacità e la resistenza al controllo termico.
    CPM 10V (AISI A11), acciaio per utensili altamente resistente all’usura, tenacità paragonabile all’acciaio per utensili D2. Attualmente utilizzato da alcuni produttori di coltelli personalizzati, tra cui Christopher “Big Chris” Berry. Phil Wilson ha aperto la strada all’uso del CPM 10V e di numerosi altri acciai CPM nei coltelli sportivi.
    CPM 15V, un acciaio brevettato, acciaio per utensili estremamente resistente all’usura, grazie al contenuto di vanadio del 14,5%. Trovato solo in coltelli personalizzati.
    CPM CRU-WEAR, un acciaio brevettato progettato come aggiornamento CPM degli acciai Cru-Wear e D2 convenzionali, offre una migliore resistenza all’usura, tenacità e durezza.
    L’acciaio al cromo fa parte di una classe di acciai non inossidabili utilizzati per applicazioni quali cuscinetti, utensili e trapani.
    Acciaio AISI 52100, cuscinetti a sfera. In termini di resistenza all’usura, un po ‘migliore di quella dell’acciaio O1, tuttavia 52100 è anche più resistente. Ha carburi molto fini, che si traducono in un’elevata stabilità del tagliente. Utilizzati da molti produttori personalizzati, i coltelli Swamp Rat utilizzano acciaio 52100 con il nome SR101. Indicato anche come 100 Cr 6/102 Cr6 secondo la nomenclatura ISO e conforme al grado BS En31.
    SUJ2, equivalente giapponese all’acciaio AISI 52100.

    DIN 5401


    Acciai semi inossidabili


    Acciai che non rientrano nella categoria degli inossidabili perché potrebbero non avere abbastanza di un determinato elemento, come il cromo.


    V-Gin1, un acciaio a grana fine con Mo, V per il miglior effetto di Cr.
    V-Gin2, viene aggiunto più Cr per una migliore resistenza alla corrosione.
    V-Gin3B, viene aggiunto più Cr per una migliore resistenza alla corrosione.
    L’acciaio inossidabile è una classe di materiale popolare per le lame dei coltelli perché resiste alla corrosione ed è di facile manutenzione.
    Tuttavia, non è impermeabile alla corrosione o alla ruggine.
    Affinché un acciaio sia considerato inossidabile deve avere un contenuto di cromo di almeno il 10,5%.


    Acciai 154CM / ATS-34


    Questi due acciai sono praticamente identici nella composizione. Sono stati introdotti nei coltelli personalizzati da Bob Loveless intorno al 1972.
    154CM è prodotto da Crucible Industries. È ampiamente utilizzato da Benchmade Knife Company e molti altri.
    CPM 154 è identico a 154CM nella composizione, tuttavia è prodotto da Crucible utilizzando il processo CPM, offrendo tutti i vantaggi della tecnologia Particle Metallurgy.
    ATS-34 è prodotto da Hitachi Metals.
    Gli ultimi due sono considerati acciai per posate premium sia per i coltelli pieghevoli che per le lame fisse.


    Serie 300


    Acciaio inossidabile americano prodotto da Allegheny Technologies, North American Stainless e Crucible Industries .


    Poiché la serie 300 non è temprabile (non martensitica), vengono utilizzati principalmente nei coltelli da immersione entry level e utilizzati come strati esterni in una lama San Mai.


    La serie 300 è amagnetica.


    302 è una lega austenitica al cromo-nichel utilizzata per frullatori e miscelatori.
    303 è un acciaio inossidabile austenitico specificamente progettato per mostrare una migliore lavorabilità.
    303 SE è un acciaio austenitico al cromo-nichel a cui è stato aggiunto selenio per migliorare la lavorabilità e le caratteristiche di non usura.
    304L è un acciaio austenitico al cromo-nichel a basso tenore di carbonio progettato per applicazioni speciali.
    316L è un acciaio austenitico al cromo-nichel a basso tenore di carbonio con qualità superiori di resistenza alla corrosione e al calore.
    321 è un acciaio austenitico al cromo-nichel con un alto contenuto di cromo del 18,00%.


    Serie 400


    La serie 400 rimane una delle scelte più apprezzate dai coltellinai perché è facile da affilare ed è resistente alla corrosione.


    La serie 400 è magnetica.


    410 è un acciaio inossidabile al cromo diritto temprabile che combina una resistenza all’usura superiore con un’eccellente resistenza alla corrosione.
    416 è molto simile a 410 con l’aggiunta di zolfo per migliorare la lavorabilità.
    420 ha più carbonio di 410, ma meno di 440. Come tale, è più morbido di 440, ma ha una maggiore tenacità.
    La serie 420 contiene diversi tipi con vari contenuti di carbonio tra lo 0,15% e lo 0,40%.
    Questo tipo di acciaio è ampiamente utilizzato per realizzare lame di rasoio di fascia alta, bisturi chirurgici, ecc.
    Ottiene circa 57 HRC dopo un trattamento termico adeguato.
    420HC (420C) è un acciaio inossidabile 420 a più alto contenuto di carbonio. L’HC sta per “alto tenore di carbonio” e può essere portato a una durezza maggiore del normale 420 e non dovrebbe essere scambiato per esso.
    Buck Knives e Gerber Knives utilizzano ampiamente 420HC. 420A (420J1) e 420B (420J2) sono acciai inossidabili economici e altamente resistenti alla corrosione.
    I produttori di coltelli utilizzano questo materiale nei coltelli economici, anche nei coltelli da sub a causa della sua elevata resistenza alla corrosione.
    La serie 440 ha tre tipi: 440A, 440B e 440C.
    440A è un acciaio inossidabile relativamente economico e altamente resistente alla corrosione.
    In Cina, Ahonest ChangJiang Stainless Steel ha sviluppato 7Cr17MoV, un 440A modificato, aggiungendo più vanadio .
    440B è quasi identico a 440A, ma ha un intervallo di contenuto di carbonio più elevato rispetto a 440A.
    440C è considerato un acciaio inossidabile di fascia alta.
    È molto resistente alla corrosione ed è una delle leghe inossidabili più comuni utilizzate per la produzione di coltelli.
    Il modello 110 Folding Hunter, un tempo onnipresente, era fatto di 440C prima del 1981. 440C ha il più alto contenuto di carbonio nel gruppo 440.

    Böhler n695 è equivalente a 440C.


    Tipicamente si può presumere che le lame dei coltelli specificate come “440” siano del grado 440A di durezza inferiore.


    Serie AUS

    La serie AUS in acciaio inossidabile è prodotta da Aichi Steel Corporation of Japan.
    Si differenziano dalla serie AISI 4xx perché hanno aggiunto vanadio .
    Il vanadio migliora la resistenza all’usura, la tenacità e la facilità di affilatura.
    Nel nome della lega la “A” aggiunta indica che la lega è stata ricotta .
    AUS-6 (6A) è paragonabile a 440A con un contenuto di carbonio vicino allo 0,65%. È un acciaio a basso costo, con una resistenza all’usura leggermente superiore rispetto al 420J.
    AUS-8 (8A) è paragonabile a 440B con un contenuto di carbonio vicino allo 0,75%. AUS-8 viene spesso utilizzato al posto di 440C. I coltelli SOG utilizzano ampiamente AUS-8.
    AUS-10 (10A) è paragonabile a 440C con un contenuto di carbonio vicino all’1,10%. È leggermente più resistente di 440C.


    Serie CPM SxxV


    Le serie SxxV sono acciai inossidabili Crucible Industries prodotti utilizzando il processo CPM.
    CPM S30V , all’estremità inferiore degli acciai SxxV, ha un contenuto di carbonio dell’1,45%. Tuttavia, l’S30V è ancora considerato una scelta migliore per la produzione di coltelli. CPM S30V è utilizzato in un’ampia gamma di coltelli ZT .
    CPM S35VN è un acciaio inossidabile martensitico progettato per offrire una maggiore tenacità rispetto al CPM S30V. È anche più facile da lavorare e lucidare rispetto al CPM S30V. È utilizzato in molti coltelli da cucina di fascia alta, compresi quelli di New West Knifemakers.
    CPM S60V (ex CPM T440V) (fuori produzione), molto ricco di vanadio. CPM S60V ha un contenuto di carbonio del 2,15%. Era un acciaio raro, ma sia Spyderco che Kershaw Knives offrivano coltelli di questo acciaio, Boker offre ancora cartelle realizzate con CPM S60V.
    CPM S90V (precedentemente CPM T420V) ha meno cromo di S60V, ma ha quasi il doppio di vanadio. Anche il contenuto di carbonio di S90V è più alto, intorno al 2,30%.
    CPM S110V ha una maggiore resistenza alla corrosione rispetto a S90V e una resistenza all’usura leggermente migliore. L’ulteriore resistenza alla corrosione pur mantenendo tutti i vantaggi di S90V rende questo acciaio estremamente desiderato per le posate da cucina.
    CPM S125V, le informazioni online non sono disponibili a partire da agosto 2014, contattare le vendite di Crucible Industries per informazioni. Contiene 3,25% di carbonio, 14% di cromo e 12% di vanadio, oltre ad altri elementi in lega. Resistenza all’usura eccezionalmente elevata, che rende difficile la lavorazione e la lavorazione per i coltellinai.Inizialmente utilizzato solo in coltelli personalizzati, è stato utilizzato da produttori più grandi più recentemente in quantità molto limitate.


    Serie VG Acciai inossidabili giapponesi, prodotti da Takefu Special Steel.


    VG-1 , acciaio inossidabile Takefu. Acciaio popolare nei coltelli da cucina giapponesi.
    VG-2, lama in acciaio inossidabile Mo al carbonio medio.
    VG-5, l’effetto sinergico di Mo e V rende il carburo più fine.
    VG-7 / VG-8W, rinforza il substrato e migliora le prestazioni di tempra. VG-10 (B / N) , acciaio inossidabile Takefu, composizione simile a VG-1 ma contiene anche cobalto e vanadio. Buona resistenza all’usura e alla ruggine.
    San-mai, un acciaio composito utilizzato per realizzare coltelli di alta gamma. Il nucleo è VG-1 e gli strati esterni sono 420j per una buona resistenza alla ruggine.
    A causa del piccolo contenuto di vanadio, VG-10 ha un contenuto di grana più fine rispetto a VG-1.
    Il cobalto e il nichel migliorano la tenacità.
    Nel complesso, ha una migliore stabilità dei bordi rispetto a VG-1. VG-10 è ampiamente utilizzato nei coltelli da cucina giapponesi, diversi produttori lo utilizzano in varie cartelle e
    coltelli a lama fissa, tra cui Spyderco, Cold Steel e Fallkniven .


    Serie CTS Acciai inossidabili americani prodotti da Carpenter Technology utilizzando la tecnologia vacuum-melt.


    CTS-BD1, acciaio al cromo ad alto tenore di carbonio che fornisce proprietà inossidabile con elevata durezza ed eccellente resistenza all’usura.
    CTS-20 (CV), offre una ritenzione del bordo e una finitura superficiale superiori, la possibilità di essere lavorati fino a ottenere un bordo sottile e una trattabilità termica costante da lotto a lotto.
    CTS-BD30P
    CTS-40C (CP), un acciaio inossidabile al cromo ad alto tenore di carbonio con metallurgia delle polveri progettato per fornire proprietà inossidabile con la massima durezza.
    CTS-TMT, un acciaio inossidabile martensitico temprabile che combina una migliore resistenza alla corrosione rispetto all’acciaio inossidabile Tipo 410 con una durezza fino a 53 HRC e una migliore formabilità oltre 17Cr-4Ni.
    CTS-XHP, una lega di metallurgia delle polveri, tempra in aria, ad alto tenore di carbonio, alto contenuto di cromo, resistente alla corrosione. Può essere considerato un acciaio inossidabile 440C ad alta durezza o un acciaio per utensili D2 resistente alla corrosione.


    Serie CrMo / CrMoV
    Acciai inossidabili cinesi e americani; i produttori sono sconosciuti ad eccezione del 14-4CrMo che è prodotto da Latrobe Specialty Metals. (I seguenti sono ordinati in base al primo numero.)


    14-4CrMo, prodotto da Latrobe Specialty Metals. Un acciaio inossidabile per utensili martensitico resistente all’usura che presenta una migliore resistenza alla corrosione rispetto all’acciaio inossidabile 440C.
    2Cr13, appartiene alla serie 420, molto semplice. EN 1.4021 / DIN X20Cr13, ampiamente utilizzato in utensili da taglio economici, 50HRC max dopo il trattamento termico.
    3Cr13, nella serie di grado 420, contiene 420A 420B 420C 420D. L’acciaio 3Cr13 è 420B, EN 1.4028 / DIN X30Cr13, 52HRC Circa dopo il trattamento termico.
    3Cr13MoV, ottenuto aggiungendo più elementi molibdeno e vanadio alla formula 420J2-3Cr13.
    4Cr13, EN 1.4034 / DIN X46Cr13, acciaio inossidabile 420C, ottiene circa 55-57HRC.
    4Cr13Mo, EN 1.4419 / DIN X38CrMo14, sviluppato sulla base di GB 4Cr13 / DIN X46Cr13 aggiungendo molibdeno.
    4Cr14MoV, EN 1.4117 / DIN X38CrMoV15, abbastanza buono per realizzare coltelli da cucina.
    5Cr15MoV, alcuni produttori di coltelli definiscono 5Cr13MoV, la durezza potrebbe essere 55–57 HRC. È ampiamente utilizzato per realizzare coltelli da cucina, forbici di fascia alta, coltelli pieghevoli, coltelli da caccia, ecc.
    6Cr13MoV, scritto anche come 6Cr14MoV. Il nome brevettato applicato da Ahonest Changjiang Stainless Steel Co., Ltd. Simile in acciaio inossidabile di grado 6Cr14 (6Cr13) / 420D che non contiene molibdeno e vanadio, è superiore per realizzare lamette da barba, bisturi chirurgici, ecc.
    7Cr17MoV, 440A modificato con più elementi di vanadio. I vantaggi del vanadio (V): aumenta la forza, la resistenza all’usura e aumenta la tenacità; la durezza consigliata è di circa 55/57 HRC.
    8Cr13MoV e 8Cr14MoV, simili ad AICHI AUS-8, un acciaio dal prezzo eccellente per le sue prestazioni.
    9Cr13MoVCo, 9Cr14MoV. Acciai di fabbricazione cinese simili al 440B ma con un contenuto di carbonio, cobalto e vanadio più elevato per aggiungere più forza alla lama. Gli usi includono forbici da barbiere di fascia alta, coltelli da caccia, ecc.
    9Cr18MoV, 440B modificato, un acciaio inossidabile cinese di fascia alta utilizzato principalmente nelle forbici da barbiere e negli strumenti chirurgici di fascia alta.
    9Cr19MoV, utilizzato in oggetti come il coltello Ultimate Pro Bear Grylls Survival.
    99Cr18MoV, 440C modificato. Sviluppato da Jaktkit e Ahonest Changjiang in collaborazione. Utilizza la tecnologia ESR e lo stampaggio a caldo. Ciò migliora le sue prestazioni di lavoro, in particolare la tenacità e la capacità di tenuta del tagliente.


    Serie Sandvik


    6C27, un comune acciaio per coltelli con buona resistenza alla corrosione e bassa durezza, utilizzato principalmente in applicazioni in cui la necessità di resistenza all’usura è bassa.
    7C27Mo2, generalmente le stesse proprietà di Sandvik 6C27, ma con una migliore resistenza alla corrosione.
    12C27, un grado con elevata durezza e buona resistenza all’usura. Prende un bordo molto affilato con una moderata ritenzione del bordo.
    12C27M, un altro acciaio inossidabile svedese per rasoio. Una lega molto pura a grana fine. Un grado con buona resistenza all’usura e buona resistenza alla corrosione, adatto per la produzione di utensili da cucina.
    13C26, noto anche come acciaio inossidabile svedese per rasoio. Generalmente le stesse proprietà di Sandvik 12C27, ma con una durezza leggermente superiore ma meno resistente alla corrosione. Il produttore di acciaio svedese Uddeholm AB produce anche una composizione di acciaio per rasoi praticamente identica nota come AEB-L, che hanno brevettato nel 1928. L’acciaio per rasoi svedese è una lega a grana fine molto pura che influisce positivamente sulla tenuta del filo, sulla stabilità del filo e sulla tenacità.
    14C28N, progettato da Sandvik per volere di Kershaw per avere le proprietà del bordo del 13C26 ma con una maggiore resistenza alla corrosione mediante l’aggiunta di azoto e cromo. Disponibile nei coltelli Kershaw (dal 2012) e in altre marche.
    19C27, un grado con durezza e resistenza all’usura molto elevate.


    Serie DSR

    Acciai inossidabili per utensili Daido utilizzati per coltelli da cucina e forbici.
    DSR1K6 (M), simile ad AUS-6 e VG2
    DSR7F, utilizzato per parti di taglio ad alta durezza.
    DSR1K7, un acciaio noto per esistere. Non sono disponibili ulteriori informazioni.
    DSR1K8, un acciaio noto per esistere. Non sono disponibili ulteriori informazioni.
    DSR1K9, un acciaio noto per esistere. Non sono disponibili ulteriori informazioni.
    DSR10UA, utilizzato per piccole forbici.
    DSR1K11, un acciaio noto per esistere. Non sono disponibili ulteriori informazioni.


    Acciaio inossidabile ad alto contenuto di cromo / vanadio



    I seguenti acciai per metallurgia delle polveri contengono livelli molto elevati di cromo, che al 18-20% produce una matrice in acciaio altamente resistente alla corrosione.
    Contengono anche livelli relativamente alti di vanadio (dal 3,0% al 4,0%), producendo un volume elevato di carburi di vanadio nella matrice di acciaio, associato a un’eccellente tenuta
    del tagliente resistente all’abrasione.


    M390 – Bohler M390 Microclean. Tecnologia di metallurgia delle polveri di terza generazione in acciaio. Sviluppato per lame di coltelli che richiedono una buona resistenza alla corrosione e una durezza molto elevata per un’eccellente resistenza all’usura. Vengono aggiunti cromo, molibdeno, vanadio e tungsteno per un’eccellente nitidezza e ritenzione dei bordi. Può essere lucidato per una finitura estremamente elevata. Indurisce e tempera fino a 60–62 HRC, dove bilancia al meglio tenuta del tagliente e tenacità. Grazie al suo concetto di lega, questo acciaio offre una resistenza all’usura estremamente elevata e un’elevata resistenza alla corrosione.
    CPM-20CV – essenzialmente la versione di Crucible di M390.
    CTS 204P – essenzialmente la versione di Carpenter di M390.
    Elmax – Prodotto da Bohler-Uddeholm, Elmax è un acciaio per stampi resistente alla corrosione da tempra in profondità utilizzando il processo di metallurgia delle polveri di terza generazione. Spesso si dice che sia superiore a CPM S30V e CPM S35VN per ritenzione dei bordi e facilità di affilatura. Utilizzato nella maggior parte dei coltelli Microtech dal 2013
    in poi. Elmax è molto simile a M390, CPM 20CV e CTS 204P, ma ha un contenuto di vanadio leggermente inferiore e manca di qualsiasi contenuto di tungsteno.


    Altro inossidabile

    ATS-55, prodotto da Hitachi Metals. Ha un contenuto di molibdeno inferiore a ATS-34, è meno resistente all’usura di ATS-34 ed è stato segnalato anche per essere meno resistente alla ruggine di ATS-34. BG-42 Leggermente più alto in carbonio, cromo e molibdeno rispetto all’ATS-34. Deve essere forgiato e trattato termicamente a temperature molto elevate e precise. Può essere utilizzato a durezza molto elevata, come RC 64-66. Non dovrebbe essere fragile, ma di solito lo sono gli acciai altamente legati. Molto costoso e difficile da lavorare. È un acciaio inossidabile martensitico ad alta velocità che combina le caratteristiche di tempra, durezza a caldo e mantenimento della durezza degli acciai rapidi M50, con la resistenza alla corrosione e all’ossidazione dell’acciaio inossidabile Tipo 440C. Sebbene sia spesso utilizzato per cuscinetti aerospaziali e altre applicazioni critiche, la sua eccellente resistenza all’usura e alla corrosione lo rende una scelta superiore per l’uso nelle applicazioni di coltelleria.
    Kin-2, Mo al carbonio medio, lama in acciaio inossidabile V.
    BNG10, un acciaio noto per esistere. Non sono disponibili ulteriori informazioni.
    Co-Special, un acciaio noto per esistere. Non sono disponibili ulteriori informazioni. Diverse leghe di acciaio hanno una quantità di carbonio vicina o superiore al 3%. Come al solito, questi acciai possono essere temprati a livelli estremamente elevati, 65-67 HRC. I livelli di tenacità non sono elevati rispetto all’acciaio CPM S90V, tuttavia hanno un’elevata resistenza all’usura e resistenza del tagliente, rendendoli una buona scelta per i coltelli progettati per lavori di taglio e affettatura leggeri.
    Cowry-X è prodotto dall’acciaio Daido utilizzando il processo PM . Contiene il 3% di carbonio, il 20% di cromo, l’1,7% di molibdeno e meno dell’1% di vanadio. Altri elementi non sono pubblicati o potrebbero anche non esistere. Utilizzato dai coltelli Hattori nella loro serie di coltelli da cucina KD.
    ZDP-189 è prodotto dall’acciaio Hitachi utilizzando il processo PM. Contiene 3% di carbonio e 20% di cromo e contiene tungsteno e molibdeno. Utilizzato da diversi produttori di coltelli personalizzati e produttori di fabbrica tra cui Spyderco e Kershaw nella tiratura limitata delle cartelle Ken Onion Shallot. La linea Henckels Miyabi commercializza questo acciaio con il nome “MC66”.
    R2 è un acciaio PM prodotto da Kobe Steel Japan (Kobelco). È anche noto come SG2 (Special Gold 2) quando è contrassegnato da Takefu Specialty Steel.
    SRS-15 un acciaio per utensili ad alta velocità (HSS) dove il 15 rappresenta l’1,5% C. Uno dei primi “super acciai” giapponesi conosciuti. Il produttore è sconosciuto. Esiste anche un
    SRS-13 con 1,3% di C.


    Serie CPM REX


    CPM REX M4 HC (AISI M4) è un acciaio per utensili ad alta velocità prodotto da Crucible utilizzando il processo CPM. M4 è in circolazione da un tempo relativamente lungo,ultimamente è entrato a far parte di coltelli di produzione personalizzati e di fascia alta. Acciaio popolare per l’uso nei coltelli da taglio da competizione Bladesports.
    CPM REX 121, è un nuovo acciaio per utensili per cuscinetti ad alto contenuto di vanadio e cobalto progettato per offrire una combinazione della massima resistenza all’usura, durezza raggiungibile e durezza rossa disponibile in un acciaio ad alta velocità.
    CPM REX 20 (HS) è un acciaio super rapido senza cobalto prodotto con il processo CPM.
    CPM REX 45 (HS) è una modifica all’8% di cobalto dell’acciaio M3 ad alta velocità prodotta dal processo CPM. A partire da settembre 2018 questo acciaio è stato utilizzato in alcuni coltelli di produzione a tiratura limitata di Spyderco.
    CPM REX 54 HS è un acciaio ad alta velocità con cuscinetti al cobalto progettato per offrire un miglioramento della durezza rossa del popolare grado M4, pur mantenendoproprietà antiusura equivalenti a M4.
    CPM REX 66 (HSS) è un acciaio super rapido realizzato con il processo CPM.
    CPM REX 76 (HSS) è un acciaio super rapido prodotto dal processo CPM (Crucible Particle Metallurgy). È trattabile termicamente a HRC 68-70. Il suo alto contenuto di carbonio, vanadio e cobalto fornisce una resistenza all’abrasione paragonabile a quella del T15 e una durezza del rosso superiore a quella di M42.
    CPM REX 86 (HSS) è un acciaio super rapido realizzato con il processo CPM. Ha una combinazione di elevata capacità di durezza ottenibile (68-70 HRC), durezza rossa e resistenza all’usura abrasiva per applicazioni di lavorazione difficili, pur mantenendo buone caratteristiche di fabbricazione e tenacità. La composizione è progettata per fornire un equilibrio tra MC ricco di vanadio e carburi primari M6C ricchi di tungsteno-molibdeno.
    CPM REX T15 (HSS) è un acciaio super rapido realizzato con il processo CPM. È un tipo di tungsteno ad alta velocità contenente vanadio elevato per un’eccellente resistenza all’abrasione e cobalto per una buona durezza rossa, ed è utilizzato per il taglio di materiali difficili da lavorare dove si incontra un elevato riscaldamento per attrito.


    Altri


    Maxamet è commercializzato dal suo produttore come una via di mezzo tra l’acciaio ad alta velocità e il carburo cementato . Carpenter afferma che Maxamet ha migliorato la durezza e la resistenza all’usura rispetto agli acciai ad alta velocità pur essendo più resistente dei carburi cementati. Dall’inizio del 2018, viene utilizzato in diversi coltelli di produzione di Spyderco.


    Super acciai inossidabili


    Gli acciai di questa categoria hanno una resistenza agli elementi e alla corrosione molto più elevata rispetto agli acciai inossidabili convenzionali.
    Questi acciai sono austenitici e amagnetici. Sono utilizzati in coltelli progettati per l’uso in ambienti aggressivi e altamente corrosivi, come l’acqua salata, e aree con elevata umidità come foreste tropicali, paludi, ecc.
    Questi acciai possono contenere dal 26% al 42% di cromo e dal 10% al 22% nichel e dall’1,5 al 10% di titanio, tantalio, vanadio, niobio, silicio di alluminio, rame o molibdeno ecc. o una loro combinazione.
    H1, prodotto da Myodo Metals, Giappone. Utilizzato da Spyderco nei loro coltelli da acqua salata / da sub. Anche Benchmade lo ha utilizzato, successivamente sostituito con X15TN.
    X15Tn, acciaio francese brevettato da Aubert & Duval, originariamente progettato per l’industria medica e cuscinetti a sfere per jet.Secondo la scheda tecnica dell’azienda soddisfa gli standard EN 1.4123 (designazione X40CrMoNV16-2) e UNS42025.Questo è un acciaio inossidabile martensitico , con un alto contenuto di azoto , rifuso per struttura e proprietà ottimali. Utilizzato da Benchmade nei loro coltelli da acqua salata / da sub.
    Anche N680, acciaio Bohler-Uddeholm, è un acciaio inossidabile martensitico , molto simile all’X15TN. Utilizzato da Benchmade nei loro coltelli da acqua salata / da sub.

    N690CO un acciaio inossidabile austriaco temprato per la gamma alta Rc50. Attualmente si trova nei coltelli Hossom di Spyderco e nel Volpe di produzione italiana recentemente interrotto. I coltelli TOPS lo usavano anche nel loro coltello CQT magnum 711. Ampiamente utilizzato anche da Fox Knives Military Division, Extrema Ratio, Böker e Steel Will Knives.
    Vanax, prodotto da Uddeholm, è un acciaio per lame di metallurgia delle polveri di terza generazione relativamente nuovo, in cui il carbonio è ampiamente sostituito dall’azoto.
    Ciò si traduce in un acciaio con un’estrema resistenza alla corrosione, un’eccellente tenuta del tagliente, ma è abbastanza facilmente riaffilabile pur contenendo un volume di carburo relativamente elevato per la ritenzione del tagliente abrasivo.
    LC200N (noto anche come Z-FiNit) prodotto da Zapp Precision Metals, è un acciaio per utensili ad alto contenuto di azoto legato che mostra una resistenza alla corrosione superiore combinata con un’elevata tenacità anche a durezza fino a 60 HRc. Spyderco utilizza questo acciaio in molti dei suoi coltelli.
    L’ Hippekniep è un coltello tascabile pieghevole prodotto dall’azienda produttrice di coltelli Herder a Solingen, in Germania.
    La lama è in acciaio al carbonio antiruggine, intonacata a mano in blu e finemente forgiata dalla base alla punta del coltello.
    La lama lunga 90 mm (3,5 pollici) mostra patina (macchie scure) causata da decenni di utilizzo. Può essere facilmente affilato a un bordo tagliente.
    L’acciaio al carbonio è una scelta popolare per i coltelli per uso duro.
    L’acciaio al carbonio era molto più duro, molto più durevole e più facile da affilare rispetto all’acciaio inossidabile.
    Mancano del contenuto di cromo dell’acciaio inossidabile, il che li rende suscettibili alla corrosione.
    Gli acciai al carbonio hanno meno carbonio rispetto ai tipici acciai inossidabili, ma sono l’elemento principale della lega.
    Sono più omogenei degli acciai inossidabili e di altri acciai altolegati, avendo il carburo solo in piccolissime inclusioni nel ferro.
    Il materiale sfuso è più duro dell’acciaio inossidabile, consentendo loro di mantenere un bordo più affilato e più acuto senza piegarsi a contatto con materiali duri.
    Ma si otturano per abrasione più velocemente perché mancano di inclusioni dure per sopportare l’attrito. Questo li rende anche più veloci da affilare.


    Serie 10xxLa serie 10xx è la scelta più popolare per l’acciaio al carbonio utilizzato nei coltelli e nelle katane.
    Possono prendere e mantenere un bordo molto affilato.
    1095, un popolare acciaio ad alto tenore di carbonio per coltelli; è più duro ma più fragile degli acciai a basso tenore di carbonio come 1055, 1060, 1070 e 1080. Ha un contenuto di carbonio dello 0,90-1,03% Molti coltelli tascabili e coltelli da cucina più vecchi erano fatti del 1095. È ancora popolare tra molti bushcrafter e survivalist i grazie alla sua robustezza e facilità di affilatura. Con un buon trattamento termico, gli acciai per utensili 1095 e O-1 ad alto tenore di carbonio possono realizzare coltelli eccellenti.
    1084, contenuto di carbonio 0,80-0,93%. Spesso consigliato ai coltellinai alle prime armi o senza apparecchiature di trattamento termico più avanzate per la facilità di trattarlo termicamente con successo in tali condizioni, ma utilizzato anche da molti lame i professionisti per vari tipi di coltelli in quanto può realizzare ottimi coltelli.
    1070, contenuto di carbonio 0,65-0,75% Utilizzato nei machete.
    1060, utilizzato nelle spade. Ha un contenuto di carbonio dello 0,55-0,65%
    1055, utilizzato in spade e machete spesso trattati termicamente per ottenere un temperamento primaverile per ridurre la rottura. Ha un contenuto di carbonio dello 0,48-0,55%


    Serie Vx


    V-1 / V-2 Chrome viene aggiunto per migliorare le prestazioni di spegnimento.
    V-2C, acciaio al carbonio puro, con sostanze impure completamente rimosse.
    Aogami / Blue-Seriesun acciaio giapponese esotico e di alta gamma prodotto da Hitachi. Il “blu” si riferisce non al colore dell’acciaio stesso, ma al colore della carta in cui viene avvolto l’acciaio grezzo.
    Aogami / Blue-Num-1 Un acciaio con maggiore resistenza alla trazione e capacità di affilatura rispetto al blu-2.
    Aogami / Blue-Num-2 Un acciaio con maggiore tenacità e resistenza all’usura rispetto al blu-1.
    Aogami / Blue-Super Un acciaio con maggiore tenacità, resistenza alla trazione e stabilità dei bordi rispetto a tutti gli altri acciai della sua serie.
    Aogami / Super blue Lo stesso acciaio di Blue-Super A


    Shirogami / White-series


    Shirogami / White-1 Il più duro tra gli acciai Hitachi, ma manca di tenacità.
    Shirogami / White-2 Più duro di S / W-1 ma con poco contenuto di carbonio, quindi leggermente meno duro.


    Acciaio Kigami / Yellow-Series


    Acciaio “migliore” rispetto alla serie SK, ma peggiore di entrambi, Aogami e Shirogami. Utilizzato in strumenti di fascia alta e coltelli da cucina di classe medio / bassa.


    Altri acciai di proprietà


    INFI, un acciaio unico utilizzato nei coltelli Busse. È un acciaio resistente, che resiste relativamente bene sia all’usura che alla corrosione. Prima del 2002, INFI conteneva lo 0,5% di carbonio, lo 0,74% di azoto, circa l’1% di cobalto e circa lo 0,1% di nichel. Nel 2002, Busse ha cambiato la composizione dell’acciaio rimuovendo l’azoto, ma ha aggiunto lo 0,63% di silicio per la durezza e i componenti di cobalto e nichel sono stati eliminati.
    Altro acciaio al carbonio 

    Questi acciai non esistevano in una serie.


    Shiro-2, Cr e Ni vengono aggiunti per una migliore tempra e duttilità.


    Acciai non assegnati

    Il gruppo di questi acciai è sconosciuto in questo momento. Spostali nel gruppo appropriato e fornisci una descrizione.
    4116 Krupp è un acciaio tedesco che viene temprato criogenicamente durante il processo di tempra. Utilizzato in molti coltelli entry level da Henkels, Wusthof e altri produttori tedeschi temprati a 54-56 RC. Elevata resistenza alle macchie ma mediocre ritenzione dei bordi. .45-.55 carbonio, .1-.2 vanadio, 14-15 cromo, .5-.8 molibdeno. Nel 2017 ha fatto breccia nei coltelli di fabbricazione cinese a prezzo medio (tra 7Cr17Mov e 440C San Mai), solitamente in coltelli da chef più grandi da 9-12 “e mannaie temperati a RC 56-60 con ritenzione del bordo migliorata. A volte indicato come 1.4116. Thyssen -Krupp nomina i propri acciai usando la convenzione standard, ovvero rimuovendo .1 da w-Nr 1.4116.
    Acuto 440. prodotto da Aicihi Cr 0,80-0,95 Si 0,35-0,50 Mn 0,25-0,40 P sotto 0,040 S sotto 0,030 Cr 17,00-18,00 Mo 1,00-0,25 V 0,08-0,12 contenuti. specificamente progettato per soddisfare la resistenza alla corrosione e all’usura in acciaio inossidabile non ha rispetto a molti acciai al carbonio. I suoi test sulle prestazioni danno ottimi risultati e non sono usati frequentemente con etichette a quanto pare. la sua ritenzione dei bordi è vicina ad AUS 10 con una migliore resistenza alla corrosione. È SuperSteel di Aichi più recente di aus10 e le implicazioni suggeriscono una versione modificata di questo acciaio nei coltelli globali, poiché il gruppo Yoshida-shimonakano è l’acciaio Aichi, Toyota, coltelli globali, molti altri. molti produttori di coltelli utilizzano versioni di Asus6-10 e sus440a e sus440c, anch’esse tutte in acciaio aicihi. molti modificano per citarne altri, a volte come l’acciaio al vanadio al molibdeno. materiale per coltelli molto bello per acciaio inossidabile, linea superiore. < http://www.atm-fukaumi.co.jp/en/products/ >

    AL-158 Acciaio inossidabile BRD4416
    X55CrMo14 o 1.4110 Coltellino svizzero lama in acciaio inox utilizzato da Victorinox.
    80CrV2


    Conclusioni


    La scelta dell’acciaio nella coltelleria è molto importante e conoscere le proprietà e caratteristiche degli acciai ti permette di costruire lama adatte allo specifico impiego.
    Sicuramente ci sono acciai più comuni nella coltelleria come utilizzo come acciai di altissima qualità utilizzati per i coltelli di fascia alta.