Di La Necromanzia
Infatti sarà un post di denuncia.
Contro chi millanta e non può.
Contro chi abusa delle parole.
Contro chi illude.
Contro tutti coloro che dicono di essere e fare… E alla fine, sono Sto caxxo (passatemi il francesismo).
Ebbene sì, sedetevi e mettetevi comodi che, oggi, vi darò le basi per discernere da chi dice di essere e non è.
Tutto nasce tanto tempo fa, quando un mago, diceva di praticare Esorcismi, di essere uno psicopompo e il Dio dei Morti.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Ma cos’è un esorcismo? Dove nasce? Qual’è la differenza con le altre religioni?
“Quando la Chiesa chiede pubblicamente e con autorità, nel nome di Gesù Cristo, che una persona sia liberata dall’influsso del Maligno, si parla propriamente di esorcismo.”
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1673
CHE COS’È UN ESORCISMO
Partiamo dalla parola esorcismo. Il termine deriva dal greco exorkízō, che significa “ingiungere con giuramento”, ”obbligare appellandosi a un’autorità superiore”. In origine non indicava una guarigione, una pratica terapeutica o un rito simbolico, ma un atto di comando fondato su un’autorità riconosciuta. Il punto centrale non è la formula, la sensibilità personale o il cosiddetto “dono”, bensì, chi rappresenta l’autorità da cui il comando trae efficacia.
Infatti nelle fonti ebraiche antiche non esiste un rito autonomo chiamato esorcismo. Si parla di spiriti, influenze e disturbi, ma l’intervento umano non assume mai la forma di un comando diretto. Si parla piuttosto di preghiera, di ristabilimento dell’ordine, di affidamento a Dio. Anche quando vengono nominate entità nocive, non compare una pratica standardizzata di espulsione esercitata da chiunque.
È con il cristianesimo che l’esorcismo (nel senso tecnico del termine) prende forma. Nei Vangeli compare l’idea di un comando diretto esercitato “nel Nome”, non come tecnica personale, ma come atto di autorità delegata. Nei secoli successivi questa pratica viene regolata e progressivamente limitata. L’esorcismo non diventa una competenza diffusa, ma un atto eccezionale, sottoposto a controllo. Più la tradizione matura, più l’uso dell’esorcismo viene ristretto.
Qui entra in gioco l’elemento decisivo: l’INCARICO. Nell’esorcismo cattolico l’autorità non nasce dall’individuo, ma da un mandato formale conferito dall’istituzione. Senza incarico, non esiste esorcismo, anche se una persona conoscesse tutte le preghiere. Le formule sono pubbliche; ciò che non è pubblico è l’autorizzazione a usarle in quel contesto.
NELLE ALTRE TRADIZIONI
Lo stesso principio vale anche fuori dal cristianesimo. Nello sciamanesimo non si parla di esorcismo, ma di guarigione. Lo sciamano non comanda “nel Nome” di un’autorità universale: lavora sul riequilibrio e sulla mediazione. E soprattutto non si autoproclama. La funzione nasce solo quando la comunità riconosce un incarico, lo delimita e lo controlla. Fuori da quella comunità, la carica non esiste. Se un sciamano insegna pratiche rituali a un’altra persona, quest’ultimo può apprendere conoscenze,m a non acquisisce automaticamente la funzione né l’autorità per intervenire sugli altri.
Un discorso analogo vale per le tradizioni di possessione regolata, come il Vodou. Qui la possessione non è qualcosa da espellere con un comando, ma un evento rituale controllato, che avviene in un contesto comunitario preciso, con ruoli riconosciuti. Non esiste l’idea che chiunque, per il solo fatto di percepire o “vedere”, possa liberare o bandire qualcosa. Senza incarico rituale riconosciuto,non esiste legittimità.
Lo stesso vale in ambito iniziatico, compresa la Massoneria. L’iniziazione riguarda il percorso simbolico e morale dell’iniziato, non conferisce poteri sugli altri. Non esiste alcun mandato massonico a bandire spiriti, liberare persone o intervenire sul destino altrui.
Da questo confronto emerge un principio comune: nessuno opera per autoproclamazione. Vedere, sentire o parlare con gli spiriti, ammesso che l’esperienza sia reale per la persona, non conferisce di per sé alcun potere di intervento. L’esperienza personale non è autorità.
Questo chiarisce anche un altro punto spesso confuso: non si può piegare alla propria volontà uno spirito irrequieto. Se qualcuno potesse davvero imporre la propria volontà a ciò che è (per definizione) indocile e non vincolato: allora avrebbe automaticamente potere su tutto. A quel punto non servirebbero rituali, oggetti, tempi, candele o preghiere. Il comando personale basterebbe. Il fatto stesso che chi afferma di avere questo potere ricorra sempre a rituali dimostra l’opposto: quel potere personale non esiste. Il rituale, in questi casi, supplisce all’assenza di autorità individuale.
Lo stesso vale per l’idea di “bandire” uno spirito da una casa o da una persona, o di “aiutare un’anima a passare oltre”. Bandire significa imporre una volontà con autorità. Senza incarico, non è possibile. Quanto al destino dell’anima, nelle teologie strutturate non è l’uomo a deciderlo. È Dio. L’uomo può pregare, affidare, accompagnare i vivi nel loro dolore: non collocare le anime. Anche schemi simbolici come l’Albero della Vita o l’Albero della Morte non sono mappe logistiche dell’aldilà, ma strumenti simbolici per comprendere stati e processi, non per spostare entità.
Dunque, alla luce di tutto questo, il problema non è l’esistenza delle pratiche spirituali, ma l’uso improprio delle parole. Chiamare esorcismo ciò che non lo è, parlare di bando o di passaggio assistito come se fossero operazioni tecniche, significa attribuirsi un’autorità che non esiste. Questo non rende automaticamente false le esperienze personali o i riti simbolici, ma rende infondata la pretesa di un potere reale sull’altro.
Fare chiarezza su questi punti non serve a creare divisioni, ma a tutelare chi cerca aiuto. Le parole hanno una storia e un significato. Quando vengono sradicate dal loro contesto, diventano ambigue. Ma soprattutto vi deve essere chiaro che, nessuno può comandare l’Aldila.
Nessuno di vivo si trova nella soglia tra i due mondi.
Nessuno si può proclamare al di sopra Di Dio.
Nessun umano vivo può essere incaricato da un Entità come Psicopompo(farò un ulteriore post al riguardo).
Nessuno che non ha un incarico riconosciuto, può bandire uno spirito irrequieto.
E non perché la Chiesa vincola.
Ma perché persino nelle altre tradizioni vi sono vincoli specifici.
Se fosse così, se si avesse questo potere, chi dice di farlo, comanderebbe l’incomandabile¹ e, a questo punto mi verrebbe da dire: se puoi comandare uno spirito irrequieto, perché non lo invii a qualche politico? Se hai così tanto potere, e puoi comandare l’Aldilà, perché sei ancora un semplice umano e non Sto Gran Caxxo? E non mi parlare di collaborazioni... Non siamo noi a decidere di collaborare con uno spirito, ma è lo spirito a decidere di collaborare. Ma se collabori, non lo comandi. Non pratichi esorcismi. E fidatevi che a uno spirito irrequieto non bastano promesse di soldi e offerte di cibo.
Vogliono Anime con cui nutrirsi, una vita per lasciare una Vita in pace. A meno che,non si abbia un incarico.
Suvvia, ai posteri l’ardua sentenza.
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Note
1. L'autrice dell'articolo fa le sue considerazioni, ma, in verità, dipende sempre da chi è la persona che dà ordini alle Entità dell'Inivisibile. Dalla mia esperienza personale di Esperto in Scienze Occulte, Esorcista e Mago Cerimoniale vi posso dire che non è come l'autrice afferma.
Il Dr. X - M⛬ G⛬ O⛬ -
Gran Maestro dell'Ordine dei Rosa☩Croce